Solvit: un aiuto per le imprese per i reclami transfrontalieri

UE flag, author S. Solberg J.Lo scorso anno circa 1363 cittadini, professionisti e imprenditori si sono avvalsi con successo in tutta Europa dell’aiuto di Solvit per far rispettare i loro diritti nell’ambito del mercato unico. Il 34% delle domande pervenute riguardava questioni relative alla sicurezza sociale, il 23% il diritto di soggiorno, il 16% il riconoscimento delle qualifiche professionali.

Ad affermarlo è il report annuale pubblicato in questi giorni dalla Direzione Generale per il Mercato Interno della Commissione Europea. Le richieste relative a problemi di business (tasse, accesso di beni e servizi ai mercati nazionali, immatricolazione veicoli) sono numericamente inferiori rispetto alle istanze dei privati cittadini: pochi imprenditori, infatti, sono entrati in contatto con questo sevizio. Per questo, sin dalla fine del 2009, Solvit si è posto l’obiettivo di promuovere maggiormente i suoi servizi per questa specifica tipologia di utenza.

Solvit, che nel 2012 compierà dieci anni di attività, è un network creato nel 2002 su impulso della Commissione UE che coinvolge i 27 Stati membri più l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia. L’obiettivo dei punti Solvit dislocati in tutta l’UE è quello di spingere i cittadini e le imprese nella giusta direzione e di verificare tutte le possibilità per risolvere i loro problemi con la Pubblica Amministrazione.

Molti dei casi affrontati da Solvit testimoniano la difficoltà ad esercitare una professione per quei cittadini che si trasferiscono in un altro paese dell’UE, spesso vittime di ritardi o peggio di azioni discriminatorie. Ad esempio, sebbene l’articolo 51 della direttiva 2005/36/EC preveda, in caso di documentazione incompleta, l’obbligo per l’autorità competente di comunicare al cittadino la necessità di eventuali integrazioni, raramente questi termini vengono rispettati. Molto frequenti, inoltre, le questioni relative alla libera circolazione di beni e servizi nell’UE e alle tasse. Un centro di eccellenza in tal senso è il Solvit della Repubblica Ceca, che tra l’altro è incaricato di informare le aziende sulle regole tecniche per la commercializzazione di determinati prodotti.

Nel nostro paese il punto Solvit è affidato a una task force che opera presso il Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri con sede a Roma.

“Secondo l’ultimo rapporto Solvit – dichiara ai nostri microfoni Giuseppina Valente, referente nazionale Solvit Italia - come numero di reclami transfrontalieri l’Italia si colloca al quarto posto in Europa. L’équipe, composta da quattro unità, lavora presso l’ufficio Cittadinanza Europea, servizio procedure di infrazione e Solvit. Questo perché, nel nostro paese, l’ottica è quella di prevenire a monte le procedure di infrazione. Per prima cosa valutiamo se c’è stata una violazione del diritto comunitario, avvalendoci anche dell'ausilio di avvocati indipendenti della Commissione Europea: verificata la violazione della normativa europea, in un’ottica di cooperazione e di correttezza amministrativa, inoltriamo il reclamo al paese membro interessato attraverso l’ufficio Solvit locale, che ha settanta giorni per risolvere il caso. Ricordiamo che possiamo ricevere i reclami sia tramite posta elettronica all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. , via fax al numero 0667795044 o via lettera all'indirizzo Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Politiche Comunitarie, piazza Nicosia 20, 00186 Roma. E' preferibile però utilizzare il form on line raggiungibile dal sito del Dipartimento”.

Non sempre, però, le imprese sono a conoscenza di questo servizio. Continua Giuseppina Valente: “Per diffondere la nostra attività siamo in contatto con la rete per le imprese, (the Enterprise european network) della Commissione UE, presente a livello locale in tutta Italia. Molti non conoscono le attività del Solvit, ma la Rete è in grado di metterlo in contatto con noi o di inoltrarci direttamente l’istanza dell’impresa. Riteniamo che da questo punto di vista sia necessario instaurare un rapporto di maggiore fiducia con le imprese”.

Entrando nel vivo delle richieste che riguardano il mondo delle imprese, Valente ricorda che al Solvit italiano giungono diversi reclami rivolti all'Agenzia delle Entrate – provenienti da altri paesi comunitari per il rimborso Iva ai soggetti non residenti nel nostro paese.

Per capire l’attività di Solvit è necessario fare qualche esempio. Nel 2010 ha aiutato in tredici settimane uno studente bulgaro a riconoscere il suo diploma ai fini dell’iscrizione ad una facoltà di architettura in Germania.

Risolto in quattro settimane, invece, il caso di un polacco che non riusciva a riconoscere nel suo paese natale il titolo di ingegnere conseguito durante i suoi studi in Irlanda.

Un imprenditore sloveno operante nel settore dei trasporti in Austria, aveva richiesto invano il rimborso dell’Iva mediante procedura telematica. Grazie all’intervento di Solvit, ha risolto il suo problema in una settimana.

Simile il caso di un’impresa danese che fa parte di un consorzio europeo con sede in Italia. L’azienda aveva richiesto nel nostro paese il rimborso dell’Iva per le fatture emesse nel 2007, ma il pagamento tardava ad arrivare. Con l'intervento dell’ufficio italiano di Solvit le autorità italiane hanno scoperto che dalla documentazione non era chiaro se l’acquisto fosse stato fatto in Italia o altrove. In 19 settimane Solvit ha fatto sì che il rimborso andasse in porto.

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Pubblicato dalla Commissione europea il Rapporto annuale SOLVIT 2010.

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