Competenze digitali, perché è importante investire nelle 'skills'

Digital skills - Foto di JoshuaWoroniecki da PixabayPer cogliere le opportunità offerte dalla transizione digitale è necessario un numero sempre maggiore di figure professionali in possesso delle digital skills. Dai programmi europei come Digital Europe alla riforma italiana degli ITS Academy, ecco in che modo le imprese e la PA possono sostenere lo sviluppo di competenze digitali per la crescita del capitale umano. 

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Oltre all'adozione di nuovi strumenti tecnologici, l’innovazione digitale porta con sé l'evidente esigenza di formare team composti da profili professionali che siano in possesso di competenze specifiche e in grado di gestire questa 'rivoluzione'.

Dalla cybersicurezza al cloud, dall’intelligenza artificiale alla robotica, l’Europa e l’Italia si stanno muovendo con ingenti risorse e politiche strategiche per sostenere la formazione di lavoratori che possano portare avanti la digital transformation

Digital skills, come svilupparle grazie ai fondi europei

Il possesso di un bagaglio culturale forte in ambito 'digital' è un requisito imprescindibile per i dipendenti, sia pubblici sia privati, che operano in tutti i settori produttivi, dai trasporti all’agricoltura. Tuttavia, in base ai dati della Commissione europea, circa il 42% degli europei non dispone di competenze digitali di base, compreso il 37% di coloro che lavorano.

Per questo motivo Bruxelles sta investendo in programmi per formare i cittadini dell'UE e ampliare il bacino di talenti in Europa, in modo da poter guardare con fiducia al futuro nel mondo digitale. Tra questi programmi figurano, ad esempio l'agenda europea per le competenze, il piano d'azione per l'istruzione digitale e la coalizione per le competenze e le occupazioni digitali.

Guardando alle agevolazioni attualmente disponibili, il secondo set di call previste dal work programme 2023-2024 di Europa Digitale ha tra i suoi obiettivi quello di promuovere il rafforzamento delle e-skills. Nello specifico, sono attualmente disponibili tre topic dedicati allo sviluppo delle competenze digitali avanzate. 

Il primo DIGITAL-2023-SKILLS-05-SPECIALISED-EDU ha a disposizione 30 milioni di euro per promuovere la progettazione e la messa a terra di programmi di istruzione di alta qualità co-progettati congiuntamente tra università, centri di ricerca e partner industriali. L'obiettivo è quello di promuovere l'eccellenza negli istituti di istruzione superiore, rendendoli leader mondiali nella formazione degli specialisti digitali del futuro.

Restando nell'ambito delle digital skills, il secondo topic DIGITAL-2023-SKILLS-05-SPECIAL-PROGEDU mira a raccogliere informazioni sui percorsi formativi attualmente operativi nel campo delle competenze digitali avanzate, individuare le aree prioritarie di intervento e successivamente implementare i programmi di finanziamento nel settore. A disposizione ci sono 2 milioni di euro.

Con un budget di 10 milioni di euro, l'ultimo topic DIGITAL-2023-SKILLS-05-CYBERACADEMY punta da un lato a colmare la carenza di professionisti di sicurezza informatica e dall'altro a soddisfare le esigenze del mercato occupazionale a livello europeo.

Su questo tema, inoltre, la Commissione europea ha annunciato ad aprile scorso la nascita della Cybersecurity Skills Academy: uno spazio comune per il mondo accademico, i fornitori di formazione e l’industria, per coordinare programmi di istruzione e finanziamenti, ma anche per monitorare l’evoluzione del mercato del lavoro nel campo della cybersicurezza.

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Competenze digitali, quali sono le opportunità di formazione in Italia

Secondo una recente indagine Istat sull’utilizzo delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione da parte degli individui e delle famiglie, nel 2023 poco meno della metà delle persone di 16-74 anni residenti nel nostro Paese possiede competenze digitali almeno di base (45,7%). Un dato particolamente negativo che colloca l’Italia al quartultimo posto nella graduatoria europea

In questo quadro, quindi, il Governo Meloni si sta muovendo per diffondere la conoscenza sui temi del digitale, con programmi di upskilling e di digital reskilling, ma anche agevolazioni per formare nuove professionalità digitali.

Una delle misure più importanti e note è sicuramente il Fondo nuove competenze, cofinanziato dal FSE e nato per contrastare gli effetti economici dell’epidemia Covid-19. Lo strumento in questione dà la possibilità alle imprese di adeguare le competenze dei dipendenti, destinando parte dell’orario di lavoro alla formazione attraverso percorsi orientati ad acquisire competenze digitali e green. 

A proposito delle opportunità nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), un intervento fondamentale è la riforma degli ITS Academy: un’azione strategica per rendere la formazione terziaria professionalizzante più attrattiva per i giovani e per arricchire l’offerta anche in risposta alle esigenze del mondo del lavoro. 

Parallelamente, il ministero della Pubblica Amministrazione è a lavoro per mantenere costantemente aggiornato Syllabus, il primo portale di formazione, lanciato a marzo scorso, dedicato al capitale umano delle PA per sviluppare le competenze e rafforzare le amministrazioni, finanziato da Next Generation EU.

Per rispondere alla carenza di esperti in ambito cybersecurity, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) ha introdotto un importante tassello dedicato alle competenze nell’ambito della Strategia per la cybersicurezza nazionale. Questo documento, infatti, prevede nella sua tabella di marcia un piano di investimenti per le attività di R&I basato su diversi strumenti e opportunità di finanziamento, con l’obiettivo di sviluppare nuove capacità e skills nelle imprese.

Restando nel perimetro delle iniziative a livello nazionale, è stato pubblicato lo scorso 22 dicembre il terzo aggiornamento del Piano operativo per l’attuazione della Strategia Nazionale per le competenze digitali. Il documento, promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, punta a chiudere entro il 2026 il gap attuale sulle competenze digitali con Paesi come Germania, Francia, Spagna, con azioni misurabili e in linea con i target europei del Decennio digitale.

Infine, guardando alle opportunità che l'Italia potrebbe sfruttare in futuro, c'è la cosiddetta 'gamification'. Come spiega un recente documento curato dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i videogiochi offrono grandi opportunità in termini di apprendimento delle competenze digitali richieste dal mondo del lavoro, ma al tempo stesso impongono una maggiore attenzione al tema della sicurezza e dei rischi connessi all’utilizzo delle nuove tecnologie, soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione.

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