Manovra 2023: intervista a Vigni (Circular Economy Network), pesa l’assenza di Transizione 4.0 per l’economia circolare
La manovra disattende gli impegni presi della Strategia nazionale per l’economia circolare: pesa l’assenza del rafforzamento del credito di imposta 4.0 a sostegno degli investimenti delle imprese in direzione dell’economia circolare. “Transizione 4.0 è il principale strumento di politica industriale” italiano, dichiara Fabrizio Vigni, coordinatore del Circular Economy Network. “Se viene a mancare questa leva è un bel guaio per le prospettive dell’economia circolare”.
La Finanziaria 2023 delude le attese delle aziende che speravano in un restyling dei crediti d’imposta 4.0 a supporto dell’economia circolare. Un’assenza pesante che rischia di frenare un settore d’eccellenza per l’Italia, tra i più virtuosi in Europa in fatto di economia circolare.
A lanciare l'allarme è Fabrizio Vigni, coordinatore del Circular Economy Network, rete di imprese e organizzazioni per lo sviluppo dell'economia circolare in Italia.
Quanto pesa l’assenza in Manovra del credito d'imposta Transizione 4.0 a sostegno degli investimenti delle imprese in direzione dell’economia circolare?
Non è quantificabile ma pesa molto, perché Transizione 4.0 è il principale strumento di politica industriale che l’Italia ha avuto in questi anni.
Quando si parla di economia circolare non ci si riferisce solo alla gestione dei rifiuti e al riciclo ma a tutto ciò che prevede il piano d’azione europeo, quindi un cambiamento dei sistemi di produzione che renda più efficiente l’uso delle risorse, aumenti il recupero di materia, l’utilizzo di materie prime seconde. L’economia circolare riguarda un cambiamento profondo del sistema manifatturiero e del economico italiano.
Transizione 4.0 è stato e dovrebbe continuare ad essere una leva formidabile per spingere il sistema industriale italiano in direzione della circolarità.
La delusione nasce anche dal fatto che a giugno il governo ha adottato la strategia nazionale per l’economia circolare, una delle riforme previste dal PNRR.
La strategia nazionale è stata implementata a settembre da un cronoprogramma che prevedeva alcune misure specifiche da adottare entro fine anno - vale a dire l’aggiornamento del piano Transizione 4.0, rafforzando gli interventi a supporto dell’economia circolare per incentivare gli investimenti delle imprese in questa direzione mediante il credito di imposta; una revisione del sistema di tassazione ambientale dei rifiuti al fine di rendere più conveniente il riciclaggio rispetto alla discarica e all'incenerimento; l’incentivazione fiscale di prodotti riciclati e materiali di recupero, ndr.
L’ultimo treno che passa quest’anno, oltre che il più importante, è la Manovra. Nel cronoprogramma si parlava esplicitamente di aggiornamento del credito d’imposta 4.0 per interventi a supporto dell’economia circolare. Cosa che, ahi noi, non c’è in legge di bilancio né figurano altre misure riguardanti più complessivamente Transizione 4.0.
Se viene a mancare questa leva è un bel guaio per le prospettive dell’economia circolare di un paese come l’Italia che è tra i più virtuosi in Europa, non possiamo permettermi di frenare.
Visti i tempi stretti della Manovra crede ci sia spazio per un inserimento di tale misura nel passaggio parlamentare?
Non è impossibile ma molto difficile. L’esame parlamentare si giocherà solo in commissione alla Camera e non mi pare che il Governo abbia manifestato l’intenzione d'intervenire con un suo maxi emendamento su Transizione 4.0. Senza metter limiti alla provvidenza la vedo tutt’altro che semplice.
Negli ultimi giorni il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha fatto capire di avere in cantiere un disegno di legge con la riforma incentivi, che include anche Transizione 4.0. A suo parere ci saranno i margini in quel contesto per rafforzamento gli interventi 4.0 a supporto dell’economia circolare?
Spero fortissimamente di sì.
Il Piano Transizione 4.0 dovrebbe far leva su due obiettivi: la transizione digitale e la transizione ecologica, di cui l’economia circolare è un pilastro essenziale. Da anticipazioni e interviste recenti del ministro Urso sembra che, annunciando questa intenzione di rivedere complessivamente gli strumenti di incentivazione, tra cui Transizione 4.0, indichi come priorità gli investimenti in beni immaterali legati al digitale, che è cosa buona e giusta.
Ma sarebbe un errore se si facesse venir meno l'investimento in beni materiali, tecnologici e progetti di ricerca e sviluppo legati alla transizione ecologica.