Gentiloni: fondi per cassa integrazione europea quasi esauriti. Ancora presto per SURE 2

Paolo Gentiloni - @European Union, 2020 Photographer: Claudio CentonzeIl programma SURE, di cui l'Italia è il primo beneficiario, sta contribuendo a finanziare la cassa integrazione e gli strumenti a sostegno del reddito dei lavoratori limitando l'impatto dell'emergenza Covid sul lavoro in tutta Europa. Ma le cifre apparentemente contenute della disoccupazione non devono rassicurare, avverte il commissario all'Economia Paolo Gentiloni: ci aspettano mesi difficili e almeno per il momento non ci sono le condizioni per pensare a uno SURE 2.

I fondi europei di SURE all'Italia per la cassa integrazione

Acronimo di "Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency", SURE è lo strumento UE da 100 miliardi di euro che eroga prestiti a condizioni di favore agli Stati membri per tutelare l'occupazione nel contesto della crisi collegata al coronavirus.

L'Italia con 27,4 miliardi di euro è il primo beneficiario del programma e ha già ottenuto una prima linea di credito da 10 miliardi, che ha permesso al Governo di allargare le maglie della cassa integrazione ad aziende prima escluse e di attivare una serie di altre misure di sostegno al reddito, ha spiegato la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, in occasione della conferenza digitale sul programma SURE promossa dall'Ufficio in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea.

Il programma si basa per la prima volta su una massiccia operazione di mutualizzazione del debito che permette ai paesi più deboli di ottenere capitali dal mercato grazie alle garanzie offerte dall'Unione e quindi, in sostanza, dai paesi più solidi. Un meccanismo che nel caso dell'Italia comporterà risparmi per circa 5,5 miliardi rispetto all'emissione di titoli di stato italiani, ha dichiarato il vice ministro all'Economia, Antonio Misiani, ricordando le stime del ministro Gualtieri.

Il proseguimento di quest'esperienza, però, è tutt'altro che garantito. Una volta allocate le risorse residue di SURE, ha spiegato infatti il commissario Gentiloni, la Commissione UE non potrà tornare sui mercati per raccogliere nuovo capitale. Almeno fino a quando non sarà stata ratificata la decisione che innalza il massimale delle risorse proprie, fondamentale anche per finanziare il pacchetto per la ripresa Next Generation EU.

Questi fondi, quindi, vanno utilizzati in maniera oculata, affrontando i problemi strutturali del mercato del lavoro e del sistema di protezione sociale dell'Italia, hanno sottolineato gli eurodeputati e i rappresentanti delle sigle sindacali intervenuti alla conferenza, perché nella fase più buia della crisi rischiamo ancora di trovarci senza una rete adeguata.

SURE

Gentiloni, non ci sono ancora le condizioni per SURE 2

Il programma SURE rappresenta un'innovazione cruciale per l'Europa, non solo per l'entità delle risorse a disposizione e per la tempestività con cui è stato approvato e reso operativo, ma anzitutto per il cambio di approccio che segnala rispetto alla risposta europea alla precedente crisi economica, ha sottolineato il responsabile del Parlamento europeo in Italia, Carlo Corazza.

Per la prima volta l'UE ha dimostrato di saper mettere in piedi uno strumento dedicato ad affrontare gli squilibri sociali indotti da crisi esogene, impegnandosi per una politica europea più attiva sul versante sociale, ha aggiunto il capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Antonio Parenti.

Una storia di successo, per dirla con le parole del commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che concretizza una proposta discussa a livello dell'Unione da almeno dieci anni, con un ruolo molto attivo dell'Italia, e che si aggiunge al programma di acquisti straordinari della BCE, alle linee di credito speciali del MES, ai prestiti previsti grazie all'aumento di capitale della BEI, come prima risposta dell'UE alla pandemia.

Finora 17 paesi hanno chiesto di attingere ai prestiti di SURE, con risorse allocate per circa 88 miliardi, destinati principalmente, nell'ordine, a Italia, Spagna, Polonia, Belgio, Romania e Portogallo. Dieci miliardi sono stati raccolti con la prima emissione, il 20 ottobre, ed altre transazioni seguiranno nelle prossime settimane per coprire i contratti di prestito firmati da Gentiloni e le nuove richieste arrivate da Irlanda ed Estonia. Grazie a SURE, ha detto Gentiloni, in media il 10% dei lavoratori UE ha potuto beneficiare di ammortizzatori sociali e altri schemi di sostegno al reddito che hanno attenuato l'impatto della crisi.

Fin qui, il quadro dei risultati positivi. Non possiamo però illuderci che questo possa eliminare l'impatto sociale e sull'occupazione di una crisi di questa profondità, ha avvertito l'ex premier italiano. I dati sul calo dell'occupazione nell'eurozona (3,1%), nettamente inferiore a quello del Pil (7/8%), mascherano una realtà molto difficile che diventerà evidente nei prossimi mesi e che si può già intuire dal calo delle ore lavorate nel primo semestre 2020 nell'eurozona, che è stato del 13%. Lavoratori precari, giovani, donne, sono i soggetti maggiormente colpiti da questa crisi sociale e del lavoro che giustamente il Portogallo ha già previsto di porre al centro del suo semestre di presidenza, da gennaio, ha sottolineato Gentiloni.

A queste prospettive future SURE può rispondere solo parzialmente. Dei 100 miliardi di prestiti, resteranno da gestire circa dieci miliardi non allocati, ma non sarà possibile andare oltre l'esaurimento del fondo attuale e attivare un programma SURE 2 senza autorizzare nuove possibilità di indebitamento.

Attualmente la Commissione sta andando sui mercati con i margini del tetto delle risorse proprie del Quadro finanziario pluriennale 2021-27, un tetto ormai esaurito, ha chiarito il commissario. L'incremento del massimale dei fondi che l'Unione può richiedere agli Stati membri per finanziare le proprie spese, che è necessario come garanzia per le attività di assunzione e di erogazione di prestiti dell'Unione e che dovrebbe permettere la raccolta di capitali per finanziare il pacchetto da 750 miliardi Next Generation EU, dipende dalla ratifica nazionale della decisione sulle risorse proprie. Ratifica che gli Stati membri stanno rimandando, subordinandola all'accordo con il Parlamento UE sul bilancio europeo 2021-27.

Quella sul bilancio resta quindi la partita decisiva anche per poter pensare, eventualmente nella prossima primavera, ad una proroga di SURE. Il negoziato sul QFP ha visto molti passi avanti, ha detto il commissario, citando ed esempio l'intesa sul meccanismo di condizionalità basato sullo stato di diritto la scorsa settimana. E la Commissione  è intanto impegnata a elaborare nuove proposte in materia di risorse proprie, tra cui la digital tax, il meccanismo di tassazione del carbonio alla frontiera e la tassa sulle transazioni finanziarie, per assicurare nuove entrate al bilancio UE.

Misiani, da SURE risparmi per 5,5 miliardi

La lettura di Gentiloni è stata condivisa dal vice ministro all'Economia, Antonio Misiani, secondo cui l’impatto della pandemia sull’occupazione attualmente non è rappresentato dai dati, sia perché i lavoratori in cassa integrazione sono considerati occupati, sia perché il numero di persone tecnicamente disoccupate non tiene conto degli scoraggiati, che rinunciano a cercare un impiego, e si riflette meglio nel calo a due cifre delle ore lavorate.

In questo quadro il varo programma SURE è una testimonianza della rinnovata solidarietà europea, perché i 27,4 miliardi destinati all'Italia permetteranno di risparmiare circa 5,5 miliardi, grazie a tassi di interesse prossimi allo zero.

Risorse cruciali se si pensa che da marzo il Parlamento ha autorizzato uno scostamento di bilancio di 100 miliardi di euro, di cui 34,7 miliardi per il lavoro dipendente e autonomo e il sostegno alle famiglie, con 20 miliardi assorbiti dalla cassa integrazione e gli altri ammortizzatori sociali. Si tratta della rete di integrazione salariale più ampia secondo l'OCSE, con una mole di ore CIG senza precedenti: 3,2 miliardi di ore autorizzate da gennaio a settembre, contro i 200 milioni dello stesso periodo 2019, 16 volte in più su base annua.

La legge di Bilancio 2021 che arriverà nei prossimi giorni in Parlamento proseguirà lungo questa linea e autorizzerà nuove settimane di cassa integrazione, ha assicurato Misiani. Ora, però, è importante apprendere le lezioni della pandemia: avevamo una rete di protezione sociale piena di buchi che abbiamo rafforzato molto,  evitando di perdere almeno due milioni di posti di lavoro, ma serve una riforma strutturale, in particolare degli ammortizzatori sociali, in senso universalistico, ha detto.

Catalfo, al lavoro per accelerare tempi cassa integrazione

La conferenza su SURE cade infatti alla vigilia dell'incontro tra la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, e i rappresentanti dei sindacati proprio sulla riforma del sistema di protezione sociale dei lavoratori.

Anche grazie alle risorse di SURE l'Italia ha potuto mettere in campo una vasta gamma di misure per mitigare l'impatto del coronavirus sul mercato del lavoro, dall'allargamento della cassa integrazione a tutte le categorie di imprese alle indennità per i lavoratori autonomi, dagli aiuti per gli stagionali a quelli per gli operatori della pesca, i venditori porta a porta, i lavoratori domestici, ha ricordato la ministra. In tutto abbiamo tutelato oltre 14 milioni di persone, difendendo non solo il reddito dei lavoratori e delle famiglie, anche attraverso congedi parentali straordinari e bonus baby sitter, ma anche la capacità produttive delle imprese che non sono state costrette a disperdere il proprio know how.

Il nuovo meccanismo assicurativo allo studio del Ministero sarà più inclusivo e semplice, per andare verso un sistema universalistico per le imprese di tutti i settori produttivi e tutti i lavoratori. La riforma, ha anticipato Catalfo, punta a tenere insieme il sostegno al reddito, anche nelle transizioni occupazionali, con la formazione dei lavoratori e lo sviluppo delle competenze in ambiti strategici come il green e il digitale. L'obiettivo è definire un livello essenziale per le attività formative, con degli standard per la formazione delle persone che beneficiano di strumenti di sostegno al reddito e di integrazioni salariali.

Previsti anche interventi sul fronte della semplificazione, collegato al tema dei tempi di erogazione degli ammortizzatori sociali, al centro delle polemiche in questi mesi per i ritardi della cassa integrazione. Dopo un inizio difficoltoso stiamo lavorando a una riforma del meccanismo della CIG, che permetterà di accelerare la   gestione dei dati sfruttando le informazioni già trasmesse alle PA, ha assicurato la ministra.

> Lavoro: verso un sistema universale di protezione sociale

Eurodeputati, SURE deve diventare uno strumento permanente

Positivo il giudizio su SURE degli eurodeputati che hanno partecipato al confronto, ma con la richiesta di andare oltre questa prima risposta alla crisi.

Così, se il presidente della commissione AFCO e della Conferenza dei Presidenti, Antonio Tajani, ha ricordato che la prima volta l'Europa è veramente solidale verso i paesi più colpiti dall’emergenza, sulla spinta di un cambio di passo da parte della Germania rispetto all'atteggiamento che ha condizionato la risposta UE alla crisi del 2008, il capodelegazione PD, Brando Benifei, sottolinea che SURE ha un senso politico se si inserisce, come strumento di rapida attuazione, nel contesto più ampio del Recovery Plan, che nel caso dell'Italia vale circa 200 miliardi tra tra prestiti e sussidi. Senza strumenti basati sul debito comune, e che si reggano su una fiscalità comune, i circa mille miliardi del bilancio pluriennale europeo non basteranno, ha detto.

Tra l'altro il Parlamento europeo non ha partecipato alla costruzione del programma, frutto del negoziato tra i soli Stati membri, ha ricordato l'europarlamentare del M5S Daniela Rondinelli. SURE dovrebbe diventare uno strumento permanente, con forme di restituzione chiare e sganciate da qualsiasi condizionalità macroeconomica, e la stessa sospensione del patto di stabilità dovrebbe andare oltre la proroga al 2021 già annunciata dall'Esecutivo UE.

Al quadro più generale guarda anche l'europarlamentare della Lega Elena Lizzi, secondo cui il Covid è il detonatore di una crisi che si stava preparando da anni e impone di affrontare problemi strutturali del lavoro in Europa, a cominciare dal dumping salariale tra diversi Stati membri e dalla necessità di gestire tanto il reddito dei lavoratori nell'emergenza, quanto l'aggiornamento delle competenze per accompagnare la transizione green e digitale. “L’emergenza e le sue conseguenze chiedono risposte immediate per la difesa dei lavori che già conosciamo, prima di quelli che dobbiamo andare a costruire”, ha sottolineato.

Analoghe  preoccupazioni per l'eurodeputato di Fratelli d'Italia, Pietro Fiocchi, Parlamentare europeo, secondo cui SURE è un primo tassello per affrontare una stagione difficile dell’economia che richiede risposte di più ampio respiro.

Sindacati: bene SURE, ora affrontare problemi strutturali

E al quadro generale guardano naturalmente anche i rappresentanti delle sigle sindacali, che martedì discutono con la ministra Catalfo la riforma dei meccanismi di protezione sociale.

SURE è uno strumento essenziale ma temporaneo, mentre noi abbiamo bisogno di riforme strutturali nel tempo e di aprire una discussione su uno strumento europeo di sostegno al reddito per la disoccupazione, sulle politiche attive e sulla riformulazione dell’orario di lavoro, per riconoscere la formazione entro l'orario di lavoro come un diritto permanente di tutti gli europei, ha detto il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini. La riforma degli ammortizzatori sociali dovrà anche superare l'attuale frammentarietà del sistema del mercato del lavoro, che spiega le tante diverse forme di sostegno al reddito che il Governo ha dovuto attivare in questi mesi per coprire le troppe forme di occupazione precarie, ha aggiunto.

Una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, in chiave di semplificazione e universalismo, mettendo al centro sia la protezione del reddito che le competenze non è più rinviabile, ha convenuto Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto CISL. Gli effetti della pandemia stanno già aumentando marginalizzazione e povertà e la prospettiva per il prossimo anno è in netto peggioramento, per cui dobbiamo organizzarci con un set di misure e risorse per affrontare questa condizione, soprattutto per tutelare le categorie più a rischio: giovani, donne e precari.

Anche il segretario generale UIL, Pierpaolo Bombardieri, è tornato sulla necessità di rifinanziare SURE, non solo per coprire il costo degli ammortizzatori sociali, ma anche per gli schemi di riduzione dell’orario di lavoro a fini della formazione professionale e della riqualificazione dei lavoratori. Il quadro dovrebbe essere dato, però, dal ripensamento del patto di stabilità così da poter sostenere gli investimenti e tutelare i più deboli sfruttando l’emissione di debito comune.

Un debito che però va impiegato per aprire un nuovo ciclo, non per rinviare le conseguenze della crisi, ha detto, Luca Malcotti, vice segretario generale UGL. Il debito comune è un'eredità che lasciamo alle generazioni future e rischia di aggravare il divario tra paesi membri determinando un‘Europa a due velocità, dato che si tratta di un pezzo di Europa che si sta indebitando nei confronti dell'altra metà. Abbiamo la responsabilità di usare queste risorse in maniera oculata ed efficace, ha avvertito, per aggredire i problemi strutturali e non limitarci a dilazionare un collasso sempre più plausibile.

SURE: attivo il piano UE da 100 miliardi contro la disoccupazione

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