Mobilita' sostenibile – quanto vale la sharing mobility in Italia

Mobilità condivisa - Photo credit: ViktorDobai via Foter.com / CC BY-NCIl primo rapporto nazionale sulla sharing mobility fa il punto sullo stato dell’arte della mobilità condivisa in Italia. E premia Milano.

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La mobilità condivisa è in costante crescita ed evoluzione. Anche in Italia, dove i servizi che hanno avuto maggiore diffusione sono il bike sharing, il car sharing ma anche carpooling, scooter sharing, bus sharing e park sharing, oltre alle app che in un’unica piattaforma permettono di prenotare e acquistare tutta la sharing mobility oggi a disposizione nelle città italiane.

Successo confermato anche dai numeri che negli ultimi anni sono lievitati per arrivare ad oltre 13mila biciclette offerte in bikesharing in 200 Comuni e 5.764 auto in carsharing per 700mila utenti nelle due formule free floating (l’auto che si preleva e lascia ovunque) e station based (si preleva e lascia in appositi spazi).

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L’Osservatorio nazionale sharing mobility - nato da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e composto da più di 50 membri fra cui tutti gli operatori di sharing, in collaborazione con il Comune di Roma - fa il punto sullo stato dell’arte della mobilità condivisa italiana nel primo rapporto nazionale sulla sharing mobility, che offre una panoramica completa sulla mobilità condivisa in Italia e mette sotto la lente di ingrandimento le best practice e le storie di successo.

Bike sharing

L’Italia con più di 200 comuni ed altri enti territoriali in cui è attivo il bikesharing e 13.770 bici condivise, è il Paese europeo in cui la diffusione, in termini di numero di servizi attivi, è più alta. In Francia, dove il bikesharing ha avuto un grande successo di pubblico, i servizi attivi non superano le 40 città.

Il bike sharing decolla in Italia grazie all’iniziativa del Ministero dell’Ambiente nel 2001 in Romagna. A Cuneo, nel 2003, Bicincittà istalla per la prima volta il sistema di bikesharing a carta elettronica e con stazioni georeferenziate, ovvero il sistema oggi maggiormente utilizzato in Italia e nel mondo. In Italia la parte del leone per il bike sharing la fa il Nord con il 64% dei servizi e l’81% delle bici condivise, contro il 14% del Centro e il 22% del Meridione. Le città in cui si ha il maggiore successo sono quelle che hanno legato il servizio ad un corretto dimensionamento del sistema e ad un’attenta gestione.

Le principali aziende che forniscono sistemi di bikesharing in Italia sono:

  • Bicincittà, operativo in 115 comuni per un totale di 6.241 biciclette e 1.418 stazioni,
  • Clear Channel presente su Milano e Verona con 4.900 biciclette circa e 289 stazioni,
  • Centro in bici, attivo in 31 centri urbani con 2.498 biciclette e 230 stazioni,
  • By Bike, con 272 biciclette e 32 stazioni,
  • Ecospazio, operativo in 24 comuni con 217 biciclette e 30 stazioni.

A queste aziende si è recentemente aggiunta TMR srl, che ha da poco installato il sistema di Palermo e di altri quattro comuni con 191 biciclette e E-Move presente in tre comuni con 22 bici e 3 stazioni.

Car sharing

Circa 700mila iscritti, 5.764 veicoli e 29 città interessate. Questi i numeri attuali del car sharing che ha preso il via in Italia nel 2001 grazie al servizio station based ICS, Iniziativa Car Sharing. Oggi le città in cui è attivo il Carsharing di ICS sono 8, gli iscritti hanno raggiunto i 20mila in tutta Italia e le auto a disposizione sono quasi 600.

Con l’ingresso del servizio di car sharing free floating con Car2go ed Enjoy nel 2013 e a seguire con altri operatori privati (Share’Ngo), il car sharing italiano ha innestato un’altra marcia. Il numero di veicoli condivisi globalmente in Italia tra il 2013 e il 2015 è quadruplicato, mentre il numero degli iscritti e dei noleggi è cresciuto rispettivamente di 12 e 30 volte. Tutte le 12 città italiane con popolazione superiore a 250mila abitanti dispongono di almeno un servizio di car sharing.

I capoluoghi provincia in cui è presente almeno un servizio di questo tipo sono però solo 29 sui 118 totali e non sono ancora presenti servizi di car sharing nelle città metropolitane di Reggio Calabria e Messina, mentre Napoli è servita da un solo operatore e in termini sperimentali. 21 delle città in cui sono presenti tali servizi si trovano nell’Italia Settentrionale, mentre il Centro vede coinvolte tre città e il Meridione 5.

Dei 5.764 veicoli in car sharing censiti a luglio scorso , il 34% è al servizio della sola città di Milano che conta 370mila iscritti, seguita da Roma (il 26% dei veicoli e 220mila utenti), Torino (16% dei veicoli) e Firenze (11%). In Italia nel 2015 sono stati fatti complessivamente circa 6,5 milioni e mezzo di noleggi con una percorrenza complessiva di 50 milioni di veicolo km.

Il caso Milano

Milano è la città italiana più avanzata sul fronte della mobilità condivisa, e tiene testa alle maggiori capitali europee: il contesto milanese è infatti estremamente favorevole per lo sviluppo della sharing mobility sia per le caratteristiche socio-demografiche dei suoi residenti sia perché l’amministrazione ha investito decisamente sul trasporto pubblico, la mobilità ciclo-pedonale e intrapreso con decisione tutte le misure a disposizione per scoraggiare l’uso dell’auto di proprietà nelle aree centrali della città.

In base a un'indagine condotta dall’Osservatorio sul caso Milano risulta che quasi 7 intervistati su 10 (il 67,5%) possiedono un’automobile (presente nel 75,6% delle famiglie), ma quasi il 30% dei milanesi non ne ha nessuna: percentuale che sale al 37,5% tra chi abita da solo (famiglie con unico componente). Circa 60mila milanesi, inoltre, dichiarano di utilizzare con frequenza i servizi di mobilità condivisa nelle varie tipologie. La possibilità di rinunciare completamente al veicolo privato è molto alta tra gli utilizzatori dei servizi: il 22,7% degli associati ai vari sistemi di mobilità condivisa e il 19,4% di utenti specifici del car sharing ha già fatto questa scelta; rispettivamente il 36,4% e il 45,1% degli stessi si dichiara disposto a farla a certe condizioni come per esempio un ulteriore sviluppo dei servizi di sharing mobility a disposizione.

Mobilità condivisa e sostenibile

Riduzione delle percorrenze con veicoli privati tra il 16% e 20%, riduzione delle emissioni di CO2, riduzione del numero di auto di proprietà tra il 10 e il 40% per chi sceglie carsharing e circa il 50% degli utenti di bikesharing che passa dal volante al manubrio.

La mobilità condivisa fa bene all’ambiente e al traffico. Da un’indagine fatta dall’agenzia francese per la protezione dell’ambiente (ADEME, 2013) emerge che in seguito all’iscrizione al carsharing si registra un aumento del 31% degli spostamenti a piedi, del 30% dell’uso della bicicletta e del 25% del trasporto pubblico urbano e del treno.

Dalle indagini sull’uso del carpooling extraurbano (tipo BlaBlacar) emerge che il carpooling di media-lunga distanza permette una riduzione delle emissioni di CO2 di circa il 12% per equipaggio. Le indagini su campioni di utenti che utilizzano un servizio di carpooling di breve distanza rivelano che vi siano riduzioni considerevoli delle percorrenze veicolari complessive e una diminuzione delle emissioni di CO2 fino al 30%.

Una roadmap per la sharing mobility

L’Osservatorio ha quindi elaborato una roadmap condivisa che individua alcuni temi prioritari su cui intervenire subito, fra cui l’inserimento della sharing mobility nel nuovo codice della strada, l’avvio di incentivi fiscali agli operatori e agli utilizzatori di sharing, la definizione di nuove forme di assicurazione ed una pianificazione urbana che consideri la sharing mobility come alleato del trasporto pubblico.

Detto in altri termini, l'Osservatorio ha individuato 5 step per la sharing mobility italiana:

  • Condividiamo nuove regole: dalla riforma del codice della strada alla creazione di specifiche aree di parcheggio dedicate ai veicoli condivisi, fino alla promozione di linee guida per l'affidamento dei servizi di mobilità condivisa su tutto il territorio nazionale;
  • Le politiche urbane contano: fra le misure proposte, l'inserimento di strumenti di pianificazione della mobilità urbana e locale che tengano conto della condivisione come misura strategica e la realizzazione di hub per facilitare l'intermodalità tra trasporto pubblico e servizi di mobilità condivisa;
  • Ti assicuro che funziona: si propone, ad esempio, l'inserimento dei servizi di mobilità condivisa fra le modalità di trasporto per recarsi al lavoro previste dall'INAIL per il risarcimento legato all'“infortunio in itinere”;
  • Chi condivide paga meno: fra le proposte avanzate, quella di riconoscere a cittadini e imprese che utilizzano servizi di mobilità condivisa una detrazione d'imposta del 19% delle relative spese annuali sostenute; o ancora, di esentare il proprietario di un veicolo stabilmente condiviso dal pagamento della tassa di proprietà;
  • Investiamo nel futuro: fra le proposte, quella di riattivare il Fondo per la mobilità sostenibile permettendo ai Comuni, anche in collaborazione con le aziende, di accedervi per cofinanziare l'istituzione di nuovi servizi di sharing mobility.

Carpooling. Almaviva, Groupama e Banca Iccrea puntano su Moovit Carpool

Si tratta di un servizio che consente di condividere con altre persone uno spostamento in automobile prestabilito. In Italia esistono tutti i tipi di sistemi di carpooling (extraurbano, urbano e per gli spostamenti casa-lavoro) con numerosi operatori: Clacsoon, iGoOn, Easymoove, Zego, Moovely, Scooterino, Strappo, Jojob e UP2GO. L’operatore che domina il mercato italiano ad oggi è il servizio extraurbano di BlaBlaCar con più di 20 milioni di utenti nel mondo. Il carpooling è in rapida crescita e, grazie alle app, promette di esplodere nei prossimi anni.

A dimostrazione del crescente successo del fenomeno in Italia, il lancio di Moovit Carpool Roma, piattaforma che permette di far entrare in contatto passeggeri e automobilisti che vanno nella stessa direzione e vogliono condividere il viaggio. Di questi giorni la notizia che Almaviva, Groupama e Banca Iccrea hanno deciso di affidarsi a Moovit Carpool per razionalizzare e ottimizzare gli spostamenti di lavoratori e dirigenti.

“Il progetto di Moovit è il linea con il nostro impegno sulla mobilità sostenibile”, sottolinea Charles de Tinguy, amministratore delegato di Groupama Assicurazioni. “Da anni applichiamo soluzioni aziendali volte ad agevolare la mobilità urbana dei nostri dipendenti così contribuendo alla salvaguardia dell’ambiente circostante”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Leonardo Rubattu, direttore generale di Iccrea Holding: “L’obiettivo del nostro Gruppo bancario, nell’implementazione di questo progetto, è sia di orientare la popolazione aziendale del Gruppo Iccrea su Roma – circa 1.600 persone – verso l’utilizzo di mezzi ecocompatibili, sia quello di offrire alcuni servizi a beneficio dell’economia complessiva del dipendente contribuendo, al contempo, a diminuire il numero delle vetture in circolazione in città”.

Convinto della potenzialità della piattaforma Moovit Carpool è anche il Gruppo Almaviva, che ha aderito subito alla proposta di Samuel Sed Piazza, country manager di Moovit Italia. “Siamo felici e fieri di avere anche dirigenti e dipendenti di Almaviva tra i nostri fan”, dice Sed Piazza, “il carpooling di Moovit nasce proprio con l’obiettivo di offrire anche alle grandi aziende, che ogni giorno muovono sulla città migliaia di persone, un’occasione di risparmiare tempo, denaro e contribuire a velocizzare il traffico.

> Primo rapporto nazionale sulla sharing mobility

Photo credit: ViktorDobai via Foter.com / CC BY-NC

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