Contro la crisi dei microchip l’Europa deve ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime

Piano europeo materie prime critiche - Foto di Tom Fisk da PexelsPer produrre batterie e motori elettrici servono materie prime critiche come il litio e il cobalto; l’Europa non li produce e ad oggi dipende dalle forniture di Cina, Turchia e altri Paesi del mondo. L’effetto valanga è già iniziato, come dimostra la crisi dei microchip che ha imposto a decine di fabbriche anche in italia di fermarsi a causa della carenza di componenti elettronici. 

Cosa sta facendo Bruxelles contro la crisi dei chip?

Per arginare la situazione Bruxelles ha presentato a settembre 2020 un piano d'azione per le materie prime critiche, CRM - Critical Raw Materials. 

Ma prima di entrare nel merito delle azioni proposte da Bruxelles è bene dare un'occhiata ai dati, che dimostrano quanto urgente sia intervenire presto per ridurre la dipendenza europea dalle importazioni di litio, cobalto, platino e non solo. 

Senza materie prime non c'è transizione digitale né ecologica

Solo per le batterie delle auto elettriche e lo stoccaggio dell'energia, il fabbisogno di litio in Europa aumenterà fino a 18 volte entro il 2030 e fino a 60 entro il 2050. 

Ma per il Vecchio Continente si pone un problema geografico: le materie prime critiche necessarie per le batterie auto (e non solo) sono concentrate in poche regioni del mondo. 

Quasi il 50% di cobalto si trova nella Repubblica Democratica del Congo, il 58% del litio impiegato dal mercato mondiale proviene dal Cile. O ancora, l’80% delle riserve di grafite naturale si trovano in Cina, Brasile e Turchia, mentre il 75% delle riserve di manganese appartengono ad Australia, Brasile, Sudafrica e Ucraina. 

Di conseguenza, l'Europa dipende fortemente dalle importazioni di questi Paesi. Una nota diramata dal Parlamento europeo dà il polso della situazione e permette di avere un'idea di quanto pesante sia tale livello di dipendenza: la Cina garantisce il 98% della fornitura dell'UE di elementi delle terre rare, la Turchia assicura il 98% dell’approvvigionamento di borato e il Sudafrica assicura il 71% del fabbisogno di platino dell'UE.

La dipendenza dell'UE dalle importazioni di materie prime critiche in un colpo d'occhio:

Grafiche: Commissione europea

 

“Non possiamo permetterci di sostituire l'attuale dipendenza dai combustibili fossili con la dipendenza dalle materie prime critiche. Le perturbazioni provocate dal coronavirus sulle nostre catene del valore strategiche hanno reso manifesto il problema”, dichiarava a settembre 2020 il vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič presentando il piano d'azione europeo per le materie prime critiche, legato a filo doppio con la strategia industriale europea.

Piano che parte dall'aggiornamento dell'elenco di tali materie prime, tenendo conto della loro mutata importanza economica e dei nuovi rischi di approvvigionamento in base alle relative applicazioni industriali.

30 le materie prime critiche incluse nel nuovo elenco (le new entry sono indicate in grassetto nella tabella sottostante): 

Elenco materie prime critiche - Grafica European Commission

La strategia europea consiste in un piano d'azione in 10 azioni.

Il piano d'azione per le materie prime critiche: le 10 azioni

Gli obiettivi del piano sono:

  • sviluppare catene del valore resilienti per gli ecosistemi industriali dell'UE;
  • ridurre la dipendenza dalle materie prime critiche primarie mediante l'uso circolare delle risorse, i prodotti sostenibili e l'innovazione;
  • rafforzare l'approvvigionamento interno di materie prime nell'UE;
  • diversificare l'approvvigionamento dai paesi terzi e rimuovere le distorsioni del commercio internazionale, nel pieno rispetto degli obblighi internazionali dell'UE.

Per centrare tali obiettivi si punta su 10 azioni:

1. L’istituzione di un'alleanza europea per le materie prime, che riunirà tutti i portatori di interessi coinvolti e si concentrerà sulle esigenze più urgenti, ossia aumentare la resilienza dell'UE nelle catene del valore dei magneti e delle terre rare, che è di vitale importanza per la maggior parte degli ecosistemi industriali dell'UE, come le energie rinnovabili, la difesa e lo spazio. Col tempo l'alleanza potrebbe poi espandersi per affrontare esigenze relative ad altre materie prime critiche e ai metalli comuni.

Un modello, quello dell'alleanza industriale, che si rifà a quella per le batterie e che Bruxelles ha seguito anche in occasione del lancio di un’altra importante partnership industriale, la European Clean Hydrogen Alliance per l’idrogeno verde.

2. L’elaborazione di criteri di finanziamento sostenibile per i settori delle attività estrattive e minerarie entro la fine del 2021.

3. L’avvio di progetti di ricerca e innovazione sulle materie prime critiche, con focus sulla lavorazione dei rifiuti e sui materiali avanzati. Verranno utilizzati a tale scopo le risorse provenienti da Horizon Europe, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai programmi nazionali di ricerca e innovazione.

4. La mappatura del potenziale approvvigionamento di materie prime critiche secondarie ricavate da scorte e rifiuti dell'UE per individuare progetti di recupero realizzabili entro il 2022.

5. L’individuazione di progetti di estrazione mineraria e di trasformazione nell'UE che possono essere operativi entro il 2025. Sarà dedicata particolare attenzione alle regioni carbonifere.

6. Lo sviluppo di competenze e capacità rilevanti per le attività minerarie, estrattive e di trasformazione delle materie prime.

7. L'uso del programma di osservazione della Terra Copernicus per migliorare l'esplorazione delle risorse, il funzionamento dei siti e la gestione ambientale nella fase post-chiusura.

8. Sviluppare progetti di ricerca e innovazione nell’ambito di Horizon Europe sui processi di sfruttamento e lavorazione di materie prime critiche per ridurre gli impatti ambientali.

9. Lo sviluppo di partenariati strategici internazionali per garantire l'approvvigionamento di materie prime critiche che non sono disponibili in Europa. Dal 2021 partiranno i partenariati pilota con il Canada, con i paesi interessati in Africa e con i paesi del vicinato dell'UE. 

10. Promuovere pratiche minerarie responsabili per materie prime critiche attraverso il quadro normativo dell'UE e la relativa cooperazione internazionale.

Piano d'azione per le materie prime critiche

Parlamento europeo: diversificare gli approvvigionamenti attraverso gli accordi commerciali

In una relazione approvata il 24 novembre il Parlamento europeo esorta la Commissione a presentare una strategia europea per le materie prime critiche basata su elevati standard sociali e ambientali, nel rispetto dei diritti umani e dell'approvvigionamento sostenibile.

Il Parlamento europeo auspica una diversificazione delle fonti di approvvigionamento di CRM per l'UE, tale da ridurre la dipendenza dai paesi non UE. Il documento propone un rafforzamento dei partenariati e degli accordi commerciali esistenti a livello europeo, guardando al tempo stesso alle diverse opzioni con i nuovi paesi.

La relazione sottolinea inoltre l'importanza per qualsiasi accordo sulle importazioni di tener conto:

  • della loro impronta ambientale,
  • della provenienza responsabile delle stesse, nel rispetto della salute dei lavoratori, della loro sicurezza e della tutela di posti di lavoro e condizioni di lavoro dignitose.

L'altro punto su cui insistono i deputati sono le materie prime secondarie. I deputati vogliono cioè promuovere il riciclaggio e il recupero di materie prime critiche dai flussi di rifiuti minerari, per garantire un accesso affidabile, sicuro e sostenibile delle esse, introducendo al tempo stesso obiettivi di riciclaggio dedicati per le materie prime critiche, con un solido quadro di monitoraggio.

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