Superbonus, problemi con i general contractor e vantaggi per i redditi alti

Problemi superbonus 110Il superbonus continua a far parlare di sé. Da un lato i professionisti lamentano la poca chiarezza della norma e i casi di General contractor che propongono interventi a costo “0”, gonfiando poi le spese da recuperare dallo Stato. Dall’altro, il bonus legato all’IRPEF rischia di avvantaggiare soprattutto i redditi alti.

Guida al superbonus

In questi giorni sono emerse due analisi sul superbonus 110% che, pur focalizzandosi su aspetti diversi, meritano di essere lette sia dai privati che vogliono ristrutturare casa, sia dalle aziende che fanno gli interventi.

La prima è quella di Fondazione Inarcassa e Ordine degli architetti di Roma (OAR) che, lamentando un quadro normativo ancora instabile, palesano una serie di rischi, incluso quello di General Contractor ed ESCO che si accaparrano contratti puntando sul costo zero dell’intervento, salvo poi far “levitare gli importi dei lavori” per recuperare i costi dallo Stato. Un fenomeno che, oltre a generare un danno patrimoniale per le finanze pubbliche, rischia di avere ripercussioni sul committente su cui l’Agenzia delle entrate potrebbe rivalersi. 

L’altra è quella del Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), Giuseppe Pisauro, che sottolinea come l’aggancio del superbonus all’IRPEF rischi di generare benefici sperequati a favore dei soggetti a più alto reddito e sottolinea positivamente la scelta di introdurre il credito d'imposta come modalità per fruire dell’agevolazione.

Superbonus: serve normativa chiara e task force per controlli

In una lettera congiunta inviata alle istituzioni, Fondazione Inarcassa e Ordine degli architetti di Roma e provincia chiedono norme certe e una Task force per i controlli. 

A preoccupare sul primo punto sono i continui chiarimenti che provengono anche da tre soggetti diversi (Agenzia delle Entrate, MEF ed ENEA) “che rispondono a quesiti e interpelli in maniera autonoma e non coordinata”. Un dato che genera confusione, insomma, e che si somma a quei 139 giorni che ci sono voluti per avere una norma completa (tra testo e decreti attuativi). 

“E’ fondamentale stabilizzare la norma ed evitare continui aggiornamenti e modifiche in corso d’opera che agiscono da detrattore per i committenti”, spiegano invece i professionisti, in modo da “non vanificare l’importante obiettivo normativo di riqualificare dal punti di vista energetico e sismico il nostro patrimonio edilizio”. 

Su questo punto Inarcassa e OAR auspicano quindi che la Commissione consultiva istituita presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici “possa svolgere un ruolo di coordinamento, anche con il supporto degli Ordini professionali”, così da avere “informazioni chiare e corrette non soggette ad interpretazioni”.

Il secondo punto su cui insistono i firmatari della nota riguarda invece la necessità di avere una Task force che effettui controlli nei confronti, soprattutto, di General Contractor ed ESCO, “per monitorare il processo e per verificare la serietà delle operazioni”, evitando spiacevoli conseguenze per i proprietari ma anche danni patrimoniali a carico dello Stato.

Non mancano infatti i casi, “come risulta dalla voce dei nostri iscritti” - si legge nel comunicato - in cui questi soggetti “acquisiscono incarichi promuovendo interventi a costo zero, su cui il cittadino non ha alcun controllo e competenza”. Una situazione che potrebbe avere “ricadute in termini di danno patrimoniale per lo Stato che, in caso di controlli dell'Agenzia delle Entrate, si potrebbe poi ripercuotere sui singoli proprietari con l’aggravio di sanzioni e interessi. Gli stessi poi si dovrebbero rivalere su queste società con ulteriori spese legali e lunghi e faticosi iter giudiziari”.

I chiarimenti dell'Agenzia delle entrate sul superbonus

Superbonus e IRPEF: benefici soprattutto per i redditi alti

L’altra nota di lettura che ha interessato in questi giorni il superbonus è quella che è arrivata per bocca del numero uno dell’UPB, Giuseppe Pisauro, durante un'audizione presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla riforma dell’IRPEF.

Parlando infatti di come riformare l’IRPEF, Pisauro si è soffermato sulle spese fiscali (esclusioni, deduzioni e detrazioni diverse da quelle per tipologia di reddito e per i carichi familiari) che in alcuni casi utilizzano l’IRPEF “per veicolare politiche che nulla hanno a che fare con il suo obiettivo primario della redistribuzione del reddito” e che potrebbero essere realizzate tramite altri strumenti.

“Un passo in questa direzione - ha spiegato Pisauro - è stato realizzato consentendo la scelta di usufruire delle detrazioni connesse alla ristrutturazione e riqualificazione energetica degli immobili mediante la loro trasformazione in credito d’imposta cedibile a terzi, inclusi operatori del settore finanziario, di fatto scollegando l’incentivo, diventato un vero e proprio bonus, dall'IRPEF”. 

“In ogni caso - ha proseguito il presidente dell’UPB - la conservazione di queste detrazioni o l’eventuale trasformazione di detrazioni in crediti d'imposta o bonus di qualche tipo dovrebbe essere preceduta da una riflessione sull’opportunità di proseguire con queste politiche di incentivazione sia dal lato della loro efficacia sia dal lato degli aspetti redistributivi, essendo i benefici fortemente sperequati a favore dei soggetti a più alto reddito a cui afferisce la quota maggiore di spesa agevolata”.

Questo sito web utilizza i cookie! Acconsenti ai nostri cookie, se continui ad utilizzare questo sito web.