Covid-19, la ripartenza potrebbe essere rapida

Luigi TroianiMarc Bloch, Fernand Braudel e Jacques Le Goff. Sembra strano, ma in tempi di emergenza è più vivo, e anche più stabile, l'insegnamento delle Annales che quello di Dornbusch e Fisher.

La Méditerranée e le monde méditerranéen à l'epoque de Philippe II, la vicenda delle tre visioni del tempo (storia dalle fluttuazioni "lunghissime", impercettibili per la durata della vita umana, e anche di difficile individuazione; quella più mossa degli andamenti sociali, più palpabile anche da un osservatorio meno elevato; infine le vicende agitate dei gruppi umani, in cui siamo immersi) e dei tre corrispondenti strati delle acque oceaniche: in superficie le tempeste e i momenti di stasi, vale a dire l'oggi che viviamo; a livello più basso correnti marine che lavorano e si muovono a mezz'acqua, ovvero i movimenti di medio periodo; ancora sotto, le profondità insondabili della fluttuazione lenta, la secolarizzazione che porta al formarsi, fenomeno lentissimo e pressoché non misurabile, delle strutture storiche, quelle della longue durée.

E, contemporaneamente ai fenomeni di fondo, che immaginiamo muoversi sullo strato fondamentale, il cammino dei singoli in superficie, le guerre e i periodi di pace feconda, il percorso dei gruppi ristretti, delle comunità, delle città e delle nazioni.

Sono stati innestati movimenti dalla portata secolare, con l'emergenza sanitaria di questi giorni? Covid-19, lo percepisce bene chi guarda all'oggi con occhiali non deformanti, è un fenomeno superficiale; i danni per la stirpe dei bipedi umani saranno sostanzialmente irrilevanti in termini quantitativi, di perdite complessive. Ciò che sembra drammatico a uno sguardo ravvicinato è in realtà un piccolo fortunale nella storia delle acque di superficie.

Siamo già organizzati, a livello sovranazionale, sulla risposta di medio periodo; i più distaccati nell'osservazione intuiscono che la battaglia passerà, forse più presto di quel che abbiamo in mente, nel dimenticatoio. Nulli gli effetti sulla longue durée, trascurabili quelli sulle istituzioni, ci chiediamo tutti cosa rappresentino questi due mesi di clausura italica.

Accelerazione di processi in corso, incidenza sulle strutture, abitudini di vita. Dove opera allora l'emergenza da coronavirus sugli andamentali braudeliani ?

Nazione disomogenea per territorio e cultura, l'Italia vede messe a nudo le caratteristiche proprie dell'organizzazione interna: battibecchi inquietanti e improduttivi fra coloro che siedono nella stanza dei bottoni; informazione confusa e sensazionalistica a livello mediatico; assenza di una voce davvero autorevole in campo medico.

Poi ci sono i rematori invisibili che, come sempre nella nostra storia, trainano il carro delle primedonne costose e litigiose, oltre ai vari vagoni di un popolo bue e forse inutilmente spaventato.

Massimo Cacciari lo ha ricordato in due splendide esternazioni: inter alia, siamo animali sociali, abbiamo bisogno del confronto e delle nostre microarene, in cui competere e assumere ruoli. Lo smartworking protratto è mortificante in questa prospettiva, il modello dell'isolamento non è tollerabile a lungo quando intorno a noi si muovono bambini e adolescenti, coniugi impegnati a loro volta in call lavorative, con il pensiero rivolto ai nonni spesso relegati nei loro micronuclei abitativi o, peggio, nelle strutture-focolaio, il modello da ripensare, forse abbandonare, delle RSA.

Ci serve, almeno in parte, l'ufficio o la piccola platea a cui l'umano è abituato a muoversi e ad esporsi, quello in cui la nostra specie trova terreno di scambio e di soddisfazione.

Per altri versi, quelli dei movimenti di lunga durata, il capitalismo non esce sconfitto dalla microtempesta del virus, forse le distanze si accentueranno, redditi e patrimoni si polarizzeranno ancora di più. Aumenterà la massa monetaria, servirà una remissione dei debiti, circa un terzo delle aperture a 25.000 si trasformeranno in NPE.

Preoccupa per altri versi il potenziale "attentato" alle libertà personali delle app traccianti, ma troveremo il modo di combinare privacy e controllo, pena il non auspicabile transito ad altra architettura costituzionale; la deriva verso sistemi di controllo invasivi e penalizzanti non può essere tollerata oltre misura, la tecnologia di risposta aiuterà a risolvere una scelta difficile, e la digitalizzazione complessiva continuerà il proprio corso.

Cambierà l'utilizzo delle automobili, veicolo più sicuro di metropolitane e bus; finalmente si affermerà il ricorso a biciclette e parenti prossimi di queste. Varierà l'approccio al luogo fisico ristorante o pub o bar, che torneranno comunque a essere luoghi "neutri" rispetto alla gabbia della propria abitazione.

Da ultimo, ma siamo ancora a livello di acque di superficie, politiche di sostegno, fisco e banche.
Le economie di guerra, seppure di breve periodo, non sono mai state finanziate dalla "raccolta" tributaria, fondamentale e quanto più possibile equa nei periodi di pace; ma ora è il momento di tagliare il cuneo fiscale, riportare alle aziende risorse dipendenti a costo dimezzato, con pari capacità di spesa individuale.

Utilizzare gli strumenti esistenti, sono tutti disponibili e molto efficaci (FCG, sistema Sace, risalita verso l'Europa per il macro). Il sacrificio, in estrema sintesi, va imposto solo parzialmente agli strati produttivi, quelli dei rematori invisibili, che devono fungere da volano positivo per gli altri comparti, ad oggi sostenuti dalla collettività.

Il provvedimento dei 600 Euro, ora con magra soddisfazione portato a 800 per il mese di aprile, e il ricorso all'indebitamento in luogo dei mancati ricavi, taglia le gambe a chi dovrebbe utilizzarle per correre; è necessario che venga combinato un ventaglio di interventi, che vada a incidere sulle situazioni di privilegio, almeno nel breve periodo: il recinto dei più fortunati dipendenti della PA (da intendere come il contenitore dei redditi fuori soglia rispetto a un limite confortevole), quello dei pensionati troppo beneficiati da un passato generoso, la massa dei rentiers agganciati a cedolari secche molto benevole; pena, in un lasso temporale neppure troppo lungo, la dichiarazione di resa incondizionata dello Stato.

La ripartenza, complice il prezzo del petrolio a livelli neppure immaginati due mesi fa e lo stato di bisogno del comparto degli ottimisti produttivi, potrebbe essere molto più rapida del previsto.

E' la visione storica a inquadrare il fenomeno: le fluttuazioni impercettibili delle lunghe durate e gli andamentali della storia sociale non verranno toccati dall'emergenza sanitaria. L'agitazione di superficie, quella che viviamo nel nostro quotidiano, è quella in cui si inserisce il perfido virus.

Le partite Iva contro l'emergenza economica da Coronavirus

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