Agricoltura – il manifesto delle Regioni europee per la PAC post 2020

Agricoltura - Photo credit: Foto di Pexels da Pixabay Ci sono anche tre regioni italiane tra le 14 firmatarie del manifesto lanciato a Rennes sulla Politica Agricola Comune 2021-2027: no al taglio dei fondi UE e alla rinazionalizzazione della PAC, sì a sostenibilità e semplificazione, chiede la coalizione Agriregions.

Agricoltura - le proposte degli stakeholder per la PAC post 2020

Il “Manifesto per una Politica agricola comune più giusta e sostenibile” è stato sottoscritto a Rennes, in Bretagna, dai rappresentanti di Agriregions, la coalizione che riunisce 14 tra le più importanti regioni agricole europee di sei Stati membri: Bretagna, Paesi della Loira, Nuova Aquitania, Alvernia-Rodano-Alpi, Andalusia, Castiglia e Léon, Estremadura, Azzorre, Baviera, Baden-Württemberg, Wielkopolska e, per l'Italia, Emilia-Romagna, Toscana, Provincia autonoma di Bolzano–Alto Adige.

La firma è arrivata al termine di una conferenza internazionale organizzata nell’ambito di Space 2019, la più grande fiera europea dell’allevamento.

No a taglio fondi e rinazionalizzazione PAC

Nel mirino delle regioni europee c'è anzitutto l'aspetto finanziario della nuova PAC, che secondo la proposta presentata a giugno 2018 dalla Commissione europea potrebbe contare su 365 miliardi di euro a prezzi correnti, il 5% in meno rispetto alla dotazione attuale e circa il 15% in meno in prezzi costanti 2018. Un taglio che andrebbe ad incidere soprattutto sulla dotazione del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), che finanzia i Programmi di sviluppo rurale.

La Proposta della Commissione per la PAC post 2020

A preoccupare non è però solo il budget dei PSR post 2020: il nuovo modello di gestione della PAC proposto dal commissario Phil Hogan prevede infatti l'adozione di Piani strategici nazionali attraverso i quali gli Stati membri andrebbero a definire l'utilizzo delle risorse tanto del I quanto del II pilastro, sottraendo di fatto alle regioni la possibilità di programmare i fondi per lo sviluppo rurale a livello territoriale.

"Le regioni non possono perdere l'interlocuzione col livello europeo ed è quindi vitale ristabilire e rafforzare il ruolo dei territori così come previsto anche dalla nostra Costituzione che attribuisce alle regioni e alle province autonome competenze primarie nella gestione delle politiche agricole; abbiamo agricolture molto diverse in Italia e rischiamo di perdere in efficacia e capacità di risposta ai fabbisogni settoriali e locali”, ha commentato l'assessore all'Agricoltura della Toscana Marco Remaschi. “E' importante quindi riconoscere la legittimità delle regioni europee a progettare, gestire e attuare interventi della PAC a livello regionale per promuovere la transizione verso un settore agricolo più sostenibile e competitivo, aumentare l'attrattività delle zone rurali, combattere lo spopolamento, attrarre nuovi agricoltori e garantire l'inclusione sociale".

Il rischio di una “rinazionalizzazione” della Politica Agricola Comune ha suscitato perplessità anche all'interno del Parlamento europeo e del Consiglio, che nei mesi scorsi hanno rinunciato a raggiungere un accordo sui contenuti della PAC post 2020 e rinviato la ripresa del negoziato alla nuova legislatura.

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Puntare su sostenibilità e semplificazione

Oltre a difendere un budget adeguato e l'autonomia delle regioni nella definizione e attuazione della Politica di sviluppo rurale, il manifesto chiede una PAC capace di promuovere la qualità delle produzioni e insieme la sostenibilità ambientale, valorizzando la specificità dei diversi sistemi produttivi che rappresentano la ricchezza dell’agricoltura europea.

La tutela del reddito delle aziende agricole deve quindi accompagnarsi a quella dei territori, insieme a maggiori sforzi a sostegno della ricerca e dell’innovazione e a una decisa semplificazione delle procedure burocratiche.

Pressing sul neo commissario Wojciechowski

La firma del manifesto arriva a ridosso della ripresa dei negoziati sulla Politica Agricola Comune 2021-2027, ma anche della presentazione della nuova Commissione europea guidata dalla tedesca Ursula Von Der Leyen, che dovrà ora ottenere il consenso del Parlamento europeo prima della nomina formale da parte del Consiglio.

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La delega all’Agricoltura è stata affidata al polacco Janusz Wojciechowski, cui la coalizione Agriregions ha già in programma di inviare il manifesto. “Il fatto di avere nella coalizione una regione polacca, la Wielkopolska, con cui tra l’altro sussistono già rapporti di stretta collaborazione, ci può aiutare ad avere una interlocuzione diretta con il nuovo commissario”, ha commentato l'assessore dell'Emilia-Romagna Simona Caselli.

Il documento sarà inviato anche ai nuovi membri della commissione Agricoltura del PE e sarà al centro di una convention presso la sede della delegazione della Regione Emilia-Romagna a Bruxelles il prossimo 17 ottobre. All'evento, organizzato in collaborazione con la rete europea delle regioni e dei produttori di ortofrutta (Areflh) e con l’associazione delle regioni per i prodotti a denominazione di origine (Arepo), sono stati invitati il neopresidente del Parlamento europeo, David Sassoli, e il presidente della ComAgri, Norbert Lins, insieme ai coordinatori dei gruppi politici in commissione.

Photo credit: Foto di Pexels da Pixabay 

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