BEI - investimenti in ripresa, ma Italia 14esima in UE

Investimenti europeiLe imprese europee riprendono ad investire, ma chiedono lavoratori qualificati e un clima politico e normativo più favorevole

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La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha realizzato un’indagine sulle esigenze e sugli ostacoli agli investimenti incontrati da 12.500 imprese, PMI incluse, nei Paesi dell’Unione (EIBIS 2016).

Quante imprese investono?

Dallo studio è emerso che nel 2016 l’84% delle aziende europee ha effettuato investimenti; i settori più interessati sono il manifatturiero (88%) e le infrastrutture (86%), seguiti da servizi (79%) e costruzioni (78%).

Guardando ai Paesi d’origine, sul podio troviamo le aziende finlandesi (96%), danesi (93%) e svedesi (91%), mentre le imprese bulgare (65%), lettoni (65%), greche (64%) e romene (62%) si collocano agli ultimi posti. L’Italia è 14esima con l’84% delle imprese che hanno effettuato investimenti nel 2016.

Per il 2017 le imprese europee sono abbastanza ottimiste, con l’8% che prevede di accrescere i propri investimenti rispetto allo scorso anno. Le aziende più ottimiste si trovano in Spagna, Croazia, Ungheria e Italia, mentre le aziende greche, lituane e maltesi sono le più pessimiste.

In cosa investono le imprese e dove?

Circa la metà degli investimenti realizzati nell’Unione nell’ultimo anno finanziario riguarda macchinari e attrezzature. Per quanto riguarda le altre spese (infrastrutture, formazione, ricerca e sviluppo, software e organizzazione) la dimensione degli investimenti varia in relazione al settore produttivo e alla dimensione delle imprese.

Ad esempio le grandi aziende investono di più in infrastrutture rispetto alle PMI, mentre nel settore dei servizi si investe di più in software e siti web rispetto al settore edile, dove, invece, sono maggiori gli investimenti per la formazione del personale.

Il 53% degli investimenti effettuati nell’Unione è stato guidato dalla necessità di sostituire macchinari, edifici, attrezzature e IT, con le aziende estoni in testa (71%). Anche per i prossimi anni la ‘sostituzione’ resta la principale priorità di investimento per le aziende europee.

In merito alla destinazione degli investimenti, la BEI ha riscontrato che il 12% delle imprese europee ha investito in un altro Paese, soprattutto le aziende manifatturiere e di grandi dimensioni. Le imprese che hanno investito di più all’estero sono danesi (31%), belghe e olandesi (19%), mentre l’Italia figura all’11esimo posto.

Necessità e ostacoli agli investimenti

Circa 4 imprese su 5 ritengono di avere effettuato la giusta quantità di investimenti negli ultimi tre anni, mentre il 15% sostiene di avere investito troppo poco. Inoltre, circa la metà delle aziende europee ha dichiarato di avere lavorato al massimo livello delle proprie capacità e anche oltre, con le imprese lussemburghesi in testa.

Tra i principali ostacoli incontrati dalle imprese nell’implementazione di investimenti pianificati nel 2016 figura il clima politico e normativo, mentre l’incertezza per il futuro e la disponibilità di personale con le giuste competenze rientrano tra le barriere strutturali per nuovi investimenti.

Risorse finanziarie interne ed esterne

Le imprese europee si affidano molto a fondi interni per finanziare i propri investimenti, ma non mancano i soggetti che contano sui fondi esterni, come nel caso delle aziende francesi (53%), italiane (45%) e spagnole (43%).

I prestiti bancari sono la principale risorsa finanziaria esterna, soprattutto nel settore dei servizi, così come il leasing nelle infrastrutture. Le imprese a Cipro, in Austria, Spagna, Grecia e Slovenia sono quelle con il maggior numero di prestiti bancari registrati, mente il leasing gioca un ruolo chiave nel Lussemburgo, nel Regno Unito e in Danimarca.

> Indagine (EIBIS 2016)

Photo credit: reynermedia via Foter.com / CC BY

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