Novità sui finanziamenti a progetti pilota innovativi con fondi dei Patti territoriali
A sei mesi di distanza dall'istituzione della commissione incaricata di valutare i progetti, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy aggiorna, con una circolare, l'elenco dei settori esclusi dal bando per iniziative pilota finanziato con 100 milioni derivanti dalla chiusura dei Patti territoriali e dei Contratti d’area.
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Il decreto Crescita n. 34-2019 ha infatti stabilito che le risorse dei Patti territoriali non utilizzate possono finanziare progetti innovativi per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale. I criteri generali sono stati fissati con decreto del 30 novembre 2020, mentre con il decreto direttoriale del 30 luglio 2021 sono state definite le modalità per accedere ai finanziamenti.
Il bando si è chiuso il 15 febbraio 2022 e a giugno dello scorso anno è stata istituita la commissione incaricata di valutare i progetti e redigere la graduatoria per l'assegnazione dei contributi.
Ora, "in considerazione della concessione degli aiuti ai soggetti beneficiari ancora da effettuarsi", fa sapere il MIMIT, una nuova circolare direttoriale aggiorna, con decorrenza dal 1° gennaio 2024, l'elenco dei settori esclusi dai finanziamenti per i progetti di investimento oggetto dell'articolo 19 del decreto del 30 luglio 2021. Un adeguamento reso necessario dal Regolamento UE n. 2023/1315 che ha prorogato fino al 2026 e modificato il Regolamento 651/2014.
Cosa finanzia il bando MISE per progetti pilota innovativi?
In linea con quanto stabilito dal decreto Crescita, che ha anche semplificato le procedure per la chiusura dei procedimenti relativi alle agevolazioni concesse nell’ambito dei Patti territoriali e dei Contratti d’area, i finanziamenti possono andare a progetti che favoriscano lo sviluppo del sistema imprenditoriale, anche mediante la sperimentazione di servizi innovativi a supporto delle imprese, valorizzando modelli gestionali efficienti e pregresse esperienze positive dei soggetti responsabili nell’ambito dei Patti territoriali.
Ogni progetto pilota deve essere costituito da azioni coerenti tra loro e relative a una o due delle aree tematiche individuate dal Ministero:
- competitività del sistema produttivo, in relazione alle potenzialità di sviluppo economico dell’area interessata;
- valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile;
- transizione ecologica;
- autoimprenditorialità;
- riqualificazione delle aree urbane e delle aree interne.
Per quanto riguarda gli interventi imprenditoriali sono ammissibili:
- progetti di investimento (art. 19 del DD del 30 luglio 2021)
- progetti di avviamento (art. 20 del DD del 30 luglio 2021)
- progetti di innovazione (art. 21 del DD del 30 luglio 2021)
- progetti di investimento nel settore della produzione agricola primaria (art. 22 del DD del 30 luglio 2021)
- progetti di investimento nel settore della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli (art. 23 del DD del 30 luglio 2021)
- progetti di investimento nel settore della pesca e dell’acquacoltura (art. 24 del DD del 30 luglio 2021).
Quanto agli interventi infrastrutturali, invece, i progetti possono prevedere la creazione o l’ammodernamento di infrastrutture pubbliche destinate prevalentemente al bacino dell’utenza locale del Patto territoriale, non idonee ad attirare clienti o investimenti da parte di altri Stati membri.
I soggetti beneficiari dei contributi sono i soggetti titolari degli interventi imprenditoriali e degli interventi pubblici selezionati dai soggetti responsabili dei Patti territoriali e previsti nell’ambito dei progetti pilota ammessi.
Gli interventi imprenditoriali possono essere proposti da PMI regolarmente costituite ed iscritte come attive nel Registro delle imprese, mentre per la realizzazione di interventi pubblici sono stati ammessi a presentare domanda solo gli enti locali con sede legale nell’area nella quale sono realizzati gli interventi previsti dal progetto pilota.
Il contributo massimo previsto ogni progetto pilota è pari a 10 milioni di euro.
Gli interventi imprenditoriali e/o pubblici che costituiscono il progetto pilota, selezionati dai soggetti responsabili dei Patti territoriali ancora operativi sulla base di una procedura trasparente e aperta e poi sottoposti al soggetto gestore della misura, Unioncamere, entro la scadenza del 15 febbraio 2022, sono stati sottoposti al giudizio di una commissione tecnica formata da cinque componenti, di cui tre in rappresentanza del MIMIT, uno del Ministero dell’Economia e un altro di Unioncamere.
L'erogazione dei contributi, una volta approvata la graduatoria, è invece affidata a Cassa Depositi e Prestiti, che gestisce il FRI, il Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca cui fanno capo le risorse per i Patti territoriali.
Gli interventi dovranno essere conclusi entro sessanta mesi dall’assegnazione del contributo al soggetto responsabile, se pubblici, o entro quarantotto mesi per quelli imprenditoriali.
Con la circolare direttoriale n. 3782 del 24 novembre 2023, il MIMIT ha aggiunto un ulteriore tassello per la completa attuazione della misura. Il provvedimento fornisce infatti indicazioni per la corretta individuazione dei settori esclusi ai fini della concessione degli aiuti per i progetti di investimento disciplinati dall’art. 19 del decreto del 2021.
Tale articolo ha previsto infatti che la concessione degli incentivi si basi sugli articoli 13, 14 e 17 del Regolamento (UE) n. 651/2014 che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno. Questo Regolamento è stato però prorogato dal Regolamento (UE) n. 2023/1315 dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2026 ma anche modificato con riferimento, tra gli altri, all’articolo 13. Di conseguenza, nuovi settori si aggiungono a quelli già esclusi dal decreto del 30 luglio 2021.
In particolare: oltre a "non essere inerenti al settore siderurgico, del carbone, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia, delle infrastrutture energetiche, della pesca e dell'acquacoltura e della produzione agricola primaria", i progetti di investimento non possono riguardare il settore della lignite, dello stoccaggio e trasmissione di energia e della banda larga.
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