La ricetta del Recovery Plan per gli ITS

Investimenti e riforme ITS - Foto di ThisIsEngineering da PexelsAumentare il numero di iscritti agli Istituti Tecnici Superiori (ITS), restituendo un ruolo centrale a quelli che sono stati definiti dal premier Mario Draghi come "pilastro educativo" del nostro Paese. A questo cambio di passo nel sistema formativo italiano il Recovery Plan riserva un finanziamento di 1,5 miliardi di euro, equivalente a 20 volte quanto stanziato in un anno normale pre-pandemia. 

Cosa c'è nel Recovery plan per scuola e università

La filiera ITS nel Recovery Plan Italia

Le caratteristiche dei percorsi ITS

Nati nel 2010 per formare tecnici superiori in aree strategiche per lo sviluppo economico e la competitività in Italia, gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) sono scuole di alta tecnologia, strettamente legate al sistema produttivo, per la preparazione di quadri intermedi specializzati necessari alle aziende per sfruttare il potenziale delle soluzioni di Impresa 4.0.

Gli ITS, infatti, rappresentano un'opportunità di assoluto rilievo nel panorama formativo italiano in quanto espressione di una strategia nuova fondata sulla connessione delle politiche d'istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali, con l'obiettivo di sostenere gli interventi destinati ai settori produttivi con particolare riferimento ai fabbisogni di innovazione e di trasferimento tecnologico delle piccole e medie imprese.

Sono 109 gli istituti presenti sul territorio nazionale correlati a 6 aree tecnologiche strategiche per lo sviluppo economico e la competitività del Paese:

  • Efficienza energetica,
  • Mobilità sostenibile, 
  • Nuove tecnologie della vita,
  • Nuove tecnologie per il Made in Italy (Sistema agroalimentare, Sistema casa, Sistema meccanica, Sistema moda, Servizi alle imprese),
  • Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo,
  • Tecnologie della informazione e della comunicazione.

Possono accedere ai corsi, a seguito di selezione, i giovani e gli adulti in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore e coloro che siano in possesso di un diploma quadriennale di istruzione e formazione professionale e che abbiano frequentato un corso annuale integrativo di istruzione e formazione tecnica superiore.

I percorsi hanno una durata biennale o triennale (4/6 semestri – per un totale di 1800/2000 ore). Lo stage è obbligatorio per il 30% delle ore complessive e almeno il 50% dei docenti proviene dal mondo del lavoro. L’esperienza lavorativa in azienda può essere svolta con contratto di apprendistato di alta formazione e di ricerca.

I percorsi si concludono con verifiche finali, condotte da commissioni d’esame costituite da rappresentanti della scuola, dell’università, della formazione professionale ed esperti del mondo del lavoro.

Al termine del corso si consegue il Diploma Tecnico Superiore con la certificazione delle competenze corrispondenti al V livello del Quadro europeo delle qualifiche (European Qualification Framework).  Per favorire la circolazione in ambito nazionale ed europeo, il titolo è corre­dato dall’EUROPASS diploma supplement.

Il quadro italiano e i numeri degli altri paesi UE

A fronte di un quadro generale che vede l'Italia terza in Europa per disoccupazione giovanile e prima per numero di Neet, la sinergia tra il mondo della didattica e quello delle aziende sembra funzionare nel caso del sistema italiano degli ITS. Secondo il monitoraggio nazionale INDIRE 2021, l’80% dei diplomati degli Istituti tecnici superiori ha trovato un lavoro a un anno dal titolo e nel 92% dei casi l’impiego è coerente con il percorso svolto, in aula e on the job. Il dato risulta particolarmente significativo perché riferito al 2020, anno di esplosione della crisi pandemica. 

Inoltre, il 42,1% degli occupati ITS è stato assunto con un contratto a tempo determinato o lavoro autonomo in regime agevolato, tipologie contrattuali più utilizzate nella maggior parte delle aree tecnologiche. Unica eccezione per le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, area nella quale prevale l’apprendistato.

Un biglietto da visita importante in vista degli investimenti in 5 anni previsti dal Recovery Plan italiano, che dovranno servire a portare da circa 20mila ad almeno 100mila gli iscritti agli ITS. L’obiettivo è iniziare avvicinarci ai numeri dei nostri competitor europei: in Francia gli iscritti agli analoghi istituti tecnici terziari sono 200mila, in Germania, nelle Fachhochschule, addirittura 800mila. 

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Due modelli UE: Francia e Germania 

Visto il contesto nazionale, che vede i mondi della formazione e del lavoro ancora distanti, cosa è necessario fare per affrontare il mismatch di competenze tra ciò che gli studenti apprendono e la domanda delle imprese? A livello europeo sono due i principali riferimenti per sviluppare modelli formativi strutturati attraverso la sinergia e il dialogo fra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro: Francia e Germania. 

Stage e apprendistato francese

In Francia, al termine del percorso di istruzione obbligatorio (fino a 15 anni), gli studenti intraprendono il ciclo secondario attraverso una delle seguenti modalità: 

  • la filiera dell’istruzione generale e tecnologica, che prevede la frequenza del lycée d’enseignement général et technologique;
  • la filiera dell’istruzione professionale, che prevede la frequenza dei Licei professionali. 

Il liceo generale e tecnologico ha l’obiettivo di preparare al conseguimento del baccalauréat tecnologico o generale, corrispondente al diploma di maturità del sistema italiano. Il baccalauréat (BAC) è la tappa più significativa del sistema di istruzione francese perché segna la fine degli studi secondari e l’entrata nel sistema universitario. 

Per conseguire il BAC occorrono tre anni: il primo anno è uguale per tutti; al termine del primo anno gli allievi scelgono il tipo di baccalauréat da conseguire e l’indirizzo di specializzazione che frequenteranno nelle due classi successive. A differenza del baccalauréat generale o tecnologico, quello professionale è prima di tutto un diploma per l’inserimento nel mercato del lavoro che conduce direttamente all’esercizio di una professione e per la sua acquisizione è previsto un periodo significativo di alcuni mesi di stage in azienda.

Il Codice del Lavoro francese riconosce, inoltre, l’apprendistato come istituto che concorre al conseguimento degli obiettivi educativi della nazione. Questo, infatti, si rivolge a giovani che hanno concluso l’obbligo di istruzione ed ha l’obiettivo di far acquisire, attraverso una formazione teorica e pratica, una qualificazione professionale "certificata" dal rilascio di un diploma o di un titolo registrati nel Repertorio Nazionale delle Certificazioni Professionali. Quindi, l’apprendistato francese è perfettamente inserito nel sistema educativo, come contratto di lavoro finalizzato all’acquisizione di titoli di studio di diverso livello, al pari dei tradizionali percorsi di istruzione a tempo pieno.

Alternanza formativa e sistema duale tedesco

In Germania, sono presenti due tipologie di alternanza scuola-lavoro, ossia l’alternanza formativa, offerta dalle Fachoberschulen, istituti ad indirizzo professionale di livello secondario superiore, e l’alternanza lavorativa, che si sviluppa nell’ambito del sistema duale, ossia la Berufsschule

La Fachoberschule (FOS) è una scuola professionale a tempo pieno, che offre agli alunni una formazione di tipo generale e la possibilità di acquisire nuove conoscenze e abilità tecniche sia teoriche che pratiche. Esistono Fachoberschulen con specializzazione nel settore della tecnologia, dell’economia e dell’amministrazione, dell’economia domestica e delle scienze dell’alimentazione, dell’economia agraria, delle scienze sociali, del design e della navigazione, ecc.

Generalmente, si accede a questi istituti a partire dai 15 anni di età, dopo il conseguimento del diploma della Realschule o di un diploma equivalente riconosciuto (Mittlerer Schulabschluss). La durata prevista per la FOS è di 2 anni: il primo offre una parte di formazione pratica sul luogo di lavoro, che prevede 4 giorni la settimana per l’intero anno e 8 ore di lezione settimanali; il secondo anno, vengono impartite almeno 30 ore settimanali di insegnamento di tipo generale e professionale, di cui 18/20 dedicate alle materie generali, uguali per tutti gli studenti. 

Il sistema duale, la seconda tipologia di percorso, rappresenta una modalità di alternanza scuola-lavoro con una lunga tradizione, che offre un sistema di istruzione organizzato in due luoghi di formazione: la scuola, Berufsschule, e l’azienda. L’obiettivo di questa formazione è quello di fornire un’ampia preparazione professionale di base e le conoscenze e le abilità tecniche necessarie per svolgere un’attività professionale qualificata.

Il sistema duale offre circa 350 qualifiche riconosciute, che vengono annualmente implementate attraverso nuovi ordinamenti. Il Ministero federale per la cultura, l’economia, la ricerca e la tecnologia (Bundesministerium für Bildung, Wissenschaft, Forschung und Tecnologie – BMBF), in stretta collaborazione con le parti sociali rappresentate dai sindacati e dalle associazioni degli imprenditori, è responsabile della definizione e della regolamentazione delle nuove figure professionali. La formazione nel sistema duale è fondamentalmente aperta a tutti, unico requisito è l’aver completato il ciclo dell’obbligo.

Di fatto, due terzi dei giovani ottengono una qualifica professionale nell’ambito del sistema duale. I corsi possono avere una durata biennale o triennale, a seconda della professione scelta. La formazione si svolge in base a un contratto di lavoro fra l'azienda che provvede alla formazione e lo studente interessato.  Il contratto di formazione professionale definisce gli obiettivi della formazione, la durata, il numero di ore dedicate ogni giorno alla formazione, le modalità di pagamento e la remunerazione dello studente.

Il PNRR e la sfida ITS, in arrivo 1,5 miliardi 

Per gettare basi solide per il futuro, la Missione 4 del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) interviene su tutto il ciclo dell’istruzione e della ricerca, in risposta alle raccomandazioni specifiche della Commissione europea sull’Italia, che invitano a stimolare gli studi in campi attinenti ai settori ad alta intensità di conoscenza. In particolare, il Piano intende migliorare le competenze di base e la riduzione dei tassi di abbandono scolastico, e permettere allo stesso tempo di ridurre le distanze tra istruzione e lavoro, anche grazie alla riforma e allo sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS).

Nell'ambito della prima componente della Missione 4, la linea di intervento dedicata allo "Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria - ITS" ha a disposizione 1,5 miliardi di euro. Questa misura mira al potenziamento dell’offerta degli enti di formazione professionale terziaria attraverso la creazione di network con aziende, università e centri di ricerca tecnologica/scientifica, autorità locali e sistemi educativi/formativi. Con questo progetto si perseguono quattro finalità:

  • L’incremento del numero di ITS
  • Il potenziamento dei laboratori con tecnologie 4.0
  • La formazione dei docenti perché siano in grado di adattare i programmi formativi ai fabbisogni delle aziende locali 
  • Lo sviluppo di una piattaforma digitale nazionale per le offerte di lavoro rivolte agli studenti in possesso di qualifiche professionali.

Obiettivo finale è conseguire un aumento degli attuali iscritti a percorsi ITS - 18.750 frequentanti e 5.250 diplomati all’anno - almeno del 100 per cento. 

Cosa c'è nel Recovery Plan per ricerca e innovazione

Le riforme per gli ITS nel Recovery Plan Italia

Istituti tecnici e professionali

La prima riforma prevista dal PNRR in questo ambito, sotto la responsabilità del Ministero dell’Istruzione, mira ad allineare i curricula degli istituti tecnici e professionali alla domanda di competenze che proviene dal tessuto produttivo del Paese. In particolar modo, orienta il modello di istruzione tecnica e professionale verso l’innovazione introdotta da Industria 4.0, incardinandolo nel rinnovato contesto dell’innovazione digitale. La riforma dovrà coinvolgere 4.324 Istituti Tecnici e professionali, il sistema di istruzione formazione professionale ed essere implementata attraverso l’adozione di apposite norme.

Sistema ITS

Un ulteriore intervento di riforma intende rafforzare il sistema degli ITS attraverso il potenziamento del modello organizzativo e didattico (integrazione offerta formativa, introduzione di premialità e ampliamento dei percorsi per lo sviluppo di competenze tecnologiche abilitanti – Impresa 4.0), il consolidamento degli ITS nel sistema ordinamentale dell’Istruzione terziaria professionalizzante, rafforzandone la presenza attiva nel tessuto imprenditoriale dei singoli territori. La riforma prevede inoltre un’integrazione dei percorsi ITS con il sistema universitario delle lauree professionalizzanti.

Il coordinamento fra le scuole professionali, gli ITS e le imprese sarà assicurato replicando il "modello Emilia Romagna" dove collaborano scuole, università e imprese. La riforma sarà implementata dal Ministero dell’Istruzione con la collaborazione del Ministero dell’Università e della Ricerca.

Sistema di orientamento 

Previsto poi un intervento normativo diretto a introdurre moduli di orientamento formativo - da ricomprendersi all’interno del curriculum complessivo annuale – rivolti alle classi quarte e quinte della scuola secondaria di II grado, al fine di accompagnare gli studenti nella scelta consapevole di prosecuzione del percorso di studi o di ulteriore formazione professionalizzante, propedeutica all’inserimento nel mondo del lavoro.

La riforma sarà implementata attraverso l’introduzione di moduli di orientamento - circa 30 ore annue - nella scuola secondaria di primo e secondo grado, al fine di incentivare l’innalzamento dei livelli di istruzione e la realizzazione di una piattaforma digitale di orientamento, relativa all’offerta formativa terziaria degli Atenei e degli ITS. 

Classi di laurea

L'ultimo tassello è l’aggiornamento della disciplina per la costruzione degli ordinamenti didattici dei corsi di laurea. L’obiettivo è rimuovere i vincoli nella definizione dei crediti formativi da assegnare ai diversi ambiti disciplinari, per consentire la costruzione di ordinamenti didattici che rafforzino le competenze multidisciplinari, sulle tecnologie digitali ed in campo ambientale oltre alla costruzione di soft skills.

L'intervento, inoltre, amplierà le classi di laurea professionalizzanti, facilitando l’accesso all’istruzione universitaria per gli studenti provenienti dai percorsi degli ITS.

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