Bruxelles lancia una consultazione pubblica sul reddito minimo

Reddito minimo - Photo credit: Foto di Alexander Fox | PlaNet Fox da PixabayMentre sono in corso i negoziati sulla direttiva salario minimo, la Commissione europea lavora a una nuova iniziativa in materia di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale che dovrebbe vedere la luce entro settembre 2022.

I negoziati sulla direttiva salario minimo

Il programma di lavoro della Commissione per il 2022 prevede infatti la presentazione di una proposta sul reddito minimo a sostegno delle politiche degli Stati membri, che dovrebbe avere la forma di una raccomandazione ed essere pubblicata entro il terzo semestre nell'anno.

In vista di questa scadenza Bruxelles chiede a tutti i soggetti interessati di partecipare alla consultazione pubblica su come garantire una rete di sicurezza di ultima istanza adeguata nell'ambito dei sistemi di protezione sociale degli Stati membri.

Una raccomandazione sui regimi di reddito minimo nell'UE

Nel 2019 le persone a rischio di povertà o di esclusione sociale in Europa erano circa 90 milioni. Un quadro già aggravato dalla crisi pandemica che ora rischia di peggiorare alla luce delle conseguenze della guerra in Ucraina.

Il piano d'azione per l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali prova ad affrontarlo individuando tre obiettivi chiave per il 2030:

  • ridurre di almeno 15 milioni il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale;
  • assicurare un lavoro ad almeno il 78% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni;
  • garantire che almeno il 60% degli adulti partecipi ogni anno ad attività di formazione.

In questo contesto, decisivi sono i regimi di sostegno di ultima istanza previsti dagli Stati membri per fornire reddito, prestazioni sociali e servizi abilitanti a coloro che ne hanno bisogno. Si tratta di regimi che variano notevolmente da un paese all'altro per adeguatezza e copertura delle prestazioni, generando forti differenze sia in termini di efficacia che di sostenibilità delle misure.

A livello generale la Commissione individua cinque categorie di problemi che interessano i regimi europei di basic income:

  • Lacune nella copertura e nella diffusione, con in media circa il 35% della popolazione dell'UE in età lavorativa a rischio di povertà che non beneficia di un reddito minimo né di altre prestazioni sociali,
  • Scarsa adeguatezza, sia nel ridurre la gravità della povertà, che nel consentire l'uscita dallo stato di deprivazione,
  • Meccanismo debole di determinazione delle prestazioni e imprevedibilità dell'aggiornamento del loro livello,
  • Coordinamento limitato con i servizi sociali abilitanti, che influiscono sulla disponibilità a partecipare ai programmi di attivazione del mercato del lavoro e alla società in generale,
  • Lacune nei sistemi di governance, nel monitoraggio e nella valutazione.

Si tratta di limiti che hanno impatto anche oltre la dimensione nazionale, perchè creano divergenze tra gli Stati membri e incidono negativamente, oltre che sulle persone interessate e sulle loro famiglie, anche sui mercati del lavoro e sulla crescita economica. Il che giustifica, secondo la Commissione, un intervento a livello europeo tramite una raccomandazione che dovrebbe riguardare:

  • la copertura dei regimi di reddito minimo, e l'accesso agli stessi,
  • l'adeguatezza delle prestazioni di reddito minimo,
  • l'accesso effettivo alle misure di attivazione,
  • il coordinamento efficace tra i prestatori di servizi sociali abilitanti, i servizi per l'impiego e le autorità erogatrici di prestazioni,
  • solidi meccanismi di governance, monitoraggio e valutazione.

L'idea di Bruxelles è che queste misure avebbero un impatto complessivamente neutro o positivo, generando maggiori entrate per i bilanci pubblici sotto forma di imposte sul reddito e contributi previdenziali da parte dei beneficiari che riescono a reintegrarsi nel mercato del lavoro e un aumento del gettito dell'imposta sui consumi (IVA) che compenserebbe l'incremento di spesa pubblica.

Parti sociali, istituzioni, organizzazioni internazionali, della società civile, esperti, ricercatori e tutti i soggetti interessati sono ora chiamati ad esprimersi sia sulla necessità di questa'azione a livello UE che sul tipo di intervento da intraprendere e sul suo contenuto.

Per partecipare c'è tempo fino al 1° aprile 2022.

Per approfondire: Cosa funziona e cosa no della direttiva UE sul salario minimo

Partecipa alla consultazione pubblica sui regimi di reddito minimo nell'UE

Photo credit: Foto di Alexander Fox | PlaNet Fox da Pixabay 

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