Italia-Cina: non solo Belt and Road nella nuova fase di cooperazione

Italia-Cina - foto Governo.itIn occasione della visita del presidente Xi Jinping a Roma, Italia e Cina hanno siglato il discusso memorandum d’intesa per la cooperazione sulla Belt and Road Initiative, ma anche accordi in materia di startup, e-commerce, internazionalizzazione, cultura, turismo e fisco.

Italia-Cina: con Xi Jinping la Via della Seta arriva a Roma

Gli accordi siglati da Roma e Pechino in occasione della visita del presidente della Repubblica cinese riguardano i principali settori strategici delle due economie e sono finalizzati a rafforzare le relazioni bilaterali nel rispetto delle linee strategiche dell’Unione europea.

Nuova Via della Seta, e-commerce e startup

Al termine del colloquio a Villa Madama tra il presidente cinese Xi Jinping e il premier italiano Giuseppe Conte, sono stati siglati dal ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio tre memorandum d’intesa con il governo di Pechino per promuovere la collaborazione Italia-Cina sulla Belt and Road Initiative, sul commercio elettronico e sulle startup.

La firma dell’intesa sulla nuova Via della Seta,  che - puntualizza il Governo - non ha valore di accordo internazionale e non dà quindi luogo ad impegni giuridicamente vincolanti, individua scopi, principi e modalità di collaborazione nel quadro dell’ambizioso progetto di connettività eurasiatica lanciato da Xi Jinping nel 2013. Un progetto, spiega Roma, che l’Italia guarda con favore anche per la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo.

Con la sottoscrizione del memorandum il Governo punta a:

  • il rafforzamento dell’export verso l’enorme mercato cinese, anche per allineare i nostri flussi commerciali e di investimenti diretti esteri a quelli di altri Paesi europei come Germania, Francia e Regno Unito;
  • il coinvolgimento delle imprese italiane per la realizzazione di progetti infrastrutturali lungo la nuova Via della Seta;
  • l’inclusione dei porti italiani nelle rotte del commercio internazionale.

Il memorandum definisce, inoltre, il rispetto dei principi dell'Agenda 2030, dell'Agenda 2020 di cooperazione Unione europea-Cina e della strategia dell'Unione europea per la connettività euroasiatica. L’accordo, assicura Roma, non rappresenta alcun rischio per gli interessi italiani, si pone in linea con le politiche adottate dalla UE verso la Cina e promuove "i principi, condivisi in ambito europeo, di mutuo vantaggio, reciprocità, trasparenza, sostenibilità e tutela della proprietà intellettuale, sino a creare un vero e proprio level playing field". 

Il memorandum d’intesa sull’e-commerce punta, invece, a promuovere la cooperazione tra le imprese e i consumatori del commercio elettronico operanti in Italia e in Cina, facilitando la cooperazione tra PMI e grandi piattaforme di commercio elettronico e condividendo le best practice e le innovazioni. 

Firmata, infine, una terza intesa che, spiega il Governo, si pone l’obiettivo di favorire la cooperazione scientifica e tecnologica tra startup italiane e cinesi. L’accordo prevede, tra le altre cose, attività di promozione di parchi scientifici e tecnologici, cluster industriali e investimenti in venture capital che possano consentire alle startup innovative una prospettiva di crescita internazionale, attraverso lo scambio di conoscenze, di processi e di persone. E’, inoltre, posta grande attenzione al tema della proprietà intellettuale per evitare che le aziende vengano penalizzate dalla condivisione di informazioni di natura industriale.

Italia-Cina: priorita' su commercio, investimenti e connettivita'

Internazionalizzazione: gli accordi di CDP e SACE-SIMEST

Cassa depositi e prestiti (CDP) ha firmato due accordi in occasione della missione di Xi a Roma. Il primo accordo è stato siglato da CDP con la Bank of China (BOC) e riguarda attività di collaborazione strategica per supportare la crescita delle aziende italiane nel mercato cinese. L’intesa prevede, in particolare, la realizzazione di un piano di emissioni obbligazionarie - i cosiddetti Panda Bond - e la strutturazione di un programma di co-finanziamento per imprese italiane che investono in Cina.

Il primo intervento, da 5 miliardi di Renminbi, ha ad oggetto l’emissione da parte di CDP di titoli obbligazionari, Panda Bond, destinati a investitori istituzionali operanti in Cina. I proventi derivanti dalle emissioni verranno utilizzati per finanziare - direttamente o indirettamente - succursali o controllate di aziende italiane con sede in Cina e quindi supportarne la crescita. La liquidità raccolta sarà veicolata alle imprese sia attraverso le banche italiane presenti in Cina, sia attraverso le banche cinesi.

Il secondo intervento, da 4 miliardi di Renminbi, prevede la definizione di un programma di supporto finanziario per le imprese italiane in Cina. Il programma sarà strutturato su un orizzonte di medio-lungo termine e sulla base di un controllo del rischio di ogni singola operazione di co-finanziamento da parte della BOC e di CDP.

Il secondo accordo è stato siglato da CDP con Snam - la principale utility regolata del gas in Europa - e Silk Road Fund Co. Ltd (SRF) - fondo d’investimento di proprietà del governo cinese per la promozione degli investimenti nei Paesi lungo la nuova via della Seta. L’intesa punta a valutare reciproche opportunità di collaborazione Italia-Cina individuando una serie di aree di interesse comune per realizzare iniziative congiunte lungo la Belt and Road.

In particolare, CDP e SRF potranno cooperare per facilitare potenziali opportunità di investimento nei settori: servizi finanziari, agricoltura, alimentari, tecnologia, manifattura, infrastrutture e trasporti, energia, white economy (salute e assistenza).

Snam e SRF, invece, potranno valutare eventuali iniziative congiunte di collaborazione in ambito infrastrutturale - in particolare su trasporto, stoccaggio e rigassificazione e impianti di biometano - a supporto della crescita dei settori del gas naturale e del biometano in Cina, in un’ottica di decarbonizzazione. Cassa depositi e prestiti potrà infine valutare la possibilità di co-finanziare la realizzazione delle eventuali iniziative coerenti con la missione del Gruppo anche nel campo energetico e della sostenibilità.

Sempre nell’ottica di sostenere l’export e la crescita internazionale delle imprese italiane in Cina, il Polo SACE SIMEST ha firmato due accordi con importanti stakeholder cinesi.

Il primo accordo è stato siglato con Sinosure, l’agenzia di credito all’esportazione cinese, e ha l’obiettivo di rafforzare la cooperazione per facilitare le opportunità di business da parte delle imprese dei due Paesi, con focus sulle PMI.

In particolare, le parti si sono impegnate a:

  • facilitare l’accesso delle imprese alle proprie soluzioni assicurativo finanziarie;
  • condividere informazioni ed esplorare insieme opportunità di interventi congiunti su progetti di reciproco interesse anche in Paesi terzi;
  • organizzare workshop, forum ed eventi di business matching dedicati alle imprese;
  • condividere best practice in materia di valutazione, assunzione e gestione dei rischi, recupero crediti.

Anche il secondo accordo, siglato dal Polo SACE SIMEST con Sumec (società che opera come import agent del Governo cinese), ha l’obiettivo di rafforzare la collaborazione bilaterale per promuovere le opportunità di business da parte delle imprese dei due Paesi. In particolare, le parti si sono impegnate a:

  • facilitare l’assegnazione di contratti da parte di Sumec a fornitori italiani, con il supporto assicurativo-finanziario di SACE SIMEST,
  • creare un team dedicato presso Sumec per identificare le opportunità di business per le imprese italiane in Cina,
  • utilizzare l’Ufficio di SACE SIMEST a Shanghai come focal point per tutte le richieste di Sumec,
  • organizzare workshop, forum ed eventi di business matching dedicati alle imprese.

Italia-Cina: accordi per promuovere agroalimentare made in Italy

Cultura: lotta a traffico illecito e valorizzazione siti Unesco

E’ stato siglato in occasione della visita di Xi Jinping anche un pacchetto di intese per migliorare la cooperazione in ambito culturale.

Il primo accordo riguarda il rafforzamento delle attività di cooperazione internazionale nella lotta al traffico illegale di opere d’arte e prevede, tra le altre cose, l’istituzione di un gruppo di lavoro composto dal segretario generale del MIBAC, dal personale del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e dal direttore generale del dipartimento Affari esteri dell’amministrazione nazionale per il patrimonio culturale della Repubblica Popolare Cinese.

L’intesa, spiega Roma, inaugura una nuova stagione nei rapporti tra Italia e Cina e favorisce la promozione di attività di formazione nell’ambito dell’amministrazione, della catalogazione e del monitoraggio dei mercati, della gestione, dell’importazione e dell’esportazione di beni culturali, da realizzare attraverso l’interscambio di visite e competenze, ma anche corsi di formazione tra le strutture inquirenti specializzate.

Il secondo accordo Italia-Cina in materia culturale mira, invece, a valorizzare e migliorare la fruizione dei siti Unesco patrimonio dell’umanità italiani e cinesi. Infine, sono stati siglati due patti di gemellaggio tra la città di Verona e la città di Hangzhou e tra l’associazione per il patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato (Piemonte) e il comitato di gestione per il Patrimonio dei "Terrazzamenti del Riso di Honghe Hani" della contea cinese dello Yunnan.

MiSE - ecco come funziona la Task Force Cina

Turismo: sviluppo sostenibile e ampliamento destinazioni

Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo Gian Marco Centinaio ha firmato insieme al ministro della Cultura e del Turismo della Repubblica Popolare Cinese S.E. Luo Shugang una lettera d'intenti in materia di collaborazione bilaterale per la promozione del turismo sostenibile, anche in vista del 2020 che, ha annunciato il ministro, sarà l'Anno della cultura e del turismo Italia-Cina.

Tra gli ambiti di collaborazione prioritari Centinaio ha evidenziato l’importanza di sviluppare i collegamenti aerei per ampliare il ventaglio dell'offerta tra i due Paesi oltre le destinazioni consolidate e di promuovere gli itinerari rurali, i borghi, il turismo enogastronomico, “ricchezze straordinarie da offrire e un'esperienza indimenticabile per i turisti cinesi che verranno nel nostro Paese”, ha aggiunto il ministro.

Economia: via le doppie imposizioni fiscali

Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria ha firmato, insieme al ministro degli Esteri cinese Wang Yi, il nuovo accordo tra Italia e Cina per eliminare le doppie imposizioni fiscali.

Secondo il nuovo testo, che aggiorna quello in vigore dal 1990:

  • in materia di dividendi, è prevista una riduzione dell’aliquota convenzionale di prelievo alla fonte rispetto all’accordo del 1986, dal 10% al 5%, nel caso di partecipazioni dirette di almeno il 25% del capitale della società che paga i dividendi, detenute per un periodo di almeno 365 giorni. Di tale riduzione dell’aliquota potranno pertanto beneficiare le imprese italiane che percepiscono dividendi di fonte cinese,
  • in materia di interessi, la misura della ritenuta applicabile nello Stato della fonte non può eccedere un’aliquota pari al 10% dell'ammontare lordo degli interessi; è prevista un'aliquota ridotta dell’8% sugli interessi pagati a istituti finanziari, in relazione a prestiti con durata almeno triennale mirati a finanziare progetti d’investimento. Tuttavia, l'accordo prevede l’esenzione da ritenuta alla fonte sui pagamenti di interessi in uscita quando il soggetto pagatore è il Governo o un ente locale, oppure quando gli interessi sono pagati al Governo o a un ente locale, alla Banca Centrale, a un ente pubblico, oppure a un ente il cui capitale è interamente posseduto dal Governo. Ciò consente, tra l’altro, di ripristinare l’esenzione sui pagamenti di interessi di fonte cinese percepiti da alcune istituzioni finanziarie pubbliche italiane le quali - in base all’accordo del 1986 - non avevano più diritto all'esenzione in quanto non più detenute al 100% da capitale pubblico (CDP, SACE e SIMEST),
  • in materia di royalties, è previsto che l’aliquota generale applicabile nello Stato della fonte non possa eccedere il 10% sui canoni corrisposti per l’uso, o la concessione in uso, di un diritto d’autore su opere letterarie, artistiche o scientifiche ivi compresi il software, le pellicole cinematografiche e le pellicole o registrazioni per trasmissioni televisive o radiofoniche, nonché per brevetti, marchi, disegni o modelli, formule o processi segreti, o per informazioni concernenti esperienze di carattere industriale, commerciale o scientifico. E’ invece prevista un’aliquota effettiva del 5% per i pagamenti relativi all’utilizzo o al diritto di utilizzo di attrezzature industriali, commerciali o scientifiche. Tale aliquota è inferiore a quella prevista per le stesse tipologie di pagamenti negli accordi stipulati dalla Cina con i principali Paesi europei, in cui la riduzione massima si attesta al 6%,
  • in materia di capital gains, è confermato il trattamento delle plusvalenze derivanti dall’alienazione di partecipazioni qualificate con un livello minimo del 25%. Il nuovo accordo prevede tuttavia la tassazione di tali plusvalenze se detenute con un livello di partecipazione al di sopra di tale soglia in qualsiasi momento nei 12 mesi precedenti l’alienazione. Inoltre, per le tipologie di plusvalenze non espressamente disciplinate, la tassazione concorrente prevista nell’attuale accordo è sostituita con la tassazione esclusiva nello Stato di residenza dell’alienante.

Photo credit: Governo.it

Questo sito web utilizza i cookie! Acconsenti ai nostri cookie, se continui ad utilizzare questo sito web.