Piano per il Sud - risorse da Fondo Sviluppo e Coesione

Foto: Tiberio Barchielli

Infrastrutture, bonus investimenti e sgravi per le assunzioni sono i tre pilastri del piano per il Sud

Il piano per il Mezzogiorno allo studio del Governo comincia a prendere forma. Sarà inserito nella prossima legge di Stabilità e, per la gran parte, sarà alimentato dal Fondo di sviluppo e coesione.

Un robusto piano di infrastrutturazione, alimentato con il Fondo sviluppo e coesione, con dentro porti, aeroporti, strade e ferrovie. Un bonus investimenti nazionale, potenziato in alcune Regioni. E la conferma degli sgravi per le assunzioni. Dopo gli annunci, il piano del Governo per il Sud comincia a prendere forma e, stando alle indiscrezioni che circolano in queste ore, poggerà certamente su questi tre pilastri: i tecnici del ministero dell’Economia, in raccordo con il dicastero dello Sviluppo economico, quello del Lavoro e delle Infrastrutture, stanno battendo questi fronti, limando i dettagli tecnici. Il pacchetto dovrà essere pronto per essere inserito nella prossima legge di Stabilità.

Al centro il Fondo sviluppo e coesione

Il fronte delle infrastrutture, a conti fatti, è certamente quello che potrà contare su più risorse. Il ministro Graziano Delrio sta lavorando con una base molto cospicua: ha a disposizione i 42 miliardi residui, fino al 2020, del Fondo di sviluppo e coesione che per l’80% dovranno essere destinati alle regioni del Mezzogiorno. Le cifre sulle quali si ragiona, allora, sono significative: oltre 30 miliardi nel giro di cinque/sei anni, che i diversi soggetti interessati alla partita stanno già facendo a gara per accaparrarsi. L’obiettivo è metterne sul piatto una quindicina nel giro di un paio di anni.

Porti e aeroporti

Così il ministro ha già messo tra le priorità un piano per i porti (Palermo, Catania, Taranto e Napoli), dal valore di cinque miliardi di euro. A questo, certamente, sarà accompagnato un piano per potenziare gli aeroporti del Sud, sul quale l’Enac si sta già muovendo con le società di gestione: dovrebbe valere altro mezzo miliardo, concentrato soprattutto a Palermo, Napoli, Catania, Bari e Brindisi.

Alta velocità

Poi, ci sono le ferrovie. Qui le iniziative di cui si parla sono molte. C’è un piano di messa in rete degli scali con le infrastrutture esistenti, c’è il potenziamento della dorsale adriatica, c’è il potenziamento dei collegamenti tra Campania e Calabria, c’è l’Alta velocità Napoli-Bari e Palermo-Messina-Catania. A conti fatti, sono questi ultimi due gli interventi più sicuri. Altro tassello certo è il piano di manutenzione di Anas, da 20 miliardi fino al 2019.

Bonus investimenti

A questo si aggiunge il bonus investimenti: la sua quantificazione non è certa ma pare sicuro il meccanismo a cui si farà ricorso. Le PMI, sul modello di quanto è stato già realizzato in Francia, potranno contare su un bonus fiscale per gli investimenti in conto capitale. Potranno avere a disposizione un maggiore ammortamento, pari al 40% del valore dei macchinari acquistati, che si tradurrebbe di fatto in un credito di imposta, da spendere entro un tempo limitato (un anno o tre anni). Lo strumento sarà valido in tutta Italia, ma per le regioni del Mezzogiorno saranno introdotti sgravi potenziati, agendo sull’aliquota o sui periodi di ammortamento.

Sgravi per le assunzioni

Il terzo pilastro del piano, infine, sarà costituito dagli sgravi per le assunzioni. In questo caso saranno confermate le decontribuzioni già in vigore nel corso del 2015. E, come avverrà per il bonus investimenti, ci saranno dei benefici potenziati a favore delle regioni del Sud. Chi assume donne e giovani, poi, dovrebbe incassare qualche soldo in più. Anche se andrà messo a fuoco, nei prossimi giorni, il tema di costi. La spesa prevista nel 2016 dovrebbe vale intorno ai due miliardi di euro, mentre la decontribuzione in vigore potrebbe avere un peso decisamente maggiore. Per questo andrà fatto qualche aggiustamento nelle prossime ore.

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