CSDDD: via libera dagli ambasciatori UE alla direttiva europea sulla due diligence di sostenibilità

CSDDD - Foto di Daniel Wiadro su UnsplashGli ambasciatori dei ventisette Paesi membri dell'Unione hanno confermato alla riunione del Coreper l'accordo con l'Eurocamera raggiunto a metà dicembre sulla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), la direttiva europea sulla due diligence di sostenibilità delle aziende.

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Dopo l'adozione definitiva da parte degli eurodeputati avvenuta lo scorso 24 aprile, il testo finale della CSDDD è stato approvato il 15 maggio anche da parte dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell'UE. 

Guardando ai prossimi step nell'iter legislativo UE relativo alla direttiva, il documento sarà sul tavolo del Consiglio Competitività del 24 maggio per l'ultimo passaggio prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea.

In occasione della votazione, facciamo il punto su questa direttiva fondamentale per la transizione delle imprese dell’UE.

Cosa prevede la direttiva CSDDD

Proposta dalla Commissione europea nel febbraio 2022, la direttiva CSDDD, che entrerà in vigore nel 2027, mira a introdurre una legislazione obbligatoria in materia di dovere di diligenza delle imprese. Il testo approvato in via definitiva, però, è una versione più leggera rispetto a quello presentato inizialmente dall’Esecutivo europeo e all’accordo provvisorio raggiunto tra Parlamento e Consiglio a dicembre 2023, che prevedeva che fossero coinvolte le grandi società dell’UE (e non) con più di 500 dipendenti e un fatturato netto mondiale di 150 milioni di euro.

Nella sua ultima versione, invece, la direttiva richiede alle imprese e alle società madri europee (ed extra UE se hanno almeno 40 milioni di euro di attività in Europa) con più di 1.000 dipendenti e con un fatturato superiore a 450 milioni di euro, di prevenire, porre fine o attenuare eventuali danni alle persone (ad esempio tramite il lavoro forzato o quello minorile) o all’ambiente (attraverso la deforestazione o l’inquinamento) lungo le loro catene di approvvigionamento. Sono inclusi nell’ambito di applicazione della norma anche i franchising con fatturato oltre gli 80 milioni di euro, se almeno 22,5 milioni sono stati generati da royalties.

Alle aziende cui si applica la direttiva è richiesto, inoltre, di adottare e attuare piani di transizione in linea con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C concordata all’Accordo di Parigi. In particolare, il piano di transizione dovrebbe includere gli obiettivi aziendali relativi al cambiamento climatico, con una scadenza temporale, le azioni chiave su come raggiungerli e una spiegazione, comprese le cifre, di quali investimenti sono necessari per attuare il piano.

Gli Stati membri designeranno un’autorità di vigilanza che indaga sulla condotta delle imprese e irroga sanzioni alle società non conformi, incluse sanzioni pecuniarie fino al 5% del loro fatturato netto a livello mondiale. Le imprese saranno inoltre responsabili per i danni e dovranno risarcire le loro vittime. In seguito all’opposizione di Paesi come la Finlandia, però, il testo definitivo ha rimosso le disposizioni sulla responsabilità civile che consentirebbero ai sindacati di citare in giudizio le aziende non conformi. 

Chi è escluso dalla direttiva CSDDD

Il settore dei servizi finanziari sarà escluso dall’ambito di applicazione della direttiva CSDDD. Tuttavia, è prevista una clausola di revisione per un’eventuale inclusione successiva sulla base di una valutazione d’impatto sufficiente.

Le imprese europee coinvolte dalla direttiva CSDDD, in numeri

Secondo i dati preliminari analizzati dal Centro di ricerca sulle società multinazionali (The Centre for Research on Multinational Corporations), saranno coinvolte dalla CSDDD soltanto 5.421 aziende. Si tratta del 67% in meno rispetto alle 16.389 previste in base alle stime fatte sulle precedenti soglie ipotizzate dalla proposta della Commissione e dall’accordo provvisorio tra Parlamento e Consiglio di dicembre. Riduzione che si riflette anche nel contesto italiano, dove si conferma l'incidenza del 67%, con 737 soggetti coinvolti rispetto ai 2.260 attesi in base al testo di dicembre.

A che punto siamo con l'iter di approvazione della direttiva due diligence?

In data 15 maggio, gli ambasciatori dei ventisette Stati membri dell'Unione hanno confermato alla riunione del Coreper l'accordo con l'Eurocamera raggiunto a metà dicembre sulla direttiva sulla due diligence di sostenibilità delle imprese. 

La direttiva dovrà ora essere approvato dal Consiglio Competitività (il prossimo 24 maggio), firmata, pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione. Gli Stati membri avranno due anni per recepire le nuove norme nel diritto nazionale.

Con l'eccezione degli obblighi di comunicazione, l'applicazione sarà graduale e riguarderà:

  • Le imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1,5 miliardi di euro a partire dal 2027;
  • Le aziende con più di 3.000 dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di euro a partire dal 2028;
  • Tutte le altre organizzazioni che rientrano nell'ambito di applicazione della direttiva (ovvero quelle con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 450 milioni di euro) a partire dal 2029. 

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