Cosa prevede il Recovery Plan: risorse, mission, progetti e riforme

Draghi - foto di: GovernoIl dettaglio sulle risorse a disposizione, i contenuti delle missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza, i progetti e le riforme. Cosa prevede il PNRR.

Recovery Plan: come funziona la governance del Piano di ripresa?

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ribattezzato Piano Italia Domani, prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, lo strumento chiave del NGEU.

Risorse cui si aggiungono ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali, che confluiscono in un apposito Fondo complementare al Recovery, noto anche come Fondone. Il totale degli investimenti previsti per gli interventi contenuti nel Piano arriva a 222,1 miliardi di euro, a cui si aggiungono 13 miliardi del programma React-Eu.

I 191,5 miliardi del RRF si dividono in 68,9 miliardi di euro di sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in forma di prestiti.

Com'è strutturato il Piano nazionale ripresa e resilienza

Rispettando quelle che sono le indicazioni di Bruxelles, il Recovery Plan italiano destina il 37% della dotazione complessiva del piano per riforme e investimenti agli obiettivi climatici e il 25% a sostegno degli obiettivi digitali.

Grafiche: Commissione europea

Grafiche: Commissione europea

Il Piano è articolato in 6 missioni, ma a cambiare rispetto alla versione presentata dal precedente governo Conte sono le risorse messe a disposizione per ognuna: si riducono complessivamente i fondi per ogni settore di intervento, eccetto per 'Istruzione e ricerca', che guadagna fondi nella nuova versione.

Recovery Plan: la ripartizione delle risorse per Mission: 

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 40,32 miliardi dal PNRR + 0,8 miliardi da React-EU + 8,74 dal fondo complementare
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica: 59,47 miliardi dal PNRR + 1,31 da React-EU + 9,16 dal fondo complementare
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile: 25,4 mld da PNRR + 6,06 dal fondo complementare
  • Istruzione e ricerca: 30,88 miliardi dal PNRR + 1,93 mld da React-EU + 1 miliardo dal fondo complementare
  • Inclusione e sociale: 19,81 mld dal PNRR + 7,25 da React-EU + 2,77 dal fondo complementare
  • Salute: 15,63 miliardi dal PNRR + 1,71 da React-eu + 2,89 mld dal fondo complementare

Queste missioni a loro volta comprendono una serie di componenti funzionali per realizzare gli obiettivi economico-sociali  definiti nella strategia del Governo, articolate in linee di intervento che comprendono una serie di progetti, investimenti e riforme collegate. 

Le missioni

La missione 1 "Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura"  è costituita da 3 componenti e si pone come obiettivo la modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del Paese, nella Pubblica Amministrazione e nel suo sistema produttivo. Una componente è dedicata ai settori che più caratterizzano l’Italia e ne definiscono l’immagine nel mondo: il turismo e la cultura.

Tra i punti chiave della mission figura il Piano Transizione 4.0.

La missione 2 "Rivoluzione verde e transizione ecologica" si struttura in 4 componenti ed è volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia italiana coerentemente con il Green Deal europeo.

Comprende interventi per l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili, lo sviluppo della filiera dell’idrogeno e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni volte al risparmio dei consumi di energia tramite l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato e, infine, iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, la riforestazione, l’utilizzo efficiente dell’acqua e il miglioramento della qualità delle acque interne e marine.

Per la missione 3 "Infrastrutture per una mobilità sostenibileè articolata in 2 componenti e si pone l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno. Promuove la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree del territorio che presentano maggiori rischi. Prevede investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile dal punto di vista ambientale per sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europee e valorizzare il ruolo dei porti dell’Italia meridionale.

La missione 4 "Istruzione e ricerca" è uno dei capitoli che nel tempo ha subito maggiori modifiche in fatto di risorse, passando dai 33,81 miliardi della prima versione ai 30,88 dell'ultima. Pone al centro i giovani ed affronta uno dei temi strutturali più importanti per rilanciare la crescita potenziale, la produttività, l’inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali del futuro.

È divisa in 2 componenti e punta a garantire le competenze e le capacità necessarie con interventi sui percorsi scolastici e universitari degli studenti. Sostiene il diritto allo studio e accresce la capacità delle famiglie di investire nell’acquisizione di competenze avanzate. Prevede anche un sostanziale rafforzamento dei sistemi di ricerca di base e applicata e nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico.

La missione 5 "Inclusione e coesione" si articola in 3 componenti: 

Ultimo capitolo nel PNRR è la missione 6 "Salute" si articola in 2 componenti ed è focalizzata su due obiettivi: il rafforzamento della rete territoriale e l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con il rafforzamento del Fascicolo Sanitario Elettronico e lo sviluppo della telemedicina.

Alle 6 macro-missioni, il Recovery Plan nazionale associa parallelamente tre priorità trasversali: donne, giovani e Sud. Questi tre temi che  devono essere contenuti in tutti gli obiettivi del Piano nazionale e che saranno misurati negli impatti macroeconomici, occupazionali e di indicatori BES. 

Le riforme previste

La parola chiave dei Recovery Plan di tutti i Paesi europei è riforme. Riforme che non vanno solo indicate in modo vago né sintetizzate in poche parole, ma che occorre spiegare nel dettaglio, dal momento che la Commissione europea le considera parte integrante del Piano. 

Quelle previste nel Piano di Draghi sono suddivise tra: riforme orizzontali, abilitanti e settoriali. 

Le riforme orizzontali, o di contesto, riguardano innanzitutto Pubblica amministrazione e giustizia.

A queste si aggiungono riforme abilitanti, destinate a garantire attuazione e massimo impatto agli investimenti, tra cui si annoverano le misure di semplificazione e razionalizzazione della legislazione e quelle per la promozione della concorrenza.

Infine sono previste specifiche riforme settoriali, le misure consistenti in innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali. 

Per approfondire: Il dettaglio sulle riforme nel Recovery Plan

Il testo del Recovery Plan

Trattandosi di uno dei primi piani inviati a Bruxelles (il 1° maggio), il Recovery Plan italiano rientra anche nel primo gruppo scrutinato dalla Commissione europea.

La valutazione del Recovery italiano da parte della Commissione europea, arrivata il 22 giugno, vede una promozione a pieni voti: tutte A e una B alla voce 'Costi', come per gli altri piani approvati finora. Nella pagella approvata, che la presidente Ursula Von der Leyen ha consegnato al premier Draghi a Roma, si sottolinea che il piano "contribuisce ad affrontare in modo soddisfacente" le raccomandazioni specifiche dell’UE.

Il testo definitivo del Piano nazionale ripresa e resilienza

Il testo del Piano nazionale ripresa e resilienza approvato da Bruxelles

Italia Domani: il portale dedicato al PNRR

Il 3 agosto 2021 è stato pubblicato il portale ufficiale dedicato a “Italia Domani”, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in cui sono illustrati i contenuti del Piano e viene raccontato il percorso di attuazione attraverso schede intuitive e chiare dedicate al monitoraggio degli investimenti e delle riforme.

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