Industria 4.0 - come investono le imprese italiane

Industria 4.0L'8,4% delle imprese manifatturiere italiane utilizza almeno una tecnologia 4.0. Lo rivelano i dati dell'indagine Mise-MET condotta su un campione di circa 23.700 aziende.

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L’indagine, realizzata dal Ministero per lo Sviluppo economico e da MET srl, fornisce una prima quantificazione della diffusione delle tecnologie rappresentative della cosiddetta Industria 4.0 tra le imprese in Italia.

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Industria 4.0, prevalgono le imprese tradizionali

L’8,4% delle imprese utilizza almeno una delle tecnologie 4.0, tra cui:  stampanti 3D, realtà aumentata, nanotecnologie e materiali intelligenti. A questa quota si aggiunge un ulteriore 4,7% di aziende che, anche se non coinvolte attualmente, hanno in programma investimenti specifici nel prossimo triennio.

Le cosiddette imprese “tradizionali”, ovvero che non utilizzano tecnologie 4.0 né hanno in programma interventi futuri, rappresentano la grande maggioranza della popolazione industriale, pari all’86,9% del totale.

La propensione verso queste tecnologie aumenta in maniera significativa al crescere delle dimensioni aziendali: già al di sopra dei 10 addetti le imprese 4.0 rappresentano il 18,4% del totale delle piccole imprese, tra le aziende tra i 50 e i 249 addetti si raggiunge il 35,5% dei soggetti, sino ad arrivare al 47,1% delle imprese con almeno 250 addetti.

A livello regionale, la diffusione delle tecnologie 4.0 è maggiore nel Centro-Nord (9,2%) rispetto al Mezzogiorno (6,1%).

Le tecnologie più utilizzate

L’uso delle tecnologie 4.0 è caratterizzato da una distinzione piuttosto marcata a seconda che si considerino le tecnologie più strettamente connesse alla produzione (robot interconnessi, manifattura additiva, simulazioni, realtà aumentata e materiali intelligenti) o quelle rappresentative dello sfruttamento intensivo di informazioni e dati (integrazione orizzontale o verticale delle informazioni, cloud, big data, analytics, ecc.).

Sulla base di questa disaggregazione, il coinvolgimento delle imprese appare frazionato in tre distinti comportamenti. Poco meno della metà delle imprese 4.0 utilizza solo le tecnologie di gestione dei dati acquisiti lungo la catena produttiva, il 36% è invece attivo sia nelle tecnologie che riguardano il processo produttivo in senso stretto (incluse le attività di progettazione e simulazione) sia nella gestione dei dati. Il profilo delle imprese 4.0 che utilizzano esclusivamente le tecnologie produttive, senza quelle relative ai dati, appare relativamente residuale (16%).

Il modello “solo tecnologie dati” è prevalente nelle micro e piccolissime imprese, mentre oltre la soglia dei 50 addetti diventa maggioritario il modello che vede sfruttare contemporaneamente le due tipologie considerate, con percentuali pari al 50% nel caso delle medie imprese e al 69,2% nelle grandi.

Gli strumenti agevolativi per l’impresa 4.0

In questo scenario il ruolo delle politiche pubbliche sembra essere stato incisivo, accompagnando in maniera diffusa gli sforzi di rinnovamento attuati dalle imprese.

Il 56,9% delle imprese 4.0 dichiara di aver utilizzato almeno una misura di sostegno pubblico rispetto al 22,7% delle analoghe imprese non impegnate nelle tecnologie in esame; le imprese hanno utilizzato in larga prevalenza il superammoramento e l’iper-ammortamento (36,8% nel caso delle imprese 4.0 e 12,8% tra le imprese tradizionali), il credito d’imposta per le spese in R&S (17,0% vs 3,1%), la Nuova Sabatini (19,8% vs 4,7%) e i fondi di garanzia (11,3% vs 2,8%).

Inoltre, il report evidenzia un’elevata propensione al cumulo degli incentivi tra le imprese coinvolte, attualmente o nel prossimo futuro, nel paradigma 4.0. Il 57,5% delle imprese 4.0 che sono state agevolate ha avuto accesso ad almeno 2 incentivi (il 54,4% tra le imprese con interventi futuri nel campo 4.0), nel 27,9% dei casi ad almeno 3 misure (18,4%).

Da un’analisi più puntuale emerge come un’elevata quota di imprese abbia utilizzato almeno due interventi tra quelli previsti nel piano Impresa 4.0. Se invece si considerano le imprese tradizionali che hanno ricevuto agevolazioni, nel 70% dei casi hanno usufruito di un solo strumento di aiuto.

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