Startup - CDP propone di defiscalizzare investimenti

StartupDefiscalizzare l'acquisto di startup innovative da parte delle aziende. Ad avanzare la proposta Leone Pattofatto di Cassa Depositi e Prestiti. Nel frattempo la Commissione Attività produttive della Camera si prepara ad avviare un’indagine sulle startup.

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"Credo sia stato fatto molto negli ultimi anni" per il supporto alle startup e al venture capital: si è assistito a "passi avanti sia dal punto di vista delle policies ma anche per quanto riguarda l'armonizzazione delle regole del private equity e del venture capital, che sono un fattore importante". Così Leone Pattofatto – Chief Strategic Equity Officer di Cassa Depositi e Prestiti in occasione di 'EY Manufacturing Lab. La rivoluzione digitale della manifattura italiana', che si è svolto all'Unicredit Pavillon.

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Defiscalizzare gli investimenti in startup

La proposta lanciata da Pattofatto è ancora un’ipotesi: "defiscalizzare l'acquisto di startup innovative da parte delle aziende, potrebbe essere qualcosa che aiuta la crescita per linee esterne di acquisizione di tecnologie innovative", ha detto.

E nel corso del suo intervento Pattofatto ha ripercorso la strada intrapresa in questi anni da CDP. A partire dal commitment per circa 2 miliardi del triennio 2015-2018, di cui circa 600 milioni dedicati proprio a innovazione e venture capital.

Il perimetro di CDP "è aperto, nel senso che la missione è sempre la stessa, quindi sostenere crescita e competitività delle imprese e del paese", ha spiegato.

"Nel 2011 era un momento molto particolare in mancava il credito, mancava il private equity, c'è stato l'intervento diretto o indiretto tramite fondi di CDP per dare benzina al sistema nel momento in cui era fermo". Poi, ha aggiunto, "negli ultimi anni abbiamo reinterpretato il ruolo di istituto che vuole affiancarsi al privato e al sistema bancario per dare stimoli, per intervenire dove c'è bisogno, ma sempre con un ruolo da investitori".

Fra gli interventi più recenti ha indicato "Itatech, una piattaforma di co-investimento insieme al Fondo europeo di investimenti che si focalizza sul trasferimento tecnologico, dunque spin off universitari, licenze e brevetti" ed i "nuovi impegni nei fondi gestiti dal Fondo italiano di investimento che ha avuto un ruolo fondamentale negli ultimi anni, perché ha dato avvio al mondo del venture capital in Italia".

Infine, "abbiamo fatto anche partire un altro fondo focalizzato però sul late stage venture capital, perché un altro paradosso del nostro ecosistema è che per una startup trovare un ticket di investimento di uno o due milioni è relativamente facile. Quando si va su ticket più grandi di 10 milioni dunque il secondo giro di finanziamenti è molto più difficile e questo perché abbiamo venture capital di dimensione media di 50-60 milioni e dunque un ticket di 10 è improponibile. Questo fondo - ha concluso - va proprio a cercare di colmare quel gap. Poi stiamo lavorando su altre iniziative a favore di business angel e a sostegno degli acceleratori di impresa che sono un altro pezzo importante dell'ecosistema dell'innovazione".

Indagine sulle startup italiane

Nel frattempo, proprio per cogliere il profilo e le caratteristiche di questo ecosistema, il vicepresidente della Commissione Attività Produttive alla Camera, il deputato Luca Carabetta (M5S), ha proposto un’indagine conoscitiva su "startup e filiera del venture business".

"L'indagine conoscitiva è un atto che apre il Parlamento ad associazioni di categoria, imprese, università e a chiunque avesse qualcosa da dire rispetto a un certo tema; crea un canale diretto tra istituzioni e stakeholder", ha scritto il deputato su Facebook. "Vogliamo scoprire perché gli investimenti in Italia siano decine di volte inferiori rispetto a Paesi simili e capire quali iniziative intraprendere per diventare un player competitivo su scala internazionale".

I dettagli riguardanti l’indagine parlamentare e il suo iter saranno indicati prossimamente, e le audizioni partiranno, con ogni probabilità, dopo l’estate.

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