Corte di Giustizia Ue - Iva, stop a tassazione agevolata per prodotti a risparmio energetico

Solar panelL’Iva agevolata sui prodotti a risparmio energetico, come gli infissi, finisce nel mirino di Bruxelles. E’ l’effetto di una sentenza appena pubblicata dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea.

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Le aliquote agevolate Iva dei prodotti per l’edilizia ad alta efficienza energetica finiscono nel mirino dell’Ue. Lo ha appena stabilito una sentenza della Corte di Giustizia europea, che riguarda il Regno Unito ma che ha affrontato un caso molto vicino all’Italia, dal momento che Londra applica un’aliquota agevolata per alcuni materiali utilizzati per l’edilizia residenziale. Esattamente quello che avviene da noi con la tassazione al 10% per prodotti come gli infissi.

Il ricorso della Commissione

Il problema nasce da un ricorso della Commissione contro la Gran Bretagna. Qui viene applicata un’aliquota Iva ridotta ai “materiali efficienti sotto il profilo energetico” che vengono installati in immobili residenziali. L’Esecutivo comunitario ritiene che, così facendo, Londra non rispetti le regole europee in materia di Iva. Secondo Bruxelles, “un’aliquota Iva ridotta può essere applicata solo alle cessioni e ai servizi di cui all’allegato III della direttiva” che menziona “cessione, costruzione, restauro e trasformazione di abitazioni fornite nell’ambito della politica sociale” e la “riparazione e ristrutturazione di abitazioni private”. I materiali ad alta efficienza non rientrano in nessuna delle due categorie.

I limiti della direttiva

Nella sua sentenza, la Corte dà sostanzialmente ragione alla Commissione. E spiega che la direttiva europea in materia di Iva consente “solo di applicare un’aliquota Iva ridotta a cessioni, costruzioni, restauri e trasformazioni che si rapportino ad abitazioni o a servizi forniti nell’ambito della politica sociale”. Quindi, i giudici vanno oltre quello che sostiene la Commissione e spiegano che, al di fuori del social housing, non c’è spazio per tassazioni ribassate, in nessun caso. “La direttiva Iva - dice infatti la sentenza - osta a misure nazionali che avrebbero l’effetto di applicare l’aliquota Iva ridotta alla cessione, costruzione, restauro e trasformazione di qualsiasi immobile residenziale, indipendentemente dal contesto sociale nel quale hanno luogo siffatte operazioni”.

Vantaggi illegittimi

Non si può sostenere, come afferma Londra, che una politica di miglioramento di tutte le abitazioni produca effetti sociali, per rientrare nel perimetro fissato dalla direttiva. L’estensione dell’ambito di applicazione dell’aliquota ridotta al 10% porta come unica conseguenza un vantaggio fiscale per i proprietari di immobili. Quindi, secondo la decisione, “le misure del Regno Unito non possono considerarsi adottate per ragioni di interesse esclusivamente, né prevalentemente, sociale”.

I rischi per l'Italia

La pronuncia riguarda la Gran Bretagna e, quindi, non ha impatto diretto sul resto d’Europa e sull’Italia. Di sicuro, però, costituisce un precedente molto significativo per l’interpretazione della direttiva Iva da parte di tutti i paesi membri. Anche l’Italia, come il Regno Unito, ha un sistema di aliquote agevolate che riguarda, tra le altre cose, proprio i prodotti ad alta efficienza energetica, come gli infissi. Il pericolo è che, nei prossimi mesi, anche la tassazione italiana finisca nel mirino dell’Europa.

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