Lavoro – PMI sempre piu' attente a welfare aziendale

Welfare aziendale - Photo credit: le temple du chemisier via Foter.com / CC BY-NC-SAComplici la leva fiscale e la tecnologia, il 2016 è stato un anno determinante per lo sviluppo del welfare aziendale fra le PMI italiane.

Premi produttivita' - depositati 18.716 contratti

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PMI sempre più attente al welfare aziendale per il benessere dei dipendenti. È quanto emerge dal Rapporto 2017 Welfare Index PMI, promosso da Generali Italia con la partecipazione delle maggiori confederazioni italiane (Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni), che per il secondo anno ha analizzato il livello di welfare in 3.422 piccole e medie imprese italiane.

Welfare aziendale: cos'è e come si sta diffondendo tra le PMI italiane

Un insieme di benefit e prestazioni, diffuso soprattutto nelle multinazionali, finalizzato ad integrare la componente meramente monetaria della retribuzione per sostenere il reddito dei dipendenti e migliorarne la vita privata e lavorativa. Questa definizione fu la base su cui, poco meno di due anni fa, su invito di Generali Italia si è formato il comitato guida a supporto dell’iniziativa Welfare Index PMI.

La cultura del welfare aziendale era presente in diverse grandi aziende nel nostro Paese, ma le piccole e medie imprese, ossatura del sistema produttivo italiano, verosimilmente non sapevano nemmeno di cosa si trattasse. Dal 2016 però qualcosa è cambiato, per una serie di ragioni.

La prima è di carattere fiscale: il Governo, ha ammodernato, con alcune disposizioni della Legge di Stabilità 2016, alcuni istituti del welfare aziendale sia sul piano fiscale (agendo sul TUIR), sia su quello della contrattazione di secondo livello, rivitalizzando anche i “premi di risultato” (soggetti ad un’aliquota IRPEF ridotta al 10%) nella speranza di contribuire a quel recupero di produttività del lavoro che è uno dei temi più dibattuti nel nostro Paese.

La Legge di Bilancio 2017 ha ampliato ulteriormente il range dei benefici aziendali incentivati, includendo le assicurazioni per la non autosufficienza e per le malattie gravi, ha rafforzato gli incentivi all’utilizzo dei premi di risultato per servizi di welfare ed ha incluso la negoziazione collettiva nazionale tra le fonti istitutive di welfare aziendale.

Legge Stabilita' 2017 - detassazione premi produttivita' e APE sociale

Con la nuova normativa, azienda e lavoratore beneficiano entrambi di una più ampia fiscalità favorevole: l’azienda risparmia e il lavoratore percepisce di più (in servizi) rispetto a quanto avrebbe ricevuto se quegli importi gli fossero stati corrisposti in denaro con la busta paga (e quindi tassati).

C'è poi un secondo fattore, semplice quanto determinante per lo sviluppo del welfare aziendale in Italia: l'opinione pubblica. Mai come lo scorso anno, infatti, i media hanno parlato e scritto sull’argomento, favorendo una maggior attenzione sul welfare aziendale, “questo illustre sconosciuto”.

Inoltre, il diffondersi di piattaforme web ha facilitato l'accesso a servizi di welfare aziendale anche da parte di reti d’impresa o associazioni d’imprese. Parallelamente, si è consolidata la fornitura di servizi di welfare aziendale sia da parte del terzo settore che da parte di operatori profit (con la recente costituzione dell’AIWA che riunisce nove operatori nel campo dei servizi di welfare aziendale).

Infine, l’accordo di fine dicembre 2016 per il CCNL delle aziende industriali della meccanica fa del welfare aziendale uno dei perni del nuovo impianto retributivo e relazionale con i lavoratori. Si tratta di un accordo che ha visto ricompattata l’unità sindacale delle tre principali confederazioni, il cui contenuto finirà per ispirare verosimilmente anche altri CCNL in fase di rinnovo.

“Le imprese che investono nel welfare” ha dichiarato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti intervenendo nel corso della presentazione del rapporto 2017 Welfare Index PMI presso l'università Luiss, “non rispondono solo a ragioni di convenienza: è evidente che siamo ormai di fronte ad una grande sfida culturale, in cui le persone vengono prima della mera ricerca del profitto”.

“In passato il rapporto tra impresa e lavoratori è stato sempre costruito su due fronti: quello del conflitto e quello dei contratti. Oggi non basta più: la complessità dei fenomeni e delle sfide che abbiamo di fronte, rende necessario trovare risposte più articolate, in un mix di interventi tra pubblico e privato”, aggiunge il ministro.

Le 12 aree del welfare aziendale 

3.422 imprese (+60% rispetto al 2016) di tutti i settori produttivi hanno partecipato alla seconda edizione dell’indagine, che ha permesso di tracciare la mappa del welfare aziendale nelle PMI prendendo in considerazione le iniziative classificate in 12 aree: previdenza integrativa; sanità integrativa; servizi di assistenza; polizze assicurative; conciliazione vita-lavoro; sostegno economico ai dipendenti e alle famiglie; formazione per i dipendenti; sostegno all'istruzione di figli e familiari; cultura, ricreazione e tempo libero; sostegno ai soggetti deboli e integrazione sociale; sicurezza e prevenzione degli incidenti; welfare allargato al territorio e alla comunità.

Protagoniste della crescita del welfare aziendale sono le imprese già molto attive, che nell’ultimo anno hanno ulteriormente esteso le prestazioni offerte ai lavoratori. Delle dodici aree del welfare aziendale quelle che crescono più velocemente sono la sanità integrativa, la conciliazione vita-lavoro e il sostegno alla maternità, le iniziative aperte al territorio.

Le aree in cui l'indagine rileva una maggiore frequenza di nuove iniziative sono:

  • il sostegno economico (13 casi su 109), con iniziative come l’anticipo del TFR anche oltre gli obblighi di legge, prestiti aziendali, premi di risultato trasformati in servizi di welfare tramite piattaforma;
  • la sanità integrativa (9 casi), con la sottoscrizione di nuove polizze, l’incremento di coperture su polizze già esistenti, la stipula di convenzioni con studi medici;
  • la conciliazione vita-lavoro (9 casi), con iniziative di smart working, telelavoro e concessione di flessibilità oraria aggiuntiva;
  • la formazione avanzata ai dipendenti (9 casi);
  • nuove iniziative per la sicurezza e la prevenzione degli incidenti oltre quelle obbligatorie (9 casi).

L’obiettivo principale che induce le imprese ad attuare iniziative di welfare aziendale è migliorare la soddisfazione dei lavoratori e il clima interno. Il 66% delle imprese sono focalizzate su obiettivi di gestione del personale: migliorare la soddisfazione e il clima (50,7%) e fidelizzare i lavoratori (16%). Gli obiettivi di carattere economico-gestionale sono considerati prioritari per le politiche di welfare aziendale dal 20% delle imprese: incentivare la produttività del lavoro (16,6%) e contenere il costo del lavoro grazie ai vantaggi fiscali (3,6%). Solo le imprese dell’industria danno importanza molto maggiore (28,8%) all’obiettivo di incrementare la produttività.

Infine, l'indagine approfondisce le storie aziendali di 109 casi di successo. Di questo gruppo, il 46% sono imprese con meno di 50 lavoratori, e di queste il 16% sono microimprese con meno di 10 addetti e 30% piccole imprese da 10 a 50 addetti. La questione per le PMI che rientrano fra le 109 best practices è come uscire dall’isolamento, raggiungere la massa critica attraverso le alleanze, acquisire informazioni e competenze utilizzando supporti associativi e servizi esterni.  

Rapporto 2017 Welfare Index PMI

Photo credit: le temple du chemisier via Foter.com / CC BY-NC-SA

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