Riforma PA - Porti, 15 Autorita’ e via agli sportelli unici
Il decreto approvato dal CdM semplifica la geografia delle Autorità portuali e riorganizza tutte le procedure in materia
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- Porti - via alla riforma, meno Autorita' e procedure semplificate
Revisione del panorama delle Autorità portuali, che passano da 24 a 15. Semplificazione massiccia delle procedure di approvazione delle opere infrastrutturali e dei piani regolatori. E nascita di due nuovi sportelli unici, per riordinare il quadro amministrativo. La cura dell’acqua, disegnata dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, entra nel vivo con il decreto di riforma dei porti, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri del 20 gennaio, a margine della riforma della pubblica amministrazione. Adesso è atteso al parere delle commissioni parlamentari competenti. Si tratta di una massiccia operazione di alleggerimento del sistema esistente, che viene privato di molti pesi morti e dei relativi costi. E che dovrebbe diventare più funzionale, per effetto di procedimenti che garantiranno l’approvazione delle decisioni, soprattutto sul fronte delle programmazione e della spesa.
Le 15 Autorità
La novità più importante riguarda le Autorità portuali. Nella versione definitiva del testo passato in CdM diventano appena 15. Nello specifico, l’elenco approvato dal Governo comprende l’Autorità di Genova, Savona e Vado ligure, l’Autorità di La Spezia e Marina di Carrara, l’Autorità di Livorno e Piombino, l’Autorità di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, l’Autorità di Napoli e Salerno, l’Autorità di Gioia Tauro, Messina, Vibo Valentia e Reggio Calabria, quella di Cagliari, Olbia, Porto Torres, Oristano, l’Autorità di Palermo, Porto Empedocle e Trapani, l’Autorità di Catania e Augusta, quella di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli, l’Autorità di Taranto, quella di Ancona, Pescara, Pesaro, l’Autorità di Venezia e Chioggia e quella di Trieste.
Si tratta di un passaggio storico, frutto di una lunga trattativa con le comunità locali: in questo modo dovrebbe essere fortemente semplificata la geografia degli oltre 50 scali attualmente esistenti. Al loro interno, queste Autorità saranno molto alleggerite rispetto agli assetti attuali. Alla loro guida ci saranno un presidente, un segretario generale e un comitato di gestione che, stando alle previsioni della legge, dovrà avere un assetto molto leggero. Sarà composto da un numero ristretto di componenti: un rappresentante dell’Autorità marittima, uno di ogni Comune ex sede di Autorità portuali, oltre al rappresentante della Regione e della Città metropolitana. I loro emolumenti avranno un tetto massimo fissato dal Ministero delle Infrastrutture.
Procedure light
Questa razionalizzazione non riguarderà solo i vertici ma anche le procedure. Nel provvedimento, infatti, entrano misure di razionalizzazione per la selezione delle opere da realizzare. E una ristrutturazione massiccia delle regole sui piani regolatori portuali. Il Prg portuale sarà adottato dal Comitato di gestione, dopo avere trovato l’intesa con gli enti locali. Poi sarà inviato al Consiglio superiore dei lavori pubblici: l’organo consultivo del Mit avrà 45 giorni per dire la sua. L’approvazione definitiva sarà compito della Regione, dopo un’intesa con il Mit. Se non si trova l’intesa, a decidere è la Conferenza di servizi. Se neppure questa riesce a trovare la quadra, potrà intervenire Palazzo Chigi e completare il procedimento.
Sportello amministrativo
Se questi cambiamenti agiscono a livello politico e di alta amministrazione, sul fronte delle imprese è decisivo il cambiamento che porta alla nascita di due sportelli unici. Il primo è lo Sportello unico amministrativo (SUA) che, per tutti i procedimenti amministrativi ed autorizzativi che non riguardano le attività commerciali ed industriali in porto, svolge funzione unica di front office rispetto ai soggetti deputati ad operare in porto.
Sportello doganale
A questo ufficio viene affiancato uno sportello unico doganale, al quale viene attribuita la competenza relativa a tutti gli adempimenti connessi all’entrata e uscita delle merci nel o dal territorio nazionale. Il coordinamento si applica, oltre che sui procedimenti derivanti dall’applicazione delle norme relative al vecchio sportello unico doganale, anche su quelli disposti da altre amministrazioni o organi dello Stato.