Fondi europei: lavori in corso per la PAC post 2020

Politica Agricola Comune - PACCinque Paesi UE si oppongono al testo di compromesso della presidenza bulgara del Consiglio sul futuro della Politica Agricola Comune. Intanto, la Corte dei Conti europea formula una serie di raccomandazioni sulla nuova PAC e sul regime di pagamento di base.

Politica Agricola Comune - la comunicazione della Commissione sulla PAC post 2020

Il Consiglio Agricoltura ha approvato le conclusioni della presidenza bulgara sul futuro della Politica Agricola Comune (PAC). Si tratta di un passo in avanti verso una visione comune per la futura PAC e di un contributo alle proposte legislative della Commissione europea, ha commentato il ministro bulgaro per l'Agricoltura Rumen Porodzanov, al termine della riunione dei ministri UE, nonostante cinque Stati membri si siano opposti al testo, giudicato poco incisivo sul tema della convergenza degli aiuti.

Intanto la Corte dei Conti europea ha pubblicato un documento di riflessione sulla PAC post 2020 e un'analisi sul regime dei pagamenti di base, ritenuto valido dal punto di vista operativo, ma poco efficace in termini di risultati.

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Conclusioni sulla PAC in Consiglio Agricoltura

Le conclusioni adottate dal Consiglio Agricoltura arrivano dopo mesi di intensi negoziati tra i Paesi UE, avviati già sotto la presidenza estone. A gennaio la nuova presidenza ha condotto la discussione sul valore aggiunto della PAC, sugli obiettivi chiave e sul livello di sussidiarietà da assicurare, mentre a febbraio i ministri hanno discusso di pagamenti diretti, azione climatica e ambientale e sviluppo rurale.

“Le conclusioni della presidenza contengono una visione sugli elementi principali della nuova PAC che sono stati condivisi dalla maggioranza degli Stati membri”, ha dichiarato Porodzanov, al termine della riunione che ha visto cinque Paesi schierati contro il testo di compromesso. Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia hanno infatti votato contro le conclusioni, accusate di non indicare chiaramente l'obiettivo della convergenza esterna degli aiuti tra le priorità del Consiglio per la PAC post 2020.

Per garantire una distribuzione più uniforme degli aiuti diretti tra i Paesi UE, già la PAC 2014-2020 ha previsto un meccanismo di convergenza degli aiuti, che i cinque Paesi vorrebbero rafforzare ulteriormente, riducendo il legame con i riferimenti storici, a danno degli Stati tradizionalmente maggiori beneficiari della PAC.

Le raccomandazioni della Corte per la PAC post 2020

L'attenzione ai risultati è invece il criterio guida individuato dalla Corte dei Conti europea nel suo documento di risposta alla comunicazione della Commissione UE sulla Politica Agricola Comune post 2020 "Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura". La spesa agricola futura dovrà essere basata su target di performance ambiziosi e pertinenti, ha osservato la Corte, invitando a concentrare i fondi su settori e interventi che permettono di ottenere un valore aggiunto europeo significativo.

I finanziamenti agricoli tendono ad essere assegnati ad ambiti dove hanno più probabilità di essere interamente utilizzati, anziché essere destinati ad interventi che rispondono ad esigenze fondamentali e producono risultati, ha dichiarato João Figueiredo, il membro della Corte dei Conti europea responsabile del documento di riflessione, denunciando una cultura incentrata sull’assorbimento dei fondi anziché sulla performance.

Ulteriori progressi dovrebbero interessare poi il modello di erogazione degli aiuti, che secondo la Corte dovrebbe prevedere maggiore flessibilità e sussidiarietà, con una solida catena di rendicontabilità e di audit, che fornisca garanzie in merito alla conformità e alla performance.

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Riformare i pagamenti di base

Insieme al documento di riflessione sulla PAC post 2020, la Corte dei Conti europea ha pubblicato uno studio sul regime di pagamento di base (RPB) per gli agricoltori, introdotto dalla riforma della Politica Agricola Comune del 2013 con l'obiettivo di fornire un sostegno di base al reddito degli agricoltori e contribuire ad ottenere una produzione di alimenti redditizia nell’UE senza distorcere le decisioni in materia di produzione.

Con una spesa annua di circa 18 miliardi di euro, erogati a circa quattro milioni di agricoltori, i pagamenti di base - attuati in Belgio, Danimarca, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Slovenia, Finlandia, Svezia e Regno Unito - costituiscono il più grande regime di sostegno al reddito degli agricoltori dell’UE.

Uno strumento valido dal punto di vista operativo, secondo la Corte, ma che sta avendo un impatto modesto su semplificazione, indirizzamento e convergenza dei livelli di aiuto.

La complessa normativa dell’UE in materia di RPB e terreni ammissibili conteneva infatti numerose opzioni ed eccezioni e le scelte dagli Stati membri hanno talvolta aggiunto complessità, aumentato l’onere gravante sulle amministrazioni nazionali e permesso ad alcuni agricoltori di realizzare guadagni insperati.

Tra l'altro, trattandosi di un regime legato alle superfici piuttosto che al reddito, i pagamenti di base tendono a favorire le aziende agricole più grandi, come denunciato più volte dall'Italia, secondo cui gli aiuti ad ettaro premiano le rendite più che il lavoro e gli investimenti.

“Il regime di pagamento di base è una importante fonte di reddito per molti agricoltori, ma ha dei limiti intrinseci”, perchè “non tiene conto delle condizioni di mercato, dell’uso dei terreni agricoli o delle specifiche circostanze dell’azienda, e non è basato su un’analisi della situazione reddituale complessiva degli agricoltori” ha dichiarato João Figueiredo.

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In vista della PAC post 2020, ha raccomandato la Corte, la Commissione europea dovrebbe analizzare i fattori che incidono sul reddito per tutti i gruppi di agricoltori, le loro esigenze in termini di sostegno al reddito ed il valore dei beni pubblici forniti dagli stessi e collegare le misure proposte ad obiettivi operativi appropriati e a valori di partenza idonei rispetto ai quali comparare la performance.

Relazione speciale n. 10/2018: Il regime di pagamento di base per gli agricoltori

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