Istituto Ue Innovazione e Tecnologia - ricerca e startup a Innoveit 2015

EITPromuovere e rafforzare il legame fra ricerca e mondo imprenditoriale. Così Gabor Bojar, del consiglio direttivo dell'Istituto Europeo per l'Innovazione e la Tecnologia descrive l'obiettivo principale dell'EIT nel corso di Innoveit 2015, il forum annuale che premia le migliori idee e startup innovative d'Europa. Fra i finalisti, anche quattro italiani: ecco come descrivono i loro progetti.

Innovazione e startup - Il ruolo di EIT e dei KICs

Gli EIT Awards intendono promuovere le innovazioni europee più promettenti puntando i riflettori su innovatori e imprenditori che partecipano alle Comunità della conoscenza e dell'innovazione (KICs). “Vedere i migliori talenti europei nel campo dell’innovazione tradurre le proprie idee imprenditoriali in progetti concreti è un’esperienza entusiasmante e fonte di grande ispirazione”, dichiara Peter Olsen, Presidente del Consiglio direttivo dell’EIT.

Il focus è tutto sulle idee innovative e le startup, selezionate sulla base dell'eccellenza, in primo luogo, dell'innovatività dell'idea, del suo impatto commerciale e del business plan. L'EIT “contribuisce alla nascita e allo sviluppo delle startup nella fase iniziale, di lancio”, dichiara Bojar.

Fondamentale in tal senso il ruolo delle Comunità della conoscenza e dell'innovazione (KICs). Numerose le startup nate nell'ambito di Climate-KIC, il più grande Partenariato Pubblico-Privato per l'innovazione, incentrato sulla mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, che riunisce più di 200 soggetti fra università, enti di ricerca, aziende e settore pubblico, presenti in 10 Paesi europei. 64 per la precisione, nota l'amministratore delegato Bertrand van Ee, tutte focalizzate sulle tre principali aree in cui opera Climate-KIC: “smart cities, agricoltura sostenibile e produzione a rifiuti zero”.

I finalisti italiani

Change, Venture, Innovation. Sono le tre sezioni in cui si articola il premio dell'Istituto Europeo per l'Innovazione e la Tecnologia (EIT).

Per la prima sezione, EIT Change Award, dedicata al cambiamento, concorre il ricercatore trentino Steven Tait, che nel corso di Innoveit 2015 presenta il progetto Favour-Exchange, network solidale che permette di scambiare, donare o prendere a prestito beni e servizi.

Favour-Exchange nasce nell'ambito del progetto Mobile Territorial, realizzato da Telecom Italia in collaborazione, fra gli altri, con MIT, Telefonika. L'obiettivo è promuovere l'aiuto reciproco e la coesione nelle comunità locali in un'ottica di sharing economy.

In particolare, “il progetto consiste nello scambio di favori, in un'ottica di buon vicinato”, spiega Tait, e si sviluppa in tre sezioni, che fanno riferimento ad altrettanti servizi offerti: regalo, prestito e tempo. In sostanza, gli utenti di una certa località hanno la possibilità di scambiarsi reciprocamente oggetti e servizi, dal trapano alle lezioni di matematica, attraverso una semplice applicazione.

Fra gli ostacoli da superare, “la mancanza di fiducia reciproca”: in tal senso è stato messo a punto un sistema che funziona ad invito, permettendo così di riconoscere concretamente gli utenti e accertarne l'affidabilità, e "un algoritmo, in fase di brevettazione, che dà un punteggio in base a quanto l'utente contribuisce alla community”.

“Dietro questa applicazione”, prosegue Tait, “c'è un sistema che permette alle persone di capire se sono affidabili. Una volta superata la barriera dell'affidabilità, si pone la barriera dell'età: i giovani sono più portati a condividere, ma ciò richiede un cambiamento culturale”.

“Il senso è ricreare un vicinato com'era una volta. Il pilot è a Trento, ma l'idea è creare piccole comunità in Italia e a livello globale”. Per il futuro, conclude Tait, “intendo proseguire quest'attività e concentrarmi sui big data, che offrono grandissime opportunità e possibilità di ricerca”.

Due i finalisti italiani per la sezione Venture, che premia le startup supportate dalle Comunità della Conoscenza e dell'Innovazione (Knowledge Innovation Communities - KICs) nella fase di creazione e sviluppo del business: Emanuela Zaccone e Stefano Calderano.

Emanuela Zaccone è co-fondatrice di TOK.tv, applicazione di social tv che consente agli utenti di interagire mentre guardano un programma o un evento sportivo.

"Tok.tv è una piattaforma social per gli appassionati di sport che sfrutta l'uso della voce, creando dei salotti virtuali e permettendo di scattare social selfie. L'idea è quella di ridare agli appassionati dello sport l'emozione di condividere le partite insieme, come se fossero sullo stesso divano. Siamo integrati nelle app ufficiali di Juventus e Real Madrid".

"Siamo nati con il quartier generale a Palo Alto", spiega la Zaccone, "adesso abbiamo uffici anche in Italia e a Londra. Abbiamo chiuso la nostra fase di seeding a dicembre 2014 raccogliendo più di un milione di dollari principalmente da angel investors. Ora siamo nella fase seguente e chiaramente raccogliamo ancora di più. È uno sviluppo abbastanza lineare".  Nel 2015 "resteremo focalizzati sul calcio, nel 2016 l'idea è quella di muoverci anche ad altri sport e nel 2017 al resto del mercato televisivo".  

Stefano Calderano è invece l'amministratore delegato di Jusp, startup che, recita il sito, “nasce come risposta alla ricerca di una soluzione semplice, sicura e solida che permettesse di incassare pagamenti da carte di credito anche in mobilità e con l‘obiettivo di migliorare l‘attività di piccole e grandi aziende”. Per intenderci, una versione italiana di Square, che consente l’incasso dei pagamenti con carte di credito e bancomat attraverso un POS mobile collegabile a PC, smartphone e tablet.

Ad illustrare il progetto è il fondatore Jacopo Vanetti: “l'idea è quella di far fare pagamenti alle persone e agli esercizi su un POS portatile, uno strumento che ha il vantaggio di essere collegato a un sistema intelligente”. L'azienda è nata nel 2011, nel febbraio 2012 è entrato Stefano Calderano come angel investor e da febbraio 2014 Jusp è sul mercato.

Jusp è un lettore di carte con chip che si connette tramite porta audio o usb, compatibile con qualsiasi dispositivo in grado di gestire applicativi, inclusi computer portatili e smartphone, e che permette di accettare pagamenti con carte di credito e di debito. Allo stesso tempo, la piattaforma permette alle imprese di mettere a punto attività di marketing, anche targettizzate sull'utente. “Vendiamo direttamente all'esercente finale, soprattutto piccole e medie imprese, e allo stesso tempo ci rivolgiamo a grandi corporate cui proponiamo soluzioni ad hoc. SI tratta soprattutto di assicurazioni, in particolare AXA” ha adottato questa tecnologia.

“Per ora siamo solo in Italia”, dove però c'è ancora una certa ritrosia all'utilizzo di carte, malgrado le detrazioni fiscali previste per gli esercenti che installano il POS. L'obiettivo di Vanetti e Calderano è quindi “replicare questa esperienza anche all'estero. Ci stiamo rivolgendo soprattutto a Inghilterra e Spagna, e stiamo valutando un progetto in Francia”.

Ancora un italiano finalista, nella sezione Innovation: Bruno Crispo con il suo Mobile Shield, cioè applicazioni per smartphone volte a proteggere i dati personali e le abitudini di navigazione dell'utente. L'obiettivo del progetto, spiega, è “rendere più sicure le piattaforme mobili e il loro uso”, sia per gli utenti tradizionali sia per gli utenti business.

Nel primo caso, Mobile Shield si presenta come un'applicazione “molto semplice, da installare e da utilizzare, che permette di navigare in modo sicuro senza rilevare la posizione dell'utente, i siti visitati, e che allo stesso tempo protegge il telefono da software malevoli”. Applicazione che piace agli utenti, “abbiamo avuto già 2 milioni di download”.

Dal lato business, gli utenti cui si rivolge sono coloro che “già offrono servizi legati a transazioni finanziarie (dal mobile banking all'acquisto di biglietti aerei, hotel...) che hanno così a disposizione un servizio di rilevamento delle frodi real time”. La differenza rispetto ad altri servizi simili sta nella fase di progettazione: “si tratta di una soluzione che parte per il mobile e non è un adattamento di soluzioni già esistenti”.

Nell'ambito del prodotto, già sul mercato, “abbiamo anche sviluppato una tecnologia, ancora non commercializzata, che permette di avere sullo stesso smartphone un profilo utente privato e uno lavorativo, evitando di avere quindi due telefoni, in maggiore sicurezza”.

Inoltre, quest'anno “un produttore di telefoni sta mettendo a punto un terminale basato su questa tecnologia. Un prodotto destinato non agli utenti di massa, ma a una nicchia di consumer, che offre una soluzione sicura”.

Il progetto - coordinato dall'Università di Trento - è realizzato da un consorzio europeo che riunisce aziende e centri di ricerca: aziende italiane che commercializzano la soluzione; Poste italiane, che la utilizza e la rivende ai suoi clienti interni; un Centro di ricerca svedese specializzato in interacting design, che si è occupato dell'utilizzabilità della soluzione consumer; l'Università di Berlino, Deutsche Telekom e F-Secure, azienda finlandese leader nel mercato di software sicuro.

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