EU Clean Industrial Deal: l'appello per strumenti finanziari più semplici e incentivi per le industrie Net-Zero

EU Clean Industrial Deal - Foto di PIRO da PixabayLe associazioni imprenditoriali europee che rappresentano le industrie dei settori rinnovabili, chimica, metalli, batterie e idrogeno presentano un appello ai Governi UE affinché la prossima Commissione europea lanci entro i primi 100 giorni di mandato un “EU Clean Industrial Deal”, una strategia industriale che semplifichi gli strumenti finanziari UE, riduca la burocrazia e preveda incentivi adeguati.

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Nella lettera inviata al Consiglio europeo le industrie europee delle tecnologie pulite e dei principali fornitori di materiali chiedono un impegno chiaro per i prossimi mesi: varare un Clean Industrial Deal e prevedere azioni urgenti per mantenere l’Europa nella corsa mondiale alle tecnologie pulite.

Le otto associazioni imprenditoriali dei settori rinnovabili, chimica, metalli, batterie e idrogeno - RECHARGE (European Advanced Rechargeable Batteries Association), Hydrogen Europe, WindEurope, EUROFER, SolarPower Europe, CEFIC (European Chemicals Industry Council), Eurometaux (European Metals Association) e EUROBAT (Association of European automotive & industrial battery manufacturers) - lanciano sostanzialmente un appello a mantenere la barra dritta anche dopo le elezioni europee, anzi a fare di più per garantire che le catene di approvvigionamento di energia pulita in Europa, dalla materia prima al prodotto, crescano in modo convincente. 

Finora Bruxelles si è mossa con una serie di proposte normative, in particolare il Net-Zero Industry Act e il Critical Raw Materials Act, che fissano obiettivi per il 2030. 

“Ma oggi la competizione globale per la leadership nelle tecnologie pulite e nelle materie prime si è intensificata”, sottolineano le associazioni imprenditoriali nell’appello. “La Cina ha stabilito un’impronta crescente nella maggior parte dei settori delle tecnologie pulite, mentre gli Stati Uniti hanno compiuto un passo avanti decisivo con il loro Inflation Reduction Act”. Tutto questo sta accadendo “mentre la situazione degli investimenti in Europa è peggiorata dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con prezzi elevati dell’energia, inflazione e crescenti rischi di approvvigionamento”. 

Situazioni che mettono alla prova le ambizioni europee in vari settori, dall’industria eolica alle catene di fornitura di veicoli elettrici e a celle a combustibile, dagli obiettivi di produzione di energia solare ed elettrolizzatori fino ai produttori di metalli e prodotti chimici.

Per questo, sottolineano, “è necessaria con urgenza una politica industriale reale e tangibile che copra l’intera catena di approvvigionamento per garantire che l’Europa non abbandoni la corsa mondiale alle tecnologie pulite”.

“Non c’è un solo mese da perdere”, sottolineano, per questo si appellano ai Governi degli Stati membri di fare una richiesta chiara alla prossima Commissione europea affinché definisca un pacchetto industriali, l’EU Clean Industrial Deal, nei suoi primi 100 giorni di mandato.

Per le associazioni imprenditoriali lo European Clean Industrial Deal dovrebbe fare perno su 5 assi: 

  1. Rendere gli strumenti finanziari europei più facilmente accessibili per le aziende, sul modello dell’IRA statunitense Nel breve termine, chiedono un aggiustamento mirato degli strumenti esistenti, ad esempio modificando la portata del quadro temporaneo di crisi e transizione per sostenere la competitività dei settori critici, o utilizzando meglio l’Innovation Fund. In futuro, per rilanciare la competitività saranno essenziali nuove e significative fonti di finanziamento a livello UE specificatamente assegnate alle catene di approvvigionamento di energia pulita, così come una riforma delle linee guida sugli aiuti di Stato dell’UE per tenere meglio conto della concorrenza globale;
  2. Autorizzazione accelerata per la produzione e l’implementazione delle energie rinnovabili e per i progetti strategici relativi alle materie prime: diversi progetti sono bloccati in processi burocratici in tutta Europa in un periodo in cui anche i settori industriali devono passare attraverso una transizione profonda. La realizzazione di infrastrutture nuove e migliorate per l’elettricità, l’idrogeno e la CO2 è una priorità assoluta. Per questo occorre tradurre le buone nuove regole dell’UE sui permessi in una reale accelerazione a livello nazionale, per tutti i settori delle tecnologie pulite, compresi l’estrazione, la lavorazione e il riciclaggio dei materiali;
  3. Prezzi dell’energia competitivi: imparando dalla crisi energetica e considerando i suoi impatti attuali, l’Europa deve considerare come priorità assoluta la fornitura urgente di prezzi dell’energia competitivi a livello globale che diano certezza negli investimenti sia ai produttori che ai consumatori. Si tratta per i firmatari dell’appello di una precondizione fondamentale per garantire la transizione energetica dell’Europa e la sicurezza dell’approvvigionamento di energia, metalli e tecnologie pulite;
  4. Condizioni di parità per un’autonomia strategica aperta: l’Europa dovrebbe progettare le proprie politiche industriali e commerciali in modo strategico per sostenere gli obiettivi di produzione e catena di fornitura a tecnologia pulita. Nei settori in cui esistono prove sostanziali di pratiche sleali nei paesi terzi che incidono sul mercato dell’UE, sono necessari rimedi efficaci, mentre per altri si dovrebbe utilizzare uno strumento maggiormente basato su incentivi. Anche la cooperazione internazionale basata su regole, compresi gli accordi di libero scambio e i partenariati basati sulla reciprocità e sull’approccio orientato al mercato, sarà fondamentale, in particolare per il trasferimento di materie prime, energia e tecnologia;
  5. Incentivi di mercato adeguati: l’attenzione dell’Europa allo sviluppo di catene di fornitura nazionali complete necessita di adeguate misure di incentivi di mercato che premino i produttori di tecnologia per l’approvvigionamento di materiali o componenti locali, per affrontare le differenze di costo e migliorare la parità di condizioni per le pratiche di produzione sostenibili, evitando al contempo qualsiasi interruzione forniture globali.

Foto di PIRO da Pixabay

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