Professionisti - Calafiori, fondi Ue e opportunita' in Lombardia

La Regione Lombardia è stata la prima a superare gli ostacoli che bloccano l'accesso dei professionisti non iscritti al registro delle imprese ai fondi strutturali europei

Giuseppe Calafiori - foto di Confprofessioni Lombardia

Lo ha dichiarato il presidente di Confprofessioni Lombardia, Giuseppe Calafiori, in un'intervista a FASI.biz, illustrando le opportunità offerte dai fondi Ue ai professionisti lombardi.

Quali sono le principali opportunità offerte da Regione Lombardia e da Confprofessioni Lombardia a favore dei professionisti?

Il dialogo e il confronto che abbiamo avviato da più di un anno con la Regione Lombardia tocca diversi ambiti operativi, poiché il tessuto professionale lombardo copre trasversalmente ogni settore economico, culturale e sociale del territorio. Partendo da questo semplice postulato, abbiamo voluto mettere a disposizione della Regione la professionalità e le competenze della nostra rete per sostenere le politiche di sviluppo e di coesione sul territorio.

L'attenzione e la sensibilità mostrata dai vertici delle istituzioni lombarde, che hanno saputo cogliere la rilevanza delle professioni per mettere in atto una serie di misure a favore dell'intera collettività, è andata ben al di là delle nostre aspettative e questo ha permesso di attivare una serie di iniziative che, in ultima analisi, possono trasformarsi in nuove opportunità per i liberi professionisti. A titolo esemplificativo, tutto questo si è tradotto concretamente nel progetto “Angeli anti-burocrazia” che ci vede impegnati al fianco della Regione e di Unioncamere per snellire e semplificare le procedure amministrative che gravano su cittadini, imprese e liberi professionisti; nella presenza di Confprofessioni Lombardia al tavolo del Patto per lo sviluppo e, a breve, dovrebbe essere formalizzato anche il passaggio nella Commissione regionale per le Politiche del lavoro e della formazione; inoltre, siamo stati chiamati a far parte del Comitato di sorveglianza per la gestione dei fondi comunitari.

In questo contesto, quali possibilità offrono i nuovi POR 2014-2020 ai professionisti in Lombardia?

La Regione Lombardia è stata la prima a superare gli ostacoli che in altre regioni bloccano l'accesso dei professionisti non iscritti al registro delle imprese ai fondi strutturali europei. Un anacronistico paletto che dovrebbe essere rimosso con il varo della legge di Stabilità che, grazie al pressing di Confprofessioni, prevede la possibilità di accedere ai fondi Ue anche per i liberi professionisti.

Nell'ambito del POR FESR 2014-2020, la Regione ha deliberato i criteri applicativi per il varo della Linea Start e ReStart che si propone di favorire e stimolare l'imprenditorialità lombarda con una dote di 30 milioni di euro. Si tratta di una novità assoluta nel panorama italiano dei fondi europei, poiché consente ai professionisti, quando saranno emanati i relativi bandi, di accedere ai finanziamenti destinati all'avvio dell'attività libero-professionale o per il rilancio di attività imprenditoriali in Lombardia. Stiamo parlando di oltre 133 mila professionisti lombardi, tra avvocati, dentisti, medici, architetti, ingegneri, commercialisti e tutti gli altri professionisti iscritti agli albi professionali, oltre alle centinaia di giovani che si accingono ad avviarsi alla libera professione. Aggiungo che il Programma Start e ReStart ha una duplice valenza per i professionisti che, oltre ad essere destinatari diretti delle risorse messe a disposizione della Regione, possono svolgere un ruolo di affiancamento ai percorsi di avvio e di rilancio delle imprese.

In merito al protocollo firmato con Regione Lombardia, quali novità introduce per i professionisti?

Uno degli obiettivi della Giunta regionale lombarda è quello di semplificare, razionalizzare e velocizzare i propri processi di carattere valutativo di accesso e verifica all'utilizzo dei fondi regionali, anche di derivazione comunitaria, destinati alle PMI e alle grandi imprese. In quest'ottica ha ritenuto opportuno coinvolgere le categorie professionali che affiancano le imprese nell'accesso e nell'utilizzo dei fondi regionali. In questo ambito ha individuato in Confprofessioni Lombardia l'organismo di rappresentanza che riunisce al suo interno le professioni dell'area sanitaria, economica, giuridica e tecnica e, sulla base del principio della sussidiarietà, stiamo elaborando modalità e tempi per assicurare alle imprese forme di assistenza e consulenza tipiche delle prestazioni professionali.

Quali attività Confprofessioni Lombardia sta portando avanti per sostenere i professionisti?

Un primo importante risultato lo abbiamo ottenuto lo scorso aprile, quando la Regione Lombardia ha riammesso gli studi professionali alla possibilità di attivare le richieste per la concessione della Cig in deroga. E proprio in materia di lavoro e occupazione nei mesi scorsi abbiamo avviato, insieme con l'assessore regionale all'Istruzione e al Lavoro, Valentina Aprea, un percorso finalizzato a stimolare l'occupazione giovanile in Lombardia e implementare la Garanzia Giovani negli studi professionali. Ma non solo; abbiamo raccolto l'impegno della Regione a studiare e approfondire nuove misure ad hoc, anche attraverso programmi eventualmente cofinanziati dal Fondo sociale europeo e dalla bilateralità di settore, per agevolare la transizione studio-lavoro, favorire un miglior raccordo tra formazione universitaria e lavoro, e quindi incentivare le start-up dei giovani professionisti lombardi.

Qual è il suo punto di vista in merito alla tessera professionale europea?

In un mercato dei servizi professionali piuttosto asfittico come quello italiano, la tessera professionale europea rappresenta senza dubbio lo strumento più innovativo della direttiva 2013/55/UE sul riconoscimento delle qualifiche professionali, ma l'obiettivo di facilitare la mobilità dei professionisti all'interno del mercato unico rischia di infrangersi contro il muro dell'euro-burocrazia, alimentata da interessi specifici dei singoli Paesi membri, se non addirittura da determinate categorie professionali.

Il risultato è che la tessera professionale europea rischia di arrivare fuori tempo massimo o, comunque, in grave ritardo rispetto all'evoluzione del mercato dei servizi professionali in Europa. Stiamo parlando di una direttiva comunitaria del 2005, aggiornata nel 2013, entrata in vigore in Italia nel 2014, il cui regolamento si applicherà a partire dal 18 gennaio 2016 e, in questa prima fase, soltanto per alcune categorie professionali (infermieri, farmacisti, fisioterapisti, guide alpine e agenti immobiliari).

Nella seduta del 13 novembre scorso, poi, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare lo schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2013/55/UE che introduce appunto la tessera professionale. Nel frattempo, abbiamo assistito all'avvicendamento della guida dell'Europarlamento e della Commissione europea, la quale ha recentemente presentato un nuovo aggiornamento della strategia del mercato interno, annunciando il varo di un'iniziativa legislativa tesa a introdurre un passaporto europeo dei servizi che dovrebbe aumentare la sicurezza giuridica a favore di cittadini e imprese e, al tempo stesso, ridurre gli ostacoli che i professionisti incontrano in altri Paesi europei.

Il punto focale, però, rimane sempre lo stesso: l'armonizzazione dei percorsi formativi, possibilmente verso standard altamente qualificanti, che stanno alla base del riconoscimento delle qualifiche professionali; viceversa rischiamo di portarci in casa prestazioni professionali, diciamo, a basso valore aggiunto.

Link
Fondi Ue 2014-2020 - professionisti nel comitato di sorveglianza

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