Cosa prevede il Critical Raw Materials Act, la strategia UE per le materie prime critiche

Materi prime criticheIl Critical Raw Materials Act ha ottenuto l'ultimo via libera dal Consiglio. Si tratta del provvedimento con cui Bruxelles vuole ottenere una maggiore autonomia sul fronte delle materie prime critiche. Al centro dell'accordo: incentivi economici per i progetti di estrazione e riciclaggio delle materie prime critiche, con procedure di autorizzazione più rapide e semplici e una riduzione della burocrazia per le aziende, in particolare le PMI.

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Materie prime critiche come cobalto e litio sono diventate un fattore geopolitico. L’Unione Europea, ancora in buona parte dipendente dalle importazioni di critical raw materials da paesi Terzi, in primis la Cina, vuole garantirsi un approvvigionamento sicuro e stabile di tali materiali. E per farlo ha messo a punto una legislazione ad hoc, legge europea sulle materie prime critichecritical raw materials act

Un testo nato a marzo e oggetto di un serrato negoziato tra Parlamento e Consiglio, giunto a conclusione il 18 marzo.

Cosa prevede il Critical Raw Materials Act e perché è tanto importante?

Partiamo dall'inizio e inquadriamo innanzitutto il provvedimento in un quadro più ampio: insieme al Net Zero Industry Act, la legge europea sulla materie prime critiche sta predisponendo il contesto normativo per favorire investimenti green e sostenibili nell'ambito del Green Deal Industrial Plan, il nuovo piano per la competitività dell'industria europea a zero emissioni.

Ripercorrendo la strada già tracciata per i semiconduttori con l'European Chips Act, il Critical Raw Materials Act o CRMA (articolato in una proposta di regolamento accompagnata da una comunicazione) intende aumentare l'approvvigionamento di materie prime strategiche per i Paesi dell’UE. 

La proposta di una legge UE sulle materie prime critiche è stata presentata dalla Commissione europea il 16 marzo 2023. Alla proposta ha fatto seguito il negoziato tra Parlamento e Consiglio, che hanno raggiunto un accordo informale (in prima lettura) il 13 novembre, confermato prima dalla plenaria il 12 dicembre poi, il 18 marzo 2024, dal Consiglio.

Cosa prevede il Critical Raw Materials Act

Il testo su cui i negoziatori europei hanno trovato una quadra introduce scadenze chiare per le procedure di autorizzazione per i progetti di estrazione dell'UE, consente alla Commissione e agli Stati membri di riconoscere un progetto come strategico, richiede valutazioni dei rischi nella catena di approvvigionamento, impone agli Stati membri di avere piani di esplorazione nazionali e garantisce l'accesso dell'UE a risorse critiche e strategiche. 

Il testo finale del Critical Raw Materials Act prevede due elenchi di materiali (critici e strategici) cruciali per le transizioni verde e digitale, ma anche per l'industria della difesa e dello spazio.

L'elenco comprende 34 materie prime critiche, di cui 17 materie prime strategiche (indicate in grassetto)

  1. Alluminio/bauxite/allumina
  2. Carbone da coke
  3. Litio
  4. Fosforo
  5. Antimonio
  6. Feldspato
  7. Elementi delle terre rare leggere
  8. Scandio
  9. Arsenico
  10. Spatofluore
  11. Magnesio
  12. Silicio metallico
  13. Barite
  14. Gallio
  15. Manganese
  16. Stronzio
  17. Berillio
  18. Germanio
  19. Grafite naturale
  20. Tantalio
  21. Bismuto
  22. Afnio
  23. Niobio
  24. Titanio metallico
  25. Boro
  26. Elio
  27. Metalli del gruppo del platino
  28. Tungsteno
  29. Cobalto
  30. Elementi delle terre rare pesanti
  31. Fosforite
  32. Vanadio
  33. Rame
  34. Nichel

Il CRMA stabilisce tre parametri di riferimento per il consumo annuale di materie prime nell’UE: il 10% da estrazione locale, il 40% verrà lavorato nell'UE e il 25% proverrà da materiali riciclati.

L'accordo prevede inoltre che progetti in grado di produrre materie prime innovative che sostituiscano materie prime strategiche nelle tecnologie rilevanti possano essere candidati a diventare progetti strategici

Previsti inoltre tempi univoci per le procedure di autorizzazione. La durata totale del permitting non dovrà superare infatti i 27 mesi per i progetti di estrazione e i 15 mesi per i progetti di trasformazione e riciclaggio. Previste limitate eccezioni volte a garantire un impegno significativo con le comunità locali interessate dai progetti e una corretta valutazione di impatto ambientale in casi complessi.

Le grandi aziende esposte a carenze di materie prime strategiche in tecnologie strategiche (come i produttori di batterie, di idrogeno, di energia rinnovabile, le aziende che si occupano di trasmissione e archiviazione di dati o produzione di aeromobili) dovranno effettuare regolarmente una valutazione del rischio della loro catena di approvvigionamento, mappando la provenienza dei materiali, cosa possa influenzare la loro fornitura e quali sono le vulnerabilità alle interruzioni della fornitura stessa.

Il ruolo dei fondi europei nel finanziare l’accesso alle materie prime critiche

Sfogliando il testo del compromesso raggiunto dai negoziatori di Parlamento e Consiglio sul Critical Raw Materials Act si nota che sugli aspetti finanziari è previsto il ricorso solo a fondi europei esistenti e a risorse nazionali.

Si fa riferimento in primis alle regole sugli aiuti di Stato per la transizione green, adottate proprio pochi giorni prima del varo del Critical Raw Materials Act e che, insieme a quest’ultimo, sono parte integrante del Net Zero Industry Act. Non si prevedono quindi nuovi fondi, ma un maggior margine di manovra per i 27: gli aiuti di Stato a livello nazionale sono facilitati in caso di investimenti green dal Quadro temporaneo di crisi e transizione adottato il 9 marzo, che prevede appunto una “corsia preferenziale” per gli investimenti nella produzione e il riciclaggio delle materie prime critiche.

Al di là del riferimento agli aiuti di stato, nel testo concordato dai negoziatori UE si fa esplicito riferimento alla possibilità, per i progetti relativi alle materie prime critiche, compresi i progetti strategici, di beneficiare del sostegno dei fondi europei se vengono soddisfatti i requisiti dei rispettivi programmi, ad esempio relativi alla posizione geografica, all’ambiente o al loro contributo all’innovazione. Il ventaglio è ampio, si va dalla politica di coesione, in particolare il Fondo europeo di sviluppo regionale, per consentire alle PMI di sviluppare progetti innovativi, ad esempio legati alla riduzione del consumo energetico nella lavorazione delle materie prime, al Just Transition Fund passando per i PNRR, che tramite i capitoli REPowerEU può essere mobilitato per sostenere progetti coinvolti, ad esempio, nel riciclaggio o nel recupero delle materie prime. Il REPowerEU italiano, diventata la settima mission del PNRR, prevede già un investimento dedicato alle materie prime critiche da 50 milioni di euro.

Nel testo del Critical Raw Materials Act si fa anche riferimento a altri strumenti europei: l'Innovation Fund, che può fornire sovvenzioni per consentire lo sviluppo della capacità di riciclaggio delle materie prime legate alle tecnologie a basse emissioni di carbonio; ma anche InvestEU, il programma che più di tutti contribuisce all’attrazione di capitali pubblici e privati, per cui il CRMA prevede una collaborazione tra la Commissione e i partner esecutivi di InvestEU per aumentare il sostegno e gli investimenti in progetti pertinenti con la legge europea sulle materie prime critiche.

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Prossimi passi e testi

Dopo il via libera del Consiglio del 18 marzo l'atto legislativo si considera formalmente adottato.

Dopo essere stato firmato dal Presidente del Parlamento Europeo e dal Presidente del Consiglio, il regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione.

Proposta della Commissione

Testo adottato in prima lettura da Parlamento e Consiglio

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