Unimpresa: Pmi chiedono prestiti per pagare le tasse

Euro banknotes - foto di Images_of_MoneyIl 40% delle aziende italiane - e oltre il 62% delle micro, piccole e medie imprese - si rivolge alle banche per pagare le tasse, soprattutto l'Imu. A rivelarlo è uno studio di Unimpresa.

I settori produttivi che maggiormente risentono dell'esigenza di rivolgersi alle banche sono quelli che devono al fisco ingenti somme per le tasse sugli immobili, cioè:

  • gli operatori turistici per gli alberghi,
  • le piccole industrie e le fabbriche per i capannoni,
  • la grande distribuzione per i supermercati.

Dopo l'Imu, a spingere le imprese a chiedere il credito in banca è l'IRAP, l'imposta regionale sulle attività produttive. Nel complesso, sono circa 76.200 le Pmi associate a Unimpresa che, nel corso del primo semestre del 2013, hanno chiesto prestiti agli istituti di credito italiani per rispettare le scadenze delle tasse.

"Tutto ciò – ha spiegato il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – genera un triplo effetto negativo sui conti e sulle prospettive di crescita delle aziende. Il primo è l'apertura di linee di credito destinate a coprire le imposizioni fiscali invece di nuovi investimenti. [...] Il secondo problema sorge, poi, alla chiusura degli esercizi commerciali, quando il valore degli immobili posti a garanzia dei prestiti fiscali va decurtato in proporzione al valore dell'ipoteca, con una consequenziale riduzione degli attivi di bilancio. Il terzo 'guaio' è relativo a eventuali altri finanziamenti per i quali l'impresa deve affrontare due ordini di problemi: meno garanzie da presentare in banca e un rating più alto che fa inevitabilmente impennare i tassi di interesse".

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