Corte dei conti UE: le Joint Undertaking vanno bene, ma si può migliorare

Foto di ThisIsEngineering da PexelsAnche quest'anno la Corte dei conti europea ha analizzato le performance delle Imprese Comuni dell’UE, cioè di quei partenariati pubblico-privati finanziati da Horizon e Digital Europe insieme a soggetti privati e Stati, per portare avanti congiuntamente importanti progetti di ricerca comune su aree ben definite. Il giudizio è sostanzialmente positivo, anche se per alcune partnership la Corte pressa per raggiungere i target sui contributi del mondo privato.

Cosa sono le partnership Horizon Europe?

E’ questa, in buona sostanza, la fotografia sullo stato di salute nel 2022 delle Joint Undertaking (Imprese Comuni, in italiano) attualmente in funzione, che fanno parte della grande famiglia delle partnership finanziate da Horizon Europe.

Cosa sono le Joint Undertaking UE?

Le Joint Undertaking (JU) sono infatti dei partenariati pubblico-privati dotati di personalità giuridica, formate dall’UE (rappresentata dalla Commissione europea) insieme a partner privati provenienti da un dato settore industriale, organismi di ricerca e spesso Stati membri.

Avviate per la prima volta nel settennato 2007-2013, le JU hanno l’obiettivo di favorire la trasformazione delle conoscenze scientifiche in innovazioni d’avanguardia commerciabili in determinati settori, rispondendo a quelle sfide sociali che attualmente il settore industriale non riesce ad affrontare in misura soddisfacente. Nel ciclo di programmazione 2021-2027, le JU previste sono 11:

A queste si aggiunge poi l’impresa comune per lo sviluppo dell’energia da fusione (F4E) che è responsabile del contributo europeo al megaprogetto del reattore termonucleare sperimentale internazionale (ITER). È finanziata dall’Euratom e dai suoi Stati membri.

In linea di massima, la maggior parte di loro resterà in funzione per dieci anni (fino al 31 dicembre 2031). Ognuna, inoltre, prevede l’adozione di una agenda in materia di ricerca e innovazione nel rispettivo settore strategico di ricerca, che per essere poi trasformata in realtà opera mediante la pubblicazione di bandi per la concessione di contributi e gare d’appalto.

La presenza di un variegato parterre di soggetti fondatori delle singole JU, movimenta anche il quadro dei finanziamenti a disposizione di ciascuna partnership. Da un lato, infatti, opera la Commissione UE che - appoggiandosi soprattutto su Horizon Europe - fornisce contributi in denaro. Dall’altro ci sono i membri privati del settore dell’industria e della ricerca, che devono fornire un livello minimo di contributi in natura, sotto forma di “Contributi in natura alle attività operative” (IKOP) e in alcuni casi, di “Contributi in natura ad attività aggiuntive” (IKAA). A parte il caso di EuroHPC (i cui costi sono sostenuti interamente dalla Commissione), in tutti gli altri casi l’UE e i membri privati finanziano infatti i costi amministrativi delle JU con il medesimo ammontare di contributi in denaro.

Vale la pena sottolineare che in tre JU (KDT, l’EuroHPC e l’ECCC) alla Commissione e all’industria si aggiungono gli Stati. In altre due JU (SESAR e EDCTP3), invece, il contributo finanziario è assicurato anche da organizzazioni intergovernative.

Complessivamente, per il ciclo di programmazione 2021-2027, le JU cubano 37,8 miliardi di euro (ben 18 miliardi di euro in più rispetto al precedente settennato), di cui 16,7 miliardi assicurati dall’UE, mentre i restanti 21,1 miliardi dovrebbero arrivare dall’industria, dagli Stati partecipanti e dalle organizzazioni internazionali, con un effetto leva del 126%.

La valutazione della Corte dei conti UE sull’operato 2022 delle Joint Undertaking

Dall’audit sulle JU condotto dalla Corte dei conti europea sui dati 2022, emerge un giudizio positivo sui conti di tutte le Imprese Comuni dell’UE esaminate. In questo modo “la Corte conferma i risultati positivi di audit precedenti, ma mette anche in guardia su alcuni ostacoli futuri”, si legge nella documentazione ufficiale. 

A preoccupare i magistrati contabili UE sono soprattutto tre aspetti. Il primo riguarda la necessità di concludere i progetti relativi a cicli di finanziamento precedenti, che molte JU hanno traslato nel nuovo settennato. Ad esempio, a fine 2022, la JU IHI doveva ancora versare 45 milioni di euro per progetti avviati nel 2007-2013 che devono essere ancora completati. 

Il secondo aspetto critico riguarda invece la necessità di portare i contributi dei membri privati al livello dei valori-obiettivo concordati. Questo è vero soprattutto per la JU CBE e per l’EuroHPC. In quest'ultimo caso, ad esempio, a fine 2022 i membri privati avevano fornito 11 milioni di euro (pari al 2,6 %) di contributi in natura per i progetti di Horizon 2020; un importo notevolmente inferiore rispetto al valore-obiettivo minimo di 420 milioni di euro dei membri privati, da conseguire entro la fine di Horizon 2020.

Infine la Corte sottolinea la necessità di ovviare ad alcune carenze in materia di assunzioni e di gestione.

Particolarmente rilevante è anche l’analisi sul tasso di errore nel campo delle sovvenzioni erogate. Ebbene, la Corte arriva alla conclusione che i principali errori riguardano le spese per il personale e per le attrezzature e che, in questi campi, ad essere maggiormente esposti ad errori sono le PMI e i nuovi beneficiari.

Consulta il report della Corte dei conti europea sulle Imprese Comuni dell'UE (Joint Undertaking)

Foto di ThisIsEngineering da Pexels

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