Utilities - crescono investimenti digital, ma resta deficit competenze

Investimenti digitaliI settori acqua, energia e gestione dei rifiuti investono sempre più in IoT, blockchain, cybersicurezza e robotica, ma c’è ancora un deficit di competenze, che andrebbe compensato con la proroga degli incentivi alla formazione 4.0.

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Presentato al Ministero dello Sviluppo economico, l’Orange Book “Utilities 4.0 – Stato dell’arte e prospettive dell’innovazione nei Servizi Pubblici Locali” di Utilitalia e Fondazione Utilitas analizza l’impatto dell’innovazione digitale sui settori dell’acqua, dell’energia e della gestione dei rifiuti, attraverso i risultati di una ricognizione effettuata presso oltre 100 operatori.

Inizia l’era 4.0

Fra le utilities esaminate, una su due si aspetta che l’impatto generato dalle tecnologie 4.0 nel proprio settore sarà elevato, con una maggiore percezione della portata del cambiamento nel settore del ciclo idrico. Anche per via degli investimenti crescenti nell’innovazione digitale: circa l’85% delle aziende ha espressamente dichiarato di aver investito in qualche soluzione di Industria 4.0 negli ultimi tre anni.

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In particolare, il 60% delle aziende ha realizzato interventi relativi ad App Mobile, il 55% in IoT legato alla sensoristica.

Quanto alle tecnologie 4.0 destinate ad avere il maggiore impatto, secondo quasi il 90% dei gestori, le soluzioni basate sull’IoT saranno quelle che genereranno i maggiori cambiamenti nei diversi settori, seguite dai sistemi di Intelligenza Artificiale (41%).

In cifre, l’aumento degli investimenti complessivi (disponibili per 73 operatori) sarà del 33%: dai 4,2 miliardi di euro del triennio 2015-2017 si passerà ai 5,6 miliardi del triennio 2018-2020. Significativo l’impulso degli investimenti nel settore idrico (+32%), che consolida il trend di crescita messo in moto dalla regolazione del settore.

Puntando il radar sugli investimenti in tecnologie digitali, la crescita sarà esponenziale: dai 164 milioni del 2015-2018 ai 358 milioni del triennio 2018-2020 (+118%).

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Competenze digitali: decisive, ma ancora insufficienti

Sul fronte delle competenze, fra i fattori critici per il successo dei processi di innovazione tecnologica delle aziende, gli investimenti languono. Mediamente, infatti, solo il 24% delle aziende ha previsto l’assunzione di specialisti o l’ingresso di figure professionali legate all’ecosistema digitale nei prossimi due anni.

Percentuale che scende ancora nel caso delle piccole aziende (quelle il cui fatturato non supera i 25 milioni), in cui appena il 7% prevede di immettere nuove competenze digitali.

Discorso diametralmente opposto - non a caso - per le aziende “top”: il 65% di queste assumerà specialisti del digital.

Incentivi Industria 4.0: difficile fruirne

Quanto all’adesione ai meccanismi incentivanti di Industria 4.0, un’azienda su quattro dichiara di averne beneficiato.

Tra i principali ostacoli alla fruizione degli incentivi per gli investimenti in digitalizzazione, il 60% delle aziende ha indicato l’incompatibilità degli interventi in programma con il sistema di incentivi.

Commenti

“Le Utilities si trovano a dover affrontare tre sfide: decarbonizzazione, decentramento e digitalizzazione, alle quali dovranno far fronte molto velocemente, gestendo il cambiamento nei prossimi 10-15 anni”, sottolinea il sottosegretario allo Sviluppo economico Davide Crippa. “In questo passaggio molto delicato il ruolo del Governo sarà di supporto e di accompagnamento, ma non di assistenza tout court. Industria 4.0 e Formazione 4.0 rappresentano due validi strumenti di sostegno che necessitano di stabilità regolatoria. Auspichiamo, infine, un ruolo attivo delle Utilities nel percorso che ci porterà alla definizione ed attuazione del Piano Energia Clima 2030”.

“Le utilities hanno un vasto mondo di innovazione, dall’IoT alle blockchain, dalla cybersecurity alla robotica, ma serve un booster che porti su larga scala quello che oggi è principalmente concentrato nelle grandi imprese”, sottolinea il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti. “A prescindere dall’assetto proprietario delle imprese è necessario supportare una dimensione minima, compensare un deficit di competenze e sostenere gli investimenti semplificando le procedure. Da parte delle imprese il dovere è un management di qualità che non abbia paura di innovare e con una visione oltre la scrivania”.

“Sarà necessario rafforzare l’asse della Formazione 4.0, prorogando gli incentivi, stabilizzando sul medio periodo quelli legati alla trasformazione 4.0, sostenendo adeguatamente la transizione energetica e integrando le utilities come protagoniste all’interno dei Competence Center sul territorio”, evidenzia il presidente della Fondazione Utilitatis Federico Testa.

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