Banche e risparmio tradito - troppo facile prendersela solo con la Ue

I populisti dimenticano una lunga lista di altri soggetti responsabili

Banche

Per le opposizioni, e non solo, è una moda prendersela con l'Ue, distogliendo purtroppo l'attenzione dai veri problemi del nostro paese.

La lista di chi potrebbe essere responsabile dei dissesti bancari e della vendita di obbligazioni non rimborsabili a piccoli risparmiatori è invece molto lunga: consigli di amministrazione, collegi sindacali, società di revisione, vigilanza Banca d'Italia, Consob, società di attribuzione rating. Sei livelli di gestione e controllo che non riescono ad impedire attività fraudolente (e non ho citato le assemblee dei soci che approvano le operazioni straordinarie proposte dai consigli di amministrazione).

Corresponsabili potrebbero sentirsi anche i grandi media, quotidiani o tv, che tanto si affannano a raccontare come stanno le cose solo dopo che sono accadute, oppure le associazioni di consumatori che non riescono ad avvertire per tempo i loro associati o, ancora di più, tutti gli altisonanti advisor che incassano lauti compensi per le consulenze necessarie ad effettuare un collocamento di obbligazioni.

Non è infatti difficile capire che far emettere ulteriori titoli di debito ad una società già molto indebitata può portare al suo fallimento.

Negli Usa chi porta in maniera fraudolenta al fallimento una società va in carcere per diversi anni. E in carcere ci va in fretta, senza aspettare anni nei vari gradi di giudizio.

L'amministratore di Enron prese più di 20anni. Quel fallimento portò anche alla scomparsa della Arthur Andersen, una delle multinazionali della consulenza e della revisione legale dei conti, per i risarcimenti richiesti.

In Italia vedremo cosa succederà, ma probabilmente molto poco. La vastità del problema è immensa. Il premier Matteo Renzi ha detto che vuole riformare il sistema, ma non si rende conto che è in totale dissesto il sistema stesso.

Se sei livelli di controllo non riescono ad impedire, o quantomeno a limitare, la gravità dei fatti, e se non si riesce a punire chi li commette, vuol dire che il nostro paese si avvia al fallimento.

Siamo talmente oberati da adempimenti burocratici inutili (questionario Mifid, legge 231, sicurezza, privacy...) che ormai si sono persi di vista i principi da tutelare. Si controlla la forma, ma non la sostanza. Infatti tutti questi obblighi non solo non impediscono la violazione di leggi e regolamenti, ma rendono impossibile agli enti e ai funzionari preposti di andare ad effettuare verifiche che potrebbero quantomeno abbreviare o limitare i danni dei misfatti.

Il governo deve sbrigarsi a realizzare le tante e urgenti riforme necessarie (fisco, giustizia, PA, concorrenza, mercati finanziari... ), tenendo però presente che la semplicità e l'applicabilità delle norme devono essere gli obiettivi primari.

All'Europa, che pur dovrebbe spiegare - come hanno riferito gli europarlamentari Antonio Tajani e Gianni Pittella - perchè è stato autorizzato un salvataggio di una banca tedesca mentre la proposta italiana di un Fondo di tutela interbancario è stata ritenuta non idonea, mi sento di contestare solo la mancanza di un fortissimo indirizzo legislativo verso la semplificazione dei sistemi normativi dei paesi membri.

Semplificare significa rendere più efficienti e produttive le economie dell'Unione e, come diceva il filosofo Francesco De Sanctis, la semplicità è la forma della vera grandezza.

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Author: loungerie / photo on flickr

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