Politiche agricole: da Bruxelles nuove norme per il periodo 2014-2020

Houses the European Commission - foto di Matthias v.d. ElbeLa nuova Pac (Politica agricola comune) è stata approvata ieri a Bruxelles dalla Commissione europea. Il documento, che prevede un pacchetto di modifiche rispetto all’attuale testo, stabilisce le strategie che verranno applicate nei 27 Paesi membri dell’Ue per il periodo 2014-2020 in materia di agricoltura.

Nello specifico, queste le misure più significative introdotte dalla Commissione:

I pagamenti diretti saranno attribuiti sulla base di un criterio unico, costituito dalla superficie e non più dalla produzione. L’obiettivo del provvedimento è quello di creare uniformità nell’erogazione dei contributi entro il 2019.

Per quanto riguarda il tema dell’inverdimento (greening), il 30% dei pagamenti diretti sarà finalizzato al rispetto di pratiche di tutela ambientale, quali la diversificazione delle colture, il mantenimento dei pascoli e di una cosiddetta "ecological focus area" (corrispondente ad almeno il 7% del terreno agricolo).

Si è poi proposto di concedere aiuti solamente agli “agricoltori attivi”, escludendo, quindi, quelli che non hanno prove tangibili per dimostrare la loro attività. Gli Stati membri dovranno inoltre indicare un minimo di ore di lavoro per l’attività agricola.

Il documento prevede, poi, la modifica dei criteri di attribuzione del capping (tetto aziendale) rispetto a quelli attualmente in vigore. Nella fattispecie, con le nuove misure i pagamenti verranno attribuiti in modo decrescente a partire da 150.000 euro, con un massimale di 300.000 euro.

Infine, ai Paesi che attualmente percepiscono meno del 90% della media Ue degli aiuti verranno concessi nuovi contributi. Al contrario, chi riceve più del 100% della media Ue, come l’Italia, subirà dei tagli ai finanziamenti.

La nuova Pac ha generato aspre critiche sia da parte degli schieramenti politici che da parte delle associazioni di categoria di tutta l’Europa. Il disappunto nei confronti del documento ha unito anche quegli Stati membri che avevano sempre mostrato posizioni divergenti in materia di politiche agricole, come Francia e Regno Unito.

Da Londra affermano che la proposta non è riuscita ad offrire riforme radicali, mentre a Parigi le critiche maggiori sono nei confronti del capitolo sulla strategia verde, definita troppo complicata e non rispondente alla realtà economica. Scettiche rispetto a quest’ultimo aspetto sono anche molte ong ambientaliste, che si dichiarano insoddisfatte da misure incapaci di mettere un freno alle pratiche di agricoltura intensiva.

Copa-Cogeca, organizzazione degli agricoltori e delle cooperative agricole europee, ha invece affermato che la nuova proposta non sarà in grado di produrre un miglioramento nel profitto e nella produttività del settore europeo agroalimentare.

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