Internazionalizzazione - Turchia, prospettive di investimento per imprese italiane

Il punto sui rapporti economico-commerciali Roma-Ankara e il futuro degli investimenti italiani in Turchia.

Turkish flag - Pixabay

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Imprese italiane ad Istanbul per parlare di investimenti

Le strategie del governo turco per attrarre investimenti stranieri sono state al centro di un evento rivolto ai responsabili di 25 imprese italiane, organizzato a Istanbul dall'Ambasciata d'Italia ad Ankara e dall'Agenzia per il supporto e per la promozione degli investimenti in Turchia (Ispat), l'organizzazione ufficiale che promuove le opportunità di investimento estero sul territorio turco e presta assistenza e supporto agli investitori internazionali prima, durante e dopo il loro ingresso nel Paese.

Il presidente dell'Ispat Arda Ermut ha presentato le riforme strutturali a cui Ankara sta lavorando, parlando di un "piano d'azione che presenta come temi prioritari una serie di regolamenti volti a facilitare gli investimenti e migliorare il business climate" in Turchia.

A presiedere l'incontro, insieme a Ermut, anche l'ambasciatore italiano in Turchia Luigi Mattiolo, che ha sottolineato come i legami tra i due Paesi siano forti e affondino le radici nelle relazioni economiche e commerciali. Attualmente, ha aggiunto Mattiolo, "1.300 aziende italiane operano in Turchia, con partnership e joint venture attive sin dagli anni Sessanta, contribuendo a fare di Roma il quarto partner commerciale di Ankara". 

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Rapporti economici e commerciali Italia-Turchia

I rapporti economici e commerciali tra Italia e Turchia sono storicamente molto positivi; l’Italia si colloca infatti ai primi posti tra i principali partner del Paese, con una quota record di interscambio raggiunto nel 2011, pari a 21,3 miliardi di dollari e risultati molto positivi sia nel 2012 che nel 2013, con circa 20 miliardi di dollari. Secondo i dati della Farnesina, nel 2014 sono state soddisfacenti tanto le esportazioni – pari a 12 miliardi di dollari – quanto le importazioni – con un dato di 7,1 miliardi di dollari – e un saldo attivo a favore dell'Italia di circa 5 miliardi di dollari.

Per quanto riguarda gli investimenti, spiega ancora il Ministero degli Esteri, la crisi nell'Eurozona “si è fatta sentire in Turchia in termini di minori investimenti dall’Europa”. Tuttavia, il flusso degli investimenti italiani ha vissuto una costante crescita, con circa 1300 imprese con partecipazione italiana presenti sul territorio turco.

A livello di appalti pubblici, negli ultimi anni le imprese italiane hanno ottenuto buoni risultati, aggiudicandosi diverse gare per la realizzazione di alcune tra le più importanti opere pubbliche.

In linea generale, Roma rappresenta un partner fondamentale in settori d’importanza strategica per Ankara. La Farnesina individua 4 direttrici principali dei rapporti Italia-Turchia:

  • la presenza di grandi gruppi dell’industria manifatturiera italiana con impianti produttivi nei principali cluster industriali turchi;
  • la collaborazione fra piccole e medie imprese italiane e turche;
  • la partecipazione italiana allo sviluppo infrastrutturale del Paese;
  • la cooperazione Italia-Turchia nel settore della difesa.

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Turchia/UE, salta obbligo di visto

Nelle stesse ore in cui si è svolto ad Istanbul l'incontro con i rappresentanti delle imprese italiane, il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas ha annunciato l'adozione, da parte del governo di Ankara, di un decreto con cui d'ora in avanti si permette ai cittadini dei 28 Stati membri Ue di entrare in Turchia senza visto.

Con questo questo provvedimento, ha aggiunto il portavoce Ue, “la Turchia ha soddisfatto un altro dei criteri importanti della procedura per la liberalizzazione dei visti", procedendo ulteriormente nel suo percorso di avvicinamento all'Unione europea. La Commissione, da parte sua, dovrebbe annunciare in giornata l'abolizione dell'obbligo dei visti da parte dei cittadini turchi che vogliono entrare nell'Ue.

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