Appalti: le proposte dell'Anac per velocizzare le gare

In vista del prossimo decreto semplificazioni che metterà mano alla disciplina degli appalti pubblici, l’Anac propone al governo le misure per semplificare e velocizzare le gare, puntando sulla digitalizzazione.

Dl rilancio: le misure per la liquidita’ delle imprese appaltatrici

In attesa di vedere cosa conterrà il decreto semplificazioni sul Codice degli appalti e della pubblicazione del Regolamento unico, l’Anac si fa nuovamente sentire proponendo una serie di misure per rendere le gare più smart e velocizzare le procedure, a vantaggio delle imprese e della ripresa economica. 

I vantaggi della digitalizzazione delle gare

Un sistema di gare più smart, dalla fase di pubblicazione del bando sino a quella di aggiudicazione e poi gestione dell’appalto, comporterebbe molteplici vantaggi per il sistema produttivo riducendo di molto la burocrazia, spesso asfissiante. Tra i principali vantaggi che ne deriverebbero ci sono: 

  • Semplificazioni per la trasparenza amministrativa, grazie alla riduzione/eliminazione degli oneri amministrativi in capo alle stazioni per la produzione di dati da pubblicare;
  • Un maggior controllo, monitoraggio e coordinamento delle varie fasi (evitando tempi morti e attribuendo le responsabilità), grazie ad una gestione unitaria dell’intervento;
  • Una più ampia tutela della concorrenza, grazie all’inviolabilità e alla segretezza delle offerte, nonché alla trasparenza e alla tracciabilità delle operazioni di gara;
  • Una riduzione del contenzioso per criticità di natura operativa nell’ambito del procedimento amministrativo (apertura delle buste, soccorso istruttorio, ecc.). 

> Per approfondire: le altre proposte dell'Anac per la fase 2

Le misure per digitalizzare le gare

Al cuore della ricetta dell’Anac per migliorare il sistema degli appalti, c’è la piena digitalizzazione delle gare. Ad oggi, infatti, ⅓ delle procedure sono ancora cartacee e troppo spesso le stazioni appaltanti fanno fatica a stare dietro all'innovazione tecnologica.

Un quadro preoccupante, anche considerando che l’Europa prevede che dal 2023 almeno tutti gli affidamenti sopra soglia avvengano in via digitale.

Partendo da qui, l’Anac propone una serie di interventi. Il primo è l’approvazione del decreto ministeriale (previsto dall’art. 44 del Codice) che indica le modalità di digitalizzazione di tutti i contratti pubblici ed è pronto da tre anni.

E’ inoltre importante incoraggiare e diffondere l’uso di piattaforme validate da parte delle stazioni appaltanti. Per fare ciò, l’Anac suggerisce misure come:

  • Incentivi finanziari;
  • Meccanismi per la messa a disposizione gratuita delle piattaforme;
  • Il supporto tecnico gratuito a livello regionale, ad esempio attraverso le centrali di committenza e i soggetti aggregatori.

Altro punto cruciale è quello di evitare l’eccessiva proliferazione delle piattaforme, punto sul quale è al lavoro una cabina di regia che ha il compito di redigere un Piano nazionale in tema di procedure telematiche di acquisto, definendo standard, sistemi di validazione e architetture informatiche adeguate.

Stazioni appaltanti più smart

Ma senza un’adeguata professionalizzazione delle stazioni appaltanti in materia di digitale, non si va lontani. Per questo l’Anac propone di includere la digitalizzazione e la presenza di personale qualificato sul digitale tra i criteri previsti nel processo di qualificazione delle stazioni appaltanti, affinché gli acquisti più complessi vengano svolti soltanto da amministrazioni dotate delle competenze necessarie, favorendo le economie di scala e contenendo i costi amministrativi per le imprese.

A tal fine l’Anac suggerisce di rendere obbligatori alcuni requisiti premianti, quali la disponibilità di tecnologie telematiche nella gestione delle procedure di gara, avviando il processo di qualificazione dei buyer pubblici, innalzando il know-how della committenza pubblica, anche assumendo nuove risorse con competenze specifiche e prevedendo forme di incentivazione legate ai risultati raggiunti. 

Verifiche dei requisiti più veloci per le imprese già controllate

Infine c’è il grande capitolo della sburocratizzazione. Su questo fronte l’Anac suggerisce di semplificare e ridurre notevolmente i tempi di verifica dei requisiti, nei casi in cui un appaltatore, entro un intervallo di tempo prestabilito (ad es. 6 mesi), sia già stato esaminato con esito positivo in una procedura di gara.

In attesa di avere una banca dati degli operatori economici (prevista dall’art. 81 del Codice degli appalti), questa possibilità è già realizzabile grazie al sistema AVCPass che ormai intercetta e conserva temporaneamente i dati sulla quasi totalità degli operatori economici coinvolti in gare pubbliche.

Più ricorso alle procedure di urgenza

Infine, per superare la grave situazione economica e fronteggiare i danni subiti dalle attività produttive, l’Autorità suggerisce di introdurre una norma che fino al 31 dicembre permetta alle amministrazioni di ricorrere motivatamente alle procedure di urgenza ed emergenza già consentite dal Codice. 

Secondo l’Anac i settori che si prestano maggiormente a tali semplificazioni sono: manutenzioni, ristrutturazione/costruzione di ospedali e scuole, interventi sulla rete viaria, approvvigionamenti nel settore sanitario, informatico e dei trasporti.

> Per approfondire: le indicazioni Ue per appalti più veloci

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