Il ruolo di Urbact per città più vivibili

UrbactIl nuovo programma Urbact IV potrà contare su una dotazione simile a quella della programmazione 2014-2020. A dirlo l’ANCI durante l’infoday di oggi, un’occasione per fare il punto su come è andato Urbact III e per dare anticipazioni sulla nuova edizione.

Cosa prevede il Testo unificato sulla Rigenerazione urbana

Per rispondere alle sfide della rigenerazione urbana in tutte le sue componenti, la progettazione di buona qualità gioca un ruolo fondamentale. Come ha infatti spiegato Alberto Marchiori, Consigliere incaricato della rigenerazione urbana per Confcommercio (che assieme all’ANCI ha promosso l’evento), l'obiettivo non è solo quello di portare i soldi a casa, bensì di generare valore, bloccando ad esempio quei processi di desertificazione che stanno interessando moltissime città italiane.

Urbact, palestra per la buona progettazione (anche per il PNRR)

In tale contesto, il programma europeo Urbact è un valido alleato per la definizione di interventi innovativi. Grazie alle buone pratiche emerse al suo interno e alla capacità di creare dei network sia transnazionali sia locali, infatti, Urbact è una “palestra” - come l’ha definita Marchiori - in cui tutti gli attori del territorio (pubblici e privati) possono collaborare per decidere assieme la strada da intraprendere per rilanciare la città, vero e proprio contenitore di tutte le priorità politiche europee e produttrice di valore.

Un capitale da cui partire e su cui costruire, avendo anche in mente le risorse del Recovery plan sui cui l’ANCI anche oggi, per bocca di Antonella Galdi, è tornata a chiedere il superamento della “stagione dei bandi per arrivare ad un livello di co-progettazione istituzionale”.

Nell’attesa di vedere come finirà il confronto con il Governo, resta il fatto che Urbact può essere un valido alleato per quelle città che fanno parte dei suoi network. Al di là dei singoli progetti, infatti, tra i lasciti maggiori c’è il metodo che permette di riunire attorno ad un tavolo tutti gli stakeholder del territorio e che risulterà fondamentale se e quando il governo dovesse chiedere ai Comuni di inviare in tempi brevi progetti di qualità da spesare con il Recovery, spiega Emiliano Mori del Comune di Grosseto.

Cos’è Urbact e come funziona?

Nato nel 2002, Urbact è un programma della cooperazione territoriale finanziato dal FESR e dagli stati membri e partner (Norvegia e Svizzera), che ha l'obiettivo di promuovere uno sviluppo urbano sostenibile ed integrato delle città europee.

Il programma mira infatti a migliorare le capacità delle città di gestire, pianificare ed attuare questo tipo di politiche, garantendo anche che i decisori e i tecnici abbiano accesso ad una conoscenza condivisa di tutti gli aspetti che ruotano attorno a tali strategie.

Il programma ha tre modalità di funzionamento. La prima è rappresentata dalle reti transazionali (i network), in cui le città condividono problemi e soluzioni, imparando le une dalle altre. Tre le tipologie di network previste: l’Action Planning Network che mira a migliorare le capacità di pianificazione delle città; l’Implementation Network che affronta gli aspetti dell'attuazione (ad esempio la consulenza sugli appalti) ma che ha avuto poco successo e non verrà replicato in Urbact IV; e infine il Transfer Network che si basa sulla replica altrove di una delle esperienze selezionate tramite bando e risultate valide.

Oltre alla capacità di “fare rete”, però Urbact mira anche al rafforzamento:

  • Da un lato degli aspetti di capacity building (il training) per rafforzare le capacità delle città di fare una pianificazione partecipata, tramite ad esempio appuntamenti di formazione;
  • Dall’altro alla capitalizzazione e divulgazione dei risultati (la knowledge platform) che permette di diffondere ciò che è stato prodotto, ispirando altri decision maker e collegandosi anche ad altri innovatori in Europa.

Periodicamente Urbact pubblica delle call su tematiche che toccano tutte le priorità europee individuate in una programmazione settennale, con l'obiettivo di creare dei partenariati tra 8-12 soggetti, soprattutto città. Alla rete infatti possono in realtà partecipare anche altri soggetti come le Regioni, ma nel numero massimo di 3. 

Ogni partenariato - sottolinea l’ANCI - deve chiaramente mostrare un equilibrio di composizione, includendo sia partner che vengono dalle regioni meno sviluppate, sia da quelle più sviluppate. 

Il budget di Urbact

Urbact non è certo uno dei programmi europei tra i più ricchi. Nella programmazione 2014-2020 infatti il budget è stato di 96 milioni di euro e anche nel prossimo settennato, annuncia l’ANCI, le risorse dovrebbero muoversi attorno a queste cifre.

Un successo comunque, sottolinea l'Associazione dei Comuni italiani, considerando la Brexit e la generalizzata riduzione degli importi destinati alla cooperazione territoriale.

Ogni rete, una volta istituita, può contare su una dotazione tra i 600 e i 700mila euro (da dividere chiaramente tra i partner), a cui si possono aggiungere altri 127mila euro per coprire il supporto fornito da esperti selezionati all’interno del roster del Programma.

Come sarà Urbact IV?

La risposta sembra essere: abbastanza simile. Anche per il 2021-2027, infatti, l’autorità di gestione continuerà ad essere la Francia, confermata nel proprio ruolo lo scorso novembre, e come già accennato anche il budget dovrebbe aggirarsi sulle cifre di Urbact III.

La quarta edizione di Urbact sarà inoltre strettamente collegata (anche se non formalmente) alle altre principali strategie europee che guardano alla rigenerazione urbana, soprattutto la European Urban Initiative (EUI). Con un budget di 500 milioni, infatti, la EUI prevede varie componenti, inclusa la Urban Innovative Action. La differenza tra quest’ultima e Urbact - spiega Elisa Filippi dell’ANCI - risiede nel fatto che Urbact è focalizzato sul potenziare le capacità e le competenze delle città in termini di pianificazione urbana integrata, mentre la prima prevede anche una fase di attuazione degli interventi (inclusi quelli di carattere infrastrutturale).

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