Investimenti – Febaf, capitali privati per sostenere la ripresa

Investimenti - Photo credit: Got Credit via Foter.com / CC BYAlla Febaf la riunione del primo tavolo di lavoro per facilitare l'incontro tra investitori istituzionali ed economia reale.

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Rappresentanti delle istituzioni, assicurazioni, fondi pensione e casse di previdenza si sono dati appuntamento presso la Federazione banche, assicurazioni e finanza (Febaf) per la “Giornata dell'investitore istituzionale”. Un appuntamento che segna l'avvio del primo tavolo di lavoro volto a rendere più efficienti ed efficaci gli investimenti nel sistema produttivo per sostenere la ripresa.

Focus innanzitutto sui PIR, i piani individuali di risparmio introdotti dalla Legge di Bilancio, che rappresentano una forma di investimento a medio termine, capace di veicolare i risparmi verso le imprese italiane, con particolare attenzione alle PMI. “Le nuove norme sui PIR e sulla fiscalità agevolata per gli investimenti di fondi e casse previdenziali siano utilizzate bene da tutti”, è l'auspicio espresso dal presidente della Febaf Luigi Abete in apertura dei lavori.

“Siamo in una fase di ripresa” e per continuare a crescere “abbiamo bisogno di rilanciare gli investimenti infrastrutturali e d'impresa”, sottolinea Innocenzo Cipolletta, presidente dell'Associazione Private Equity, Venture Capital e Private Debt (AIFI). Si tratta di “fornire al sistema produttivo una massa di capitali che permetta un salto di qualità” e per farlo è necessario “trovare soluzioni che creino un clima favorevole per dare vita a una struttura finanziaria più solida per il nostro Paese”.

“Agire in maniera sinergica”. Questo l'invito di Giovanni Maggi, presidente di Assofondipensione, che considera la giornata organizzata dalla Febaf il primo passo per costruire “un tavolo politico per muoverci tutti insieme”. Il tema focale, sottolinea, “sono gli investimenti nell'economia reale”.

Al centro dei lavori, i PIR. A fotografarne lo stato dell'arte è Tommaso Corcos, presidente Assogestioni: “I PIR in questi mesi hanno riscosso un grande successo, raccogliendo flussi di risparmio molto più elevati rispetto alle aspettative iniziali. Ora è importante che anche gli imprenditori imparino a conoscerli e a utilizzarli come canale di finanziamento alternativo al sistema bancario. E’ importante che li apprezzino in quanto rappresentano un’opportunità sia per gli strumenti di capitale sia per le emissioni obbligazionarie”.

Seppur con le dovute cautele, i partecipanti al tavolo si dicono pronti a fare la loro parte per rilanciare gli investimenti nell'economia reale. Lo è il settore immobiliare, “indispensabile volano per la ripresa economica del Paese e fra i segmenti trainanti dell'economia”, sottolinea Marco Plazzotta di Assoimmobiliare. Aderisce anche il settore assicurazioni, rappresentato al tavolo di lavoro da Dario Focarelli, direttore generale dell’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici (Ania), che invita a soffermarsi sui temi infrastrutture, Capital Market Union e fiscalità per favorire gli investimenti privati.

Invitano alla prudenza il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello e il presidente dell'Associazione degli enti previdenziali privati (Adepp) Alberto Oliveti. Entrambi sottolineano gli obiettivi di redditività, che vanno comunque perseguiti.

Alcune tipologie d'investimento difficilmente si attagliano ai fondi pensione, ricorda Corbello. Gli investimenti nell'economia del Paese andrebbero dunque calibrati secondo alcune modalità: dovrebbero essere rapidi, e con ritorni tendenzialmente semestrali o annuali.

Soltanto il 5% del patrimonio di casse e fondi pensione finisce alle imprese”, avverte Mauro Marè, presidente Mefop, società costituita dal Ministero dell'Economia e delle finanze per lo sviluppo del mercato dei fondi pensione. “Per questo, occorre un’operazione di riforma sulla struttura degli investitori istituzionali”.

E anche le imprese devono fare la loro parte. Fra gli elementi da migliorare, l'aspetto dimensionale, la patrimonializzazione e la dipendenza dal credito bancario. A sottolinearlo, Matteo Zanetti, presidente del gruppo tecnico Credito e Finanza di Confindustria.

E se lo scenario del credito bancario è destinato a cambiare – perché, come sottolinea anche Abete, “siamo ancora in un sistema bancocentrico, ma non possiamo più permettercelo perché le regole che dovranno essere implementate dagli istituti impongono un futuro diverso” - anche l'approccio del tessuto imprenditoriale dovrà necessariamente mutare. Per Zanetti il sistema produttivo dovrà quindi adattarsi, anche attraverso una “maggiore condivisione dei programmi con gli investitori”.

A chiudere i lavori, i rappresentanti delle istituzioni. A partire da Daria Ciriaci, consigliere della rappresentanza della Commissione europea per la governance economica, con un intervento sul ruolo del Piano Juncker nell'attrarre investimenti. “L'Italia al momento è il primo beneficiario del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS)”, sottolinea Ciriaci.

“L'Italia sta maturando un gap d'investimenti infrastrutturali rilevante col passare degli anni”, nota Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia. Per colmare tale gap e cambiare marcia servono in primis dei progetti, quindi c'è bisogno di risorse da soggetti pubblici, privati o pubblico-privati. C'è però da considerare una variabile determinante, il tempo necessario in Italia per realizzare i progetti: “affinché le partnership siano sostenibili e gli investimenti realizzabili è necessario stringere i tempi dei meccanismi decisionali”.

Serve infine, sottolinea Stefano Scalera, consigliere del ministro dell’Economia, un “approccio di sistema”. La spinta riformatrice, da parte del MEF, c'è: un esempio concreto è rappresentato dai lavori del comitato “Milano European Financial Hub”, la cui prima riunione si è tenuta proprio presso la sede del dicastero la scorsa settimana. Obiettivo del comitato è semplificare le procedure autorizzative per gli operatori che, soprattutto nel dopo Brexit, intendono trasferirsi in Italia, scegliendo in particolare Milano come piazza finanziaria.  

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