Marchi storici cessati o inutilizzati: subentra il MIMIT
Per evitare di perdere quei marchi che, negli ultimi 50 anni, hanno contribuito a rendere il Made in Italy famoso nel mondo, un decreto appena approdato in Gazzetta ufficiale disciplina le modalità di subentro del MIMIT in caso di chiusura dell'impresa oppure qualora il marchio risulti inutilizzato da oltre 5 anni.
Cosa prevede la legge Made in Italy
Procede in questo modo l’attuazione della legge Made in Italy (Legge 206/2023), il provvedimento approvato a fine 2023 che ha previsto il dispiegamento di una serie di misure e agevolazioni a sostegno di molti comparti produttivi italiani.
Tra queste misure figurano anche le disposizioni per la tutela dei marchi di particolare interesse e valenza nazionale. Una norma inserita durante il passaggio in Parlamento, che da un lato obbliga l’impresa titolare o licenziataria di un marchio registrato da almeno 50 anni, che intenda cessare definitivamente l’attività svolta, a notificare preventivamente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) le informazioni relative al progetto di cessazione dell’attività, così da permettere al MIMIT di diventare titolare del marchio.
Dall’altro consente sempre al Ministero di depositare, a proprio nome, domanda di registrazione di quei marchi che risultino non utilizzati da almeno 5 anni.
In entrambi i casi, l’obiettivo del subentro del MIMIT nel possesso di tali marchi è, non solo di evitarne la scomparsa, ma anche di utilizzarli come strumento di attrazione di investimenti (anche esteri) promossi da imprese interessate ad avviare o trasferire in Italia la produzione.
Per la fattiva attuazione del provvedimento previsto dalla legge Made in Italy, era necessario un decreto del MIMIT, ora pubblicato in Gazzetta ufficiale.
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Tutela dei marchi storici non più utilizzati: quando può subentrare il MIMIT
Ad essere oggetto della misura di tutela prevista dalla Legge Made in Italy sono, nello specifico, i cosiddetti “Marchi di particolare interesse e valenza nazionale”, ovvero quei marchi registrati da almeno 50 anni, ovvero non registrati per i quali sia possibile dimostrare l’uso continuativo da oltre 50 anni, che godono di una rilevante notorietà e che sono (o sono stati utilizzati) per la commercializzazione di prodotti o servizi realizzati da un’impresa produttiva nazionale di eccellenza collegata al territorio nazionale.
Ebbene, nel caso in cui un’impresa, titolare o licenziataria di un tale marchio, intenda cessare definitivamente l’attività di produzione del prodotto, la legge sul Made in Italy ha introdotto l’obbligo di notificare al MIMIT - almeno sei mesi prima dell’effettiva cessazione - il progetto di cessazione dell’attività, specificando in particolare le strategie inerenti il marchio in questione e se esso sarà o meno oggetto di cessione a titolo oneroso prima della chiusura dell’impresa.
Nel caso in cui non fosse prevista la cessione del marchio ad un altro soggetto, il MIMIT avrà tre mesi di tempo per valutare se diventare il nuovo titolare del marchio. Un’operazione che sarà a costi zero per lo Stato, dal momento che tale passaggio avverrà in forma del tutto gratuita.
Come già accennato, oltre alla possibilità di subentrare in caso l’impresa cessi l’attività, il MIMIT può decidere se diventare titolare anche di quei marchi per i quali il dicastero presuma il non utilizzo da almeno 5 anni. In caso di accertamento della decadenza del marchio per mancato utilizzo, dunque, il MIMIT potrà depositare domanda di registrazione all’Ufficio italiano brevetti e marchi.
Marchi storici in vendita
In entrambi i casi, il decreto attuativo prevede la pubblicazione online dell’elenco dei marchi di cui il MIMIT è diventato titolare, al fine di permettere a tutti gli operatori economici potenzialmente interessati al loro utilizzo, di farsi avanti.
A poter manifestare il proprio interesse sono sia le imprese italiane, che quelle estere. Entrambe le tipologie di soggetti, infatti, potranno formulare la richiesta di acquisto del marchio, presentando un progetto di investimento da realizzare in Italia, che tenga in particolare conto le ricadute occupazionali.
L’eventuale manifestazione di interesse di un’impresa per un determinato marchio sarà pubblicata online, per motivi di trasparenza. A quel punto, le altre imprese potenzialmente interessate avranno 30 giorni per farsi avanti. Trascorso tale periodo, il MIMIT effettuerà una valutazione comparativa di tutte le richieste pervenute riguardanti il medesimo marchio, sulla base dei seguenti criteri: entità dell’investimento, ricadute occupazionali, settore di riferimento, localizzazione dell’investimento, tempi di realizzazione dello stesso.
Il marchio verrà dunque messo a disposizione dell’impresa individuata dal Ministero, mediante contratto di licenza gratuita per un periodo non inferiore a 10 anni, rinnovabile.
Vale la pena sottolineare che tale contratto di licenza si risolverà automaticamente, anche prima dei 10 anni, qualora l’impresa cessi l’attività o delocalizzi gli stabilimenti produttivi al di fuori dell'Italia.
Per maggiori informazioni, consulta il decreto MIMIT del 03.07.2024 - GURI n. 200 del 27.08.2024
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