Prestiti garantiti alle imprese: cosa si puo' migliorare nel dl Liquidita'
Il rimborso di vecchi prestiti con quelli garantiti dallo Stato "è una sostituzione che l'Abi ha specificato non può avvenire", ha chiarito il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli parlando del decreto liquidità. Da un sondaggio di Confprofessioni e Giovani Commercialisti arrivano critiche la norma: gli istituti di credito traccheggiano, ritardando i tempi di erogazione, moltiplicando la documentazione da esibire.
> Guida al Fondo di garanzia PMI
Mentre si attende il via libera definitivo al decreto Liquidità, arrivano alcune stoccate alla misura cardine del provvedimento, le modifiche al Fondo di garanzia PMI.
Rimborso di vecchi prestiti? Non può avvenire con garanzie statali
Di fronte all'ingente peso del debito pubblico italiano, preesistente all'emergenza coronavirus, "ho capito la logica delle istituzioni, ovvero: non vi erano risorse da distribuire immediatamente ed è stato inventato questo meccanismo delle garanzie su anticipazioni di liquidità, perché costava meno allo Stato e in più perché le garanzie al di sopra dei 25.000 euro producono delle commissioni per chi lo dà, cioè Mcc e Sace" ha dichiarato il presidente di ABI, Antonio Patuelli, a 24Mattino su Radio 24.
Il rimborso di vecchi prestiti non garantiti con quelli garantiti dallo Stato "è una sostituzione che l'Abi ha specificato non può avvenire", ha chiarito Patuelli. "C'è una possibilità in un altro articolo del decreto liquidità di effettuare delle ristrutturazioni a richiesta del cliente con un aumento di prestiti di almeno il 10%. La norma nella sua complessità è ampia e ha molte possibilità, il problema è che va applicata in combinato disposto con tutte le complesse normative precedenti e la semplificazione che sta arrivando deve ancora entrare in vigore".
Parlando poi dei ritardi nell'erogazione dei finanziamenti da 25mila euro alle imprese, ha aggiunto: "Ci sono dei problemi, non nego l'evidenza, non sono il capo della Vigilanza. Non ho elementi di controllo o repressione sulle banche. Saranno risolti quando l'emendamento (al dl liquidità) sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale e quindi ci saranno procedure semplificate con assunzione di responsabilità da parte di chi le ha", ha aggiunto.
Professionisti e Commercialisti: dl Liquidità, rubinetti chiusi
Da una survey promossa da Confprofessioni, in collaborazione con l’Unione Nazionale Giovani dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (UNGDCEC), che ha coinvolto oltre 900 commercialisti che, negli ultimi due mesi, hanno affiancato circa 15 mila imprese nella gestione dei finanziamenti richiesti alle banche, i prestiti garantiti dallo Stato restano solo sulla carta.
“La quasi totalità degli imprenditori che ha richiesto un prestito ha dovuto, nonostante il lockdown, esibire ulteriori moduli e superare istruttorie. Risultato: dopo una trafila di 30-40 giorni, le imprese che sono riuscite ad attraversare il labirinto burocratico degli istituti di credito si contano sulle dita di una mano. Ad oggi sono esigue le erogazioni sotto i 25 mila euro, pochissime quelle sopra i 25 mila euro. Un dato che non meraviglia poiché alcuni istituti bancari hanno rifiutato l'accesso al credito per la non convenienza dell'operazione”, sottolinea il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella.
“La survey - aggiunge - porta a galla le criticità endemiche di un sistema bancario che, salvo rare eccezioni, ha mostrato una certa riluttanza ad applicare le misure contenute nel decreto liquidità, disattendendo l'invito dell'Associazione bancaria italiana alla semplificazione e alla rapidità di erogazione dei prestiti”.
> Prestiti fino a 30mila euro e autocertificazione: le modifiche al Fondo garanzia PMI