Piano periferie - arrivano le FAQ del Governo

Rapporto con le vecchie chiamate per le aree degradate, definizioni, ammontare dei finanziamenti, ruolo degli investimenti privati e altri casi particolari del bando periferie

Autore: Simone Tagliaferri> Piano periferie - bando al via, domande entro il 30 agosto

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Il Governo ha pubblicato un primo gruppo di risposte ai dubbi delle amministrazioni sul bando periferie. La scadenza per presentare le domande di accesso ai 500 milioni di fondi si avvicina: il termine è fissato per il prossimo 29 agosto. Così, Palazzo Chigi sta lavorando per chiarire tutti i dubbi dei sindaci che, nei prossimi giorni, dovranno dare le ultime limature ai progetti da presentare.

Le città metropolitane

I primi dubbi rilevanti riguardano le città metropolitane che, stando alla lettura del decreto, avranno a disposizione tre alternative: potranno presentare una proposta che riguardi solo progetti specifici relativi al comune con il maggior numero di abitanti, sottoscritta dal sindaco del comune medesimo; potranno presentare una proposta che riguardi solo progetti specifici negli altri comuni interni al perimetro metropolitano, sottoscritta dal sindaco della città metropolitana; oppure potranno presentare un’unica proposta che riguardi sia progetti specifici per il comune del territorio metropolitano con il maggior numero di abitanti, sia progetti specifici che interessino gli altri comuni interni al perimetro metropolitano. In questo caso la proposta deve essere sottoscritta dal sindaco della città metropolitana.

I Comuni interni

Quanto ai Comuni interni al perimetro metropolitano, viene invece specificato che questi non potranno presentare autonomamente proposte di partecipazione al bando. La proposta, infatti, deve essere presentata dal sindaco della città metropolitana e “può contenere progetti che riguardano uno o più comuni interni al perimetro metropolitano”.

Le regole per i finanziamenti

Una precisazione importante arriva sull’ammontare totale del finanziamento, pari a 18 milioni di euro per i Comuni con il maggior numero di abitanti di ciascuna città metropolitana. Questo sarà aggiuntivo rispetto alla quota massima di 40mila euro per il territorio di ciascuna città metropolitana. Ma soltanto nel caso in cui per il territorio della città metropolitana siano presentate due distinte proposte: una che riguardi solo progetti specifici relativi al comune con il maggior numero di abitanti e una che riguardi progetti specifici per gli altri Comuni interni al perimetro metropolitano.

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Le definizioni

Quanto alla definizione di periferia, si chiarisce se un comune parte di una città metropolitana possa essere esso stesso inteso come periferia del comune del territorio con il maggior numero di abitanti. Stando alle risposte di Palazzo Chigi, questa non è una regola generale. Le proposte di intervento, infatti, devono sempre essere localizzate in specifiche aree caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi del comune proponente.

Il vecchio piano

Altri dubbi riguardano le interazioni con il precedente piano periferie. Alcune amministrazioni hanno chiesto se sarà possibile avanzare proposte anche per ambiti per i quali sia stata presentata domanda di partecipazione al piano regolato dal Dpcm del 15 ottobre 2015. Le proposte potranno riguardare casi nei quali non si conosca l’esito finale dell’istanza. Se ammesse a finanziamento le domande decadranno, in tutto o in parte, dagli eventuali fondi concessi nell’ambito del secondo bando periferie.

Gli investimenti privati

Ancora, gli interventi potranno riguardare anche strutture private di interesse pubblico e non solo strutture pubbliche in senso stretto, in quanto “il bando favorisce la partecipazione all’attuazione dei progetti da parte di altri soggetti pubblici e privati”. In questo caso, occorrerà presentare una scheda relativa ai soggetti privati cofinanziatori del progetto, con indicazione del relativo apporto finanziario e delle relative intese o accordi sottoscritti. Le modalità di coinvolgimento di eventuali soggetti privati dovranno, inoltre, prevedere procedure di evidenza pubblica, per evitare affidamenti diretti che non rispettino le esigenze del mercato.

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