PAC post 2020: proposte per il futuro dell'UE

Consiglio UE: il futuro della PAC post 2020Il Consiglio dell’UE discute sullo stato di avanzamento dei lavori della Commissione relativi al pacchetto di riforma della Politica Agricola Comune (PAC) 2021-2027. Particolare attenzione anche su temi associati come tutela forestale, frodi alimentari e benessere degli animali.

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Le proposte di riforma della PAC relative al Quadro finanziario pluriennale dell'UE 2021-2027 consistono dei tre regolamenti:

  • un regolamento sui piani strategici della PAC, che costituisce il fulcro del pacchetto e comprende i pagamenti diretti, gli interventi in determinati settori e lo sviluppo rurale;
  • un regolamento sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della PAC, anche noto come regolamento orizzontale, che aggiorna e sostituisce quello attuale;
  • un regolamento, detto modificativo, sull'organizzazione comune dei mercati (OCM) dei prodotti agricoli, che modifica e aggiorna quelli precedenti relativi ai regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, ai prodotti vitivinicoli aromatizzati, in più territori.

Le tre proposte, dopo la loro pubblicazione nel giugno 2018, sono state più volte oggetto di valutazioni e revisione da parte delle presidenze del Consiglio dell'UE che si sono avvicendate, fino ad arrivare a quella finlandese attuale.

Sulla base dei suggerimenti della presidenza e dei contributi forniti dagli Stati membri e dalla Commissione, insieme alle opinioni del Comitato speciale Agricoltura (CSA) e del Consiglio "Agricoltura e pesca", si sono posti sotto la lente di ingrandimento alcuni argomenti di particolare interesse.

Piani strategici: semplificazione e pagamenti diretti

Il primo passo in avanti, secondo il Consiglio starebbe nella semplificazione. L’adeguamento delle disposizioni ridurrebbe la probabilità che gli importi unitari effettivi si discostino dagli importi unitari pianificati, e quindi il numero di casi in cui gli Stati membri vedano riduzioni o sospensioni dei fondi.

Inoltre, per ovviare alla difficoltà di pianificare in anticipo i fondi da riservare ai vari interventi e per far fronte a possibili casi di sovrautilizzo o sottoutilizzo, la presidenza ha cercato di aumentare la flessibilità finanziaria, suggerendo ad esempio di consentire agli Stati membri di stabilire importi unitari non solo massimi, ma anche minimi.

Una priorità per il pacchetto PAC è senza dubbio una forte ambizione in materia di ambiente e clima. Alcuni punti fondamentali per raggiungere l’obiettivo sono ad esempio la formulazione di norme comuni per il mantenimento delle buone condizioni agronomiche e ambientali dei terreni, e l’introduzione di uno strumento di consulenza per le aziende agricole relativo ai nutrienti (FaST).

Sono state avanzate, infine, delle proposte in relazione ai pagamenti per i giovani agricoltori, per i quali la presidenza ha suggerito di lasciare agli Stati membri la flessibilità di fissare un numero massimo di ettari per soggetto.

Per quanto riguarda i tipi di interventi per lo sviluppo rurale, la presidenza ha proposto modifiche che sono state accolte con favore dalla maggior parte delle delegazioni. Queste comprendono la possibilità di accordare sostegno sulla base di unità anziché di ettari, insieme allo sviluppo di piccole aziende agricole in aggiunta al sostegno all'avviamento per i giovani agricoltori e le imprese rurali. Tuttavia, altri elementi richiederanno ulteriori discussioni, in particolare l'intensità dell'aiuto per gli investimenti, le eccezioni per l'acquisto di terreni e gli investimenti nell'irrigazione.

“Crediamo che l'attuale proposta non soddisfi appieno le giuste aspettative delle Regioni, che devono poter svolgere un ruolo ben diverso nella gestione delle politiche di sviluppo rurale, e che la condivisibile ambizione ambientale della futura PAC debba tener conto delle risorse a disposizione per poter indirizzare in modo coerente i processi produttivi. I nostri agricoltori saranno in grado di seguire la strada che stiamo delineando solo se gli impegni da attuare saranno adeguatamente compensati”, ha affermato la Ministra Teresa Bellanova.

Se per il regolamento orizzontale si riscontra una certa stabilità rispetto alle proposte discusse in passato, ci sono delle novità per quanto riguarda quello modificativo. In particolare, il focus principale riguarda l’etichettatura dei vini, a livello di norme, controlli e sanzioni.

A proposito del ruolo chiave delle etichette per garantire l’origine delle materie prime, la Ministra Bellanova, nel suo intervento al Consiglio dei Ministri Agricoltura e Pesca, ha chiarito: “Il regolamento 775 del 2018 e la scelta di un regime facoltativo di etichettatura ci trova contrari e riteniamo non soddisfacenti le soluzioni scelte. La sperimentazione che in molti abbiamo in corso su latte, formaggi, carni trasformate, pasta, riso, pomodori, non può terminare con l'entrata in applicazione del regolamento. E' necessario lavorare insieme rapidamente perché questi prodotti indichino obbligatoriamente l'origine della materia prima".

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Orientamenti: flora, fauna e frodi alimentari

Il Consiglio ha adottato, inoltre, orientamenti in merito ad argomenti che orbitano attorno al settore agroalimentare. Uno tra questi è relativo all’incremento del sostegno alla conservazione, al ripristino e alla gestione sostenibile delle foreste.

Per ridurre l'impronta dei consumi dell'UE sui terreni, la Commissione dovrebbe definire delle azioni a livello UE per la sensibilizzazione dei consumatori, così come nuovi sforzi da parte dell'industria e la cooperazione con i paesi produttori per la tutela dell'ecosistema.

Altre riflessioni riguardano il benessere degli animali, quale parte integrante della produzione animale sostenibile. Si riconosce la necessità di un ulteriore aggiornamento della legislazione vigente, in particolare in settori quali il trasporto degli animali su lunghe distanze, insieme ad attività di comunicazione e sensibilizzazione per il pubblico sul tema.

Il Consiglio, infine, si concentra sulle potenziali prassi per migliorare le modalità di contrasto e di prevenzione delle pratiche fraudolente nella filiera agroalimentare. In questo caso si sottolineano tre fattori risolutivi: cooperazione intersettoriale continua, stanziamento di risorse adeguate per l’attuazione efficace della normativa UE in vigore, formazione dei consumatori.

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