Dalla revisione del PNRR e dal REPowerEU nuovi fondi per l’automotive

Automotive - Foto di andreas160578 da PixabayÈ l’obiettivo dichiarato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che avrebbe in mente un piano di rilancio del settore auto in Italia che metta insieme Stellantis, imprese della componentistica, sindacati e Regioni. Un piano automotive che Urso vuole presentare entro la pausa di Ferragosto per finanziarlo con i fondi europei provenienti dalla modifica del PNRR o dal capitolo energetico REPowerEU. 

Come finanziare la transizione green del settore automotive

Nelle scorse settimane al MIMIT si sono poste le basi per la definizione di un accordo di transizione presentato all’azienda Stellantis per il rilancio del settore automotive in Italia, che contenga azioni per l’aumento della produzione nel Paese, l’aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo per poter accompagnare il settore auto nella doppia transizione green e digitale, ma anche una rimodulazione del sistema degli incentivi e una maggiore tutela e garanzia per l’indotto e l’occupazione.

Tavolo cui ha fatto seguito, il 24 luglio, un incontro con i sindacati cui Urso ha illustrato le linee guida del piano di rilancio: 

“Abbiamo posto a Stellantis obiettivi significativi: produrre un milione di autovetture l’anno secondo un cronoprogramma preciso, maggiori investimenti in ricerca e sviluppo e nuovi modelli innovativi da realizzare al fianco della giga factory che si occuperà della produzione delle batterie elettriche. Infine, un accordo di transizione per l’indotto italiano dell'auto, per accompagnarlo rispetto alle nuove sfide nei campi ambientale e digitale”.

Nei prossimi giorni il numero uno del MIMIT incontrerà anche i presidenti delle Regioni in cui ci sono stabilimenti Stellantis e l'Anfia. 

Di fatto, il MIMIT vuole incentivare ulteriormente la produzione automotive in Italia con un pacchetto di misure che federi Stellantis, sindacati, governatori di Regione e filiera della componentistica. 

Cosa c’entrano i fondi europei con la spinta al settore auto? C’entrano, come dichiarato dallo stesso Urso a margine dell’incontro con i metalmeccanici il 24 luglio. 

“L’auspicio è che il piano di rilancio possa essere definito prima della pausa di Ferragosto, anche per collegarlo alle risorse che potrebbero giungere dalla rivisitazione dei capitoli del PNRR e del REPowerEU che avverrà entro la fine di agosto”.

Cosa sappiamo su REPowerEU, il capitolo energetico del PNRR

Le ipotesi sull’uso dei fondi PNRR e REPowerEU per l’automotive

Urso non ha fornito ulteriori dettagli sul come, ma possiamo fare delle ipotesi.

Sappiamo che REPowerEU finanzierà il Piano Transizione 5.0, il pacchetto di agevolazioni alle imprese che nella nuova versione non saranno più rivolte solo al digitale ma sosterranno anche gli investimenti green. 

Probabile, quindi, che in quel contesto verranno incrementate anche le risorse a disposizione per il fondo automotive.

Istituito dal decreto 17/2022, il cosiddetto Fondo Automotive nasce con l’intento di rilanciare la politica industriale del comparto mettendo sul piatto 8,7 miliardi di euro fino al 2030. Fondi disponibili tramite tre canali: un fondo pluriennale per rafforzare la produzione e la filiera nazionale dell’auto; 750 milioni per il biennio 2023-2024 sotto forma di aiuti alla produzione, vale a dire tramite i contratti di sviluppo (cui va il 70% dei fondi) e gli accordi per l'innovazione (per il restante 30%). 

Per approfondire consulta l’articolo dedicato al funzionamento del Fondo Automotive

Finora Stellantis ha ottenuto oltre 2 miliardi e mezzo dallo Stato attraverso i contratti di sviluppo e gli accordi per l’innovazione.

La strada che Urso vorrebbe percorrere consisterebbe in un “accordo di sistema, come mai si è visto in questo paese”.  

In parallelo il Governo intende rimettere mano alla partita incentivi all'acquisto di auto: come ricostruito in questo articolo, prende sempre più piede l'ipotesi di una revisione degli incentivi che ponga maggiore accento sulla rottamazione delle auto da Euro 0 a Euro 3 e un ritorno dei contributi anche per l'usato.

Foto di andreas160578 da Pixabay

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